Interviste ad Alberto Conterio

venerdì 16 aprile 2010

Unità d’Italia secondo la repubblica delle censure !

Abbiamo passato tutto l’anno 2009 innervosendoci …noi che ci sentiamo italiani, perché questo Paese sembrava non voler ricordare l’anniversario della sua raggiunta unità. Tutta la seconda guerra di indipendenza, saltata senza nulla trapelare, se non qualche polemica, qualche asinata legaiola, promesse …tante e programmi prossimi a venire compilati senza convinzione.

Ora però la musica sta cambiando. “Finalmente” il Quirinale ci ha messo una pezza, …e che cavolo ! L’Unità d’Italia è pur sempre un valore da ricordare no ?

E così, in data 15 aprile, il Sig. Presidente nostro, scavalcando la Lega Nord vittoriosa, i magri finanziamenti concessi dal Governo e sfidando tutta una serie di gufi neri anti-italiani, ha aperto le commemorazioni al 150° anniversario dell’Unità. L’occasione era ghiotta. Poste Italiane Spa infatti, hanno emesso in questi giorni una magnifico foglietto filatelico. Quattro valori postali inneggianti a Garibaldi, e all’impresa dei Mille. Ciò ha chiaramente ringalluzzito il nostro attento Giorgio nazionale.

Su Rai Uno, durante il “Tiggì” delle 20, con un servizio dal Quirinale infatti, gli italiani tutti, sono stati informati che Garibaldi, partito da Quarto, nel 1860 e sbarcato a Marsala, risalì la penisola verso nord, portando l’Italia all’Unità nel giro di qualche mese.

Nel discorso agli invitati, Napolitano ha spiegato - ci riferisce il servizio - con “sapiente dovizia di particolari”, che l’Unità d’Italia così ottenuta è stata il motore dello sviluppo successivo della penisola, poi fortificata dalla resistenza al fascismo, che attraverso il 25 aprile del 1945, ci avrebbe portato in dono l’attuale repubblica, simbolo del lavoro e dei sogni di generazioni, di progresso, di libertà …ed altre amenità simili. Il tutto in meno di 60 secondi… tanto infatti vale l’Unità del nostro Paese per l’accoppiata istituzioni/media nell’attuale repubblica degli scandali, della corruzione e delle polemiche.

Insomma, sessanta secondi scarsi per saltare a piè pari, più 80 anni di Monarchia vergognosamente occultati. Naturalmente nessun accenno anche distratto o ironico, a quei fessi di Casa Savoia, che rischiando il proprio Regno, le proprie ricchezze ed il proprio onore, tra il 1848 ed il 1859, avevano tessuto metri e metri di quella tela che favorì il processo di Unità della Patria. Evento epocale reso possibile grazie a loro soltanto, dopo secoli di sogni e decenni di utopiche macchinazioni Mazziniane. Ciò per questa repubblica naturalmente, è un “dettaglio” da far passare sotto silenzio.

È evidente il disagio che questa prova fin dalla nascita, nel timore del confronto con il passato monarchico tanto, da nascondere la verità al popolo. Un popolo poverino, che ormai narcotizzato da 60 anni di menzogne, non si accorge più d’ essere preso regolarmente in giro contro il suo interesse.

È facile comprendere che, parlare della nostra storia in questi termini, è come parlare al sindacato - in questo stato di profonda depressione economica - della fiaba del Pifferaio Magico quale panacea alla crisi occupazionale.

Certo nessuno ci vieta di credere a Babbo Natale …ci mancherebbe !

Personalmente però, sento soltanto crescere in me la rabbia dell’impotenza. L’orchestra suona infatti, mentre la nave vaga alla ricerca di un iceberg, tra le nebbie della censura.

15.04.2010 - Alberto Conterio

sabato 3 aprile 2010

Repubblica ultimo atto : La Lega al potere !

Come i migliori seguaci dell’inutile Mazzini, riusciranno a demolire il paese delle meraviglie

Il paese delle meraviglie è chiaramente la nostra amata Patria Italia, Paese di poeti, artisti, scrittori, navigatori e condottieri, architetti, scienziati e fini artigiani, che in gloria di Dio nei secoli hanno accumulato tesori di ogni genere, nell’arte, nella cultura, nella scienza così come nella tradizione e nell’economia.

Ciò che lo straniero ha bramato e sfruttato talvolta per secoli, …grazie ad una Dinastia lungimirante, tenace, popolare, è divenuto 149 anni fa una realtà internazionale rispettata finalmente, ammirata, invidiata pure ! Il Paese delle meraviglie appunto, che esportava estro, immaginazione, idee. Un Paese che con il fascismo (giusto o sbagliato che fosse) arrivò ad esportare anche un diverso ordine sociale. Questo Paese, ha sopportato nel dopoguerra la forma più subdola e allo stesso tempo più violenta di genocidio conosciuto. La mortificazione dei valori nazionali.

Tanto erano profonde e solide le fondamenta dell’edificio però, che per decenni ha superato quasi indenne, le picconate dell’ideologia marxista, il ladrocinio e la corruzione organizzata della classe dirigente repubblicana.

Anche la pietra più dura però, esposta all’insistenza della goccia d’acqua che imperterrita l’aggredisce, a lungo andare si scalfisce, e così negli ultimi 10 - 15 anni soprattutto, i segni evidenti di degrado nell’unità morale e sociale del Paese sono diventati evidentissimi.

Badate cari amici, che non parlerò della crisi economica e di disparità tra nord e sud del Paese, perché quando una Nazione è salda moralmente e può contare su una base culturale e sociale coesa e motivata, queste variabili sono assolutamente secondarie, e rientrano in un quadro normale di differenze dovute alle diverse tradizioni popolari e possibilità economiche tra le varie province.

Al contrario invece, quando i valori importanti su cui si reggeva il nostro Paese, sono oggetto di demolizione costante, e risultano ormai profondamente compromessi, come i valori di italianità, della lingua, delle tradizioni comuni, della storia comune, del senso di appartenenza ad un progetto di sviluppo generale ecc. ecc. si può assistere a gravi casi di intolleranza, al senso di sfiducia nelle istituzioni, all’invidia tra diverse località, al senso generalizzato a ridicolizzare ciò che delle nostre tradizioni e della nostra storia comune parla di unità, anche nelle regioni più ricche, e meglio servite del Paese.

La gravità del risultato elettorale regionale del 28 e 29 marzo 2010 poi, non tarderà a farsi sentire nel nord Italia, soprattutto in Veneto ed in Piemonte. Guarda caso. Due delle regioni italiane dove la tradizione risorgimentale, si è espressa più forte e contributiva.

I già Deputati Cota, neo Presidente per il Piemonte e Zaia, neo Presidente per il Veneto infatti sono i giovani “fiammiferi” pronti all’innesco del magma italico.

Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, snobbato a livello istituzionale con un programma inesistente di manifestazioni, che ha visto in queste settimane il Piemonte farsi autonomamente portavoce, con una serie di iniziative locali, saranno nei prossimi mesi sicuramente ridicolizzate dalle parole, dai fatti, e dalle intenzioni del suo stesso Presidente. Che sia un caso, che il giovane ed intraprendente Cota, “molli” i privilegi disponibili a Roma da nullafacente Deputato, per essere candidato a forza per il centrodestra proprio in Piemonte ? Può darsi…

Sarà un caso, che il popolare Galan in Veleno, sia stato “silurato” in favore dell’altrettanto giovane ed intraprendente Zaia, anch’esso imposto al centrodestra ? Può darsi anche questo, ma voglio ricordare, che seppur forte, il seguito popolare in queste due regioni per la Lega Nord, MAI sarebbe bastato ad eleggere un Presidente su base proporzionale. Tutto il resto è inganno, è corruzione, è contrabbando di favori e intrallazzo partitocratrico, che nulla ha a che fare con la volontà del popolo italiano di queste due regioni. Sgombriamo per un attimo la nostra mente, dal sudiciume repubblicano che ci offusca la vista e guardiamo oltre questa nebbia… Il Veneto risponderà alle falsità storiche che Cota dal Piemonte ha già propinato in campagna elettorale, con falsità ancora più grosse e infarcite di astio, verso i piemontesi “conquistatori” e di rabbia per i meridionali “sfaticati”. E questo succederà, ad ogni abbozzo di ricordo unitario nel corso di quest’anno e del prossimo, c’è da scommetterci ! Gli faranno eco dal sud, personaggi subdoli come il Presidente Lombardo per la Sicilia e un numero sempre crescente di Vips sempre più in vista ed importanti via via che il caos e la possibilità di guadagno e di ben apparire con queste menzogne, aumenteranno.

Io non credo al caso, soprattutto in politica, soprattutto in questa repubblica, ecco perché oggi sono di umore nero, perché il cielo del mio Piemonte oltre che essere nuvoloso, ha perso quella luce nell’idea superiore che guidò il progetto Italia. Oggi sono di umore nero, perché guardando in faccia la realtà ed i personaggi su citati, vedo il ghigno mortale di Mazzini, corvo nero d’Italia, votato a disfare ciò che veniva fatto per soddisfare la sua irrefrenabile invidia e stupidità ideologica nei confronti di Casa Savoia, perché Questa risultava sempre e comunque più popolare tra la gente comune della sua inutile demagogia.

La Lega Nord quindi, l’ho già dichiarato in altre occasione e me ne faccio vanto, non è un movimento in antitesi all’attuale cattiva politica repubblicana, ne è il suo risultato finale. Il cavallo di Troia poi, il federalismo fiscale tanto atteso, non sarà la panacea alle attuali mancanze di fondi locali come avveniva fino a metà degli anni ’70 grazie alla saggia organizzazione territoriale e fiscale Sabauda (ricordiamolo agli amici d’osteria) ma sarà il “piede di porco” con la quale questa repubblica scardinerà l’ultima porta della nostra unità nazionale, provocando l’aggravamento delle già presenti disparità tra Nord e Sud. Queste sono tanto attese perché serviranno a fomentare ancora più odio e ancora più caos. Con il federalismo fiscale infatti, salterà ogni vincolo di solidarietà che oggi lega le varie province e regioni della penisola, …l’ultimo valore ancora presente su cui un cittadino italiano può oggi contare.

A chi gioverà ? …alla voracità della politica, sicuramente !

Intanto a chi spergiura che la volontà della Lega Nord, è guidata nell’interesse del popolo, noi replichiamo con una constatazione che non può essere smentita… in 15 anni circa di governo - tranne brevi parentesi del centrosinistra - la Lega Nord risiede anch’essa a Roma nella stanza dei bottoni senza aver cambiato di una virgola il sistema generale di mal governo di questa repubblica. Proviamo a dimostrare il contrario. Concludo con una tiratina d’orecchie ai miei concittadini piemontesi. Votando Cota non abbiamo fatto gli interessi nostri e dell’Italia. Noi che eravamo stati gli artefici principali della sua unità, avevamo il dovere di non farci gabbare in questo modo !

Siamo rimasti noi soli a vigilare. Soltanto noi monarchici ormai rappresentiamo l’estrema linea di difesa contro il secessionismo ed il disfattismo. Noi siamo chiamati dalla storia a vigilare e faremo del nostro meglio caro il nostro Presidente Cota. E’ una promessa !

02.04.2010 - Alberto Conterio