Interviste ad Alberto Conterio

mercoledì 30 marzo 2011

Libia : Ora non ci sono più dubbi !

Non ci sono più dubbi !

Il Governo italiano, già battuto sul piano decisionale dalla Francia e sul piano prettamente militare dal duo franco-britannico, ha cercato di negli ultimi giorni di riprendersi qualche briciola di dignità in campo internazionale aggrappandosi alla richiesta - finalmente esaudita ieri l’altro – di riportare le operazioni militari sotto l’ombrello del comando unificato Nato. A Roma, già si cantava vittoria, brindando al siluramento delle bieche mire affaristiche francesi, quando è giunta notizia di un importante convegno in videoconferenza tra gli interessati per definire gli assetti libici del dopo Gheddafi. Udite udite… l’Italia, non è stata invitata !


E per rimarcare il fatto che alla “spartizione della torta” libica, l’Italia non prenderà parte alcuna, al summit in videoconferenza, presenti gli Stati Uniti d’America, la Francia ed il Regno Unito, è stata invitata la Germania del Cancelliere Anghela Merkel, cioè un paese che - dichiarando di non voler avere nulla a che fare con la questione libica - fino ad ora non ha impegnato un solo misero Euro in questa operazione !

Ora non possiamo più avere dubbi in proposito, all’Italia che mette a disposizione le basi, il proprio spazio aereo (con i disagi che conosciamo ai lavoratori degli scali interessati), che accoglie TUTTI i profughi fin’ora partiti dall’Africa, non conta nulla, anzi può essere umiliata sul piano internazionale in modo tanto villano quanto palese perché ciò si sappia, e tutti possano comportarsi di conseguenza.

E adesso vediamo cosa inventerà Fratttini e il povero Silvio per convincere il gatto della mia vicina di casa, che l’Italia è una Nazione che conta nel panorama mondiale !

Una gran bella politica estera. Complimenti !

Alberto Conterio - 29.03.2011

mercoledì 23 marzo 2011

Non siamo governati e resteremo al buio !

Non siamo governati e resteremo al buio ! 

L’avevamo detto o no ?
La settimana passata avevamo previsto che il neo programma nucleare italiano sarebbe affondato nel fango creato dal caso giapponese di Fukushima, e così è stato !
Il Ministro Romano, ieri, ha annunciato infatti, che il governo ha deliberato una moratoria di 12 mesi sulla decisione, in modo da acquisire tutti i dati necessari e le certezze previste dai “fantomatici” crash test sugli impianti nucleari europei esistenti !


Prima di insultare per l’ennesima volta l’esecutivo – che evidentemente ci meritiamo – su questa decisione, desidero affermare che la stessa sarebbe legittima in ogni contesto responsabile, ma non lo nella particolare situazione presente in Italia oggi.Già un anno fa, denunciammo come il corretto ritorno all’energia nucleare necessaria a rilanciare la competitività delle nostre industrie, e per ridurre l’inquinamento atmosferico (come previsto dagli accordi di Kyoto) e ridurre la nostra dipendenza energetica da fonti estere, fosse azzoppato dall’incomprensibile comportamento della politica effettuata dal governo stesso. Questo infatti, fatto il primo passo, avrebbe dovuto impegnarsi a fondo con una capillare opera di informazione dell’opinione pubblica, contrastando con la verità, le molte cassandre che da decenni fanno terrorismo informativo sull’argomento utilizzando molteplici menzogne.Tacque invece, fino a ieri, quando dopo il disastro naturale giapponese, che ha conseguentemente creato il “problema” Fukushima” ha reso la strada in salita verso la costruzione di nuovi impianti per lo sfruttamento dell’atomo, difficilissima, improbabile !

Ma difficilissimo non vuol dire impossibile. A rendere - per questo governo - impossibile la faccenda, sono i referendum di giugno. Tra essi un quesito sull’argomento “nucleare”, che, risultando già ostico al governo prima del caso giapponese, ora l’ha messo il fibrillazione. Ieri così se creduto opportuno congelare il programma con una moratoria.

Ritengo la decisione della moratoria corretta dal punto di vista tecnico, se fosse dettata da ciò; risulta invece la solita pagliacciata, perché dettata, anzi imposta da esigenze di opportunità politica. L’opinione pubblica infatti, già contagiata da anni dal virus (virulento)  che non vuole lo sfruttamento dell’atomo in Italia, ed ulteriormente spaventata dall’incidente sicuramente grave avvenuto in Giappone - ma che non ha nulla a che vedere con pericoli insiti nello sfruttamento dell’atomo - risulta particolarmente portato a votare contro la proposta governativa.
Il governo, che tira a campare giorno per giorno basandosi sui sondaggi telefonici e sulla danze della pioggia, ha disposto d’ufficio il depennamento della “difficoltà”.
Il criterio di questo comportamento quindi non è basato su fatti tecnici obiettivi, perché è chiaro che una moratoria di 12 mesi, non può aggiungere nulla di più agli oltre 25 anni di riflessione e progresso intercorsi tra Chernobyl e Fukushima ! Il comportamento del governo è dettato esclusivamente volontà di conservare la “poltrona”, e per fare ciò, è pronto a depennare qualsiasi provvedimento possa procurargli un “dispiacere” a giugno o in futuro.

Mi chiedo : ma questo sistema di condurre una Nazione che tra lazzi e battute, risulta essere comunque la sesta o settima economia mondiale, è una cosa seria ?
Possiamo rivoltare come un calzino un programma a lunga scadenza e di importanza strategica che mirava a stabilizzare la dipendenza energetica di una nazione tra le più progredite al mondo con 60 milioni di abitanti per paura di affrontare un referendum ? È possibile comportarsi così vergognosamente senza provare a difendere le proprie idee e le proprie convinzioni ?
Ma che uomini sono questi ?
In che mani abbiamo delegato la nostra sovranità, la nostra fiducia, i nostri figli ?

È davvero il caso di fare gli scongiuri !

Alberto Conterio - 23.03.2011 

martedì 22 marzo 2011

Libia : quando conviene avere idee chiare.

Libia : quando conviene avere idee chiare.

Penso che la “situazione” libica abbia condensato nel Governo italiano quanto di peggio ci si poteva aspettare in fatto di capacità, lungimiranza e opportunità internazionale, economica e politica dell’attuale classe politica.
Fin dalle prime battute infatti, la crisi della “quarta sponda” non è stata valutata nella sua interezza, ma vista nella cornice dorata delle amicizie personali del nostro Presidente del Consiglio. Ciò ha causato danni irrimediabili agli interessi nazionali nostri, di cui cominciamo ad avvertire i primi effetti, ma che nei prossimi anni diventeranno evidentissimi con gravissime ricadute sulla nostra economia e possibilità di sviluppo.
Abbiamo già scritto in passato - non più tardi di 15 giorni fa l’ultima volta - circa la collusione delle istituzioni repubblicane di questo Paese con i traffici loschi del dittatore libico in cambio di favori commerciali. Fermi nel nostro principio, che la dignità di una Nazione come la nostra, non debba piegarsi sotto il peso di interessi commerciali, occorre riconoscere, che almeno vi era una logica. Un disegno forse incomprensibile ai valori che ci appartengono ma era pur sempre un disegno.


Con lo scatenarsi della crisi libica però, questa “utopia” è stata abbandonata in favore dell’imbecillità certa. Ultimi nel mondo civile ad aver condannato il comportamento del dittatore libico, abbiamo parcheggiato la nostra diplomazia sul binario morto dell’attendismo, per più di un mese, mentre Francia e Gran Bretagna si organizzavano e scalpitavano per avere la parvenza di una copertura legale ad intervenire. Poi quando a Parigi qualche giorno fa, siamo andati a prendere ordini, comprendendo - solo allora - che tutto era già stato stabilito, abbiamo obbedito con grandi sorrisi. Basi italiane e porti a disposizione, aerei e tecnologia di prim’ordine in affitto, svendita totale della rimasta dignità nazionale.
Naturalmente il Ministro Frattini, dall’alto delle sue provate “capacità” non era ancora arrivato a capire che a noi italiani sarebbe toccato in danno e la beffa, mentre a francesi e britannici il “bottino”, ma il Ministro La Russa, non vedeva l’ora di giocare a risiko nel mediterraneo, e Silvio Berlusconi, anche detto cavaliere, se definito addolorato per la sorte dell’amico beduino e non si è esposto oltre modo. Devono essere stati gli sbarchi continui di poveri disperati all’isola immacolata di Lampedusa e le grida ancor più disperate della popolazione autoctona ad aver svegliato il Governo dal torpore vergognoso in cui si cullava. Berlusconi e Frattini, hanno finalmente compreso !
Sopraffine intellighenzie, sono finalmente giunti a capire il gioco della Francia che ha fregato tutti sul tempo e nelle idee. I britannici hanno subodorato l’astuzia e si sono accodati con impegno, nel tentativo di non essere completamente tagliati fuori. Gli americani, che scontano l’errore di aver eletto un non presidente, hanno perso il treno, ma almeno lo hanno fatto coscientemente, giocando al risparmio di energie e, tutto sommato, non perderanno nulla. I loro interessi in quella regione infatti erano già nulli prima della crisi. Chi perderà tutto invece e dovrà anche sobbarcarsi i problemi ed i danni che questa crisi comporta sarà l’Italia.
Quando ieri, anche i nostri governanti sono giunti finalmente a questa conclusione, hanno cercato di chiudere la stalla, peccato che - come dice il proverbio - le mucche erano giù tutte scappate. Ora possiamo fare gli offesi, possiamo revocare agli “alleati” l’uso del nostro suolo e delle nostre basi, possiamo pure far finta che non abbiamo sparato e che non invieremo più i tre o quattro aerei a disposizione della nostra imponente forza aerea, ma ciò non impedirà alla Francia e alla Gran Bretagna di apparire agli occhi dei ribelli (che domani potrebbe diventare classe dirigente) come i salvatori, non potrà impedire che costoro si sostituiranno come interlocutori privilegiati negli accordi commerciali al posto nostro, non potrà impedire che i nostri scomodi alleati abbiamo domani, la priorità nello sfruttamento delle riserve energetiche libiche, così come non potremmo impedire ai disperati di imbarcarsi in massa per l’Italia, che umanamente, dovrà farsi carico del problema. Piaccia o non piaccia nelle osterie della bergamasca !
Insomma all’Italia i danni economici delle nostre aziende, i problemi umanitari e sociali che un esodo di massa comportano e l’incertezza degli approvvigionamenti energetici mentre ai franco-britannici vanno i vantaggi (solo i vantaggi) che questa operazione porta loro in dote.
Questi sono grossolani errori che si pagano salati, e a Lampedusa gli “italiani” hanno cominciato ad accorgersene !

Una politica estera consapevole della nostra situazione, che mira al rafforzamento della nostra influenza nell’area mediterranea come potenza regionale, non doveva farsi scappare quest’occasione. Abbiamo avuto almeno 15 giorni di tempo a fine febbraio per prendere l’iniziativa unilateralmente ed autonomamente come i nostri interessi economici richiedevano e ci autorizzavano anche in ambito europeo. Francia e Gran Bretagna presi in contropiede hanno impiegato questo tempo a riannodare i fili della situazione. Noi che la situazione avremmo dovuto averla in mano, dovevamo agire subito. Non vi sono scuse !
Non era necessario scatenare l’inferno che è stato scatenato sabato 19 marzo con i bombardamenti, era sufficiente inviare in prima battuta, visibile ed evidente soccorso alle popolazioni, armi ai “ribelli”, informatori e consiglieri militari per dare coesione e coordinamento alla rivolta e consistenza alla forza militare. Al momento giusto, e conoscendo la situazione dall’interno, sarebbe stato sufficiente qualche colpo a sorpresa alle comunicazioni del Rais, presenziare con la nostra flotta al largo di Tripoli concedendo al dittatore un salvacondotto certo, perché potesse togliere il disturbo e salvare la pelle, quando era propenso a volerlo fare. La faccenda andava risolta alle nostre condizioni e a nostro esclusivo interesse salvaguardando anche la vita di migliaia di libici riconoscenti !

Certo occorre avere gli “attributi” in primis, un progetto nazionale - e un ministro degli esteri preparato - che non si basi sui sondaggi commissionati dopo l’ultimo festino ad Arcore, ma su un’idea di sviluppo globale dell’Italia nel medio lungo periodo. Il ruolo internazionale della nostra Patria poi, dovrebbe essere chiaro a tutta la classe dirigente governativa e di opposizione, una volta per tutte.
Oggi siamo sicuri soltanto che il gas ed il petrolio in futuro andrà ai nostri “amici”, …gli immigrati a noi ! E se Gheddafi resta in sella ? …per gli italiani la musica non cambia, anzi !
Da oggi mi unisco al coro delle opposizioni che chiedono da anni le dimissioni del Governo, …andatevene, non se ne può più !!!

Alberto Conterio - 22 marzo 2011

venerdì 18 marzo 2011

Monarchici in Rete: ...E io non vi voto mai più...

Monarchici in Rete: ...E io non vi voto mai più...: "Cari signori della Lega, è successo diverse volte che ad un residente in Piemonte, quale io sono, sia stato chiesto di votare per qualcuno d..."

martedì 15 marzo 2011

Il banco vince !

Il banco vince !

Oggi sono di umore nero ! Sarà l’età, sarà il tempo piovoso, sarà che anche il giubileo per i 150 anni della proclamazione del Regno d’Italia è stato utilizzato dagli autolesionisti per far male alla nostra Patria, …non so cosa sarà, ma quando sono di umore nero, normalmente mi riescono particolarmente bene le previsioni sul futuro che ci attende.
Le notizie dal Giappone che vengono trasmesse sui media italiani, siano essi giornali stampati, in linea, televisivi o radiofonici, al di là dell’immane tragedia rappresentata dalla furia scatenata degli elementi naturali e dal dolore che nessuno può non sentire per quanti sono periti e per quanti, sopravvissuti si porteranno in cuore questo terribile ricordo - messe quasi in secondo piano - sono tutte improntate a condizionare l’opinione pubblica sulla pericolosità dell’atomo quale fonte di energia.
Ho scritto sopra “le notizie dal Giappone che vengono trasmesse”, perché appare evidente che esse, non sono tutte le notizie, ma solo quelle “selezionate” che vengono trasmesse.


Ora già da sabato 12 marzo, “l’informazione” non puntava sul dramma di un evento naturale catastrofico nella sua ampiezza, ma sul “problema” tecnico nucleare. Non desidero essere frainteso, non è che questo non sia un pericolo, lo è, ed anche gravissimo, ma mentre io spero con tutto il cuore, che esso possa essere in queste ore risolto, ho l’impressione che in Italia, vi siano delle cornacchie che “vogliono” il disastro più grave. Ho l’impressione che questi avvoltoi desiderino ardentemente altri morti e futuri malati per patologie riconducibili all’esposizione alle radiazioni atomiche per rafforzare la loro “religione”.

Perché sono così “cattivo” perché alla nostra opinione pubblica non vengono riportate notizie, vengono subdolamente iniettati condensati di paure ancestrali e giudizi preconfezionati da chi ha interessi politici e finanziari perché la situazione da sudditanza verso i combustibili fossili non abbia a modificarsi.

A mio parere, la notizia vera, avrebbe dovuto evidenziare, come un sistema di produzione energetico, progettato e realizzato più di cinquant’anni fa abbia retto nonostante tutto, all’urto di un sisma di forza 8,9 gradi della scala Richter, e agli effetti devastanti del successivo maremoto riversatosi sulle coste più vicine. La concomitanza di questi due elementi naturali, e solo questo, hanno messo in crisi il sistema di raffreddamento della centrale, che hanno portato ai problemi (gravissimi) da risolvere.
Ho letto su qualche articolo, che questo terremoto a liberato una forza pari a 30.000 volte la forza liberata dal sisma che ha messo in ginocchio l’Abruzzo e pressoché distrutto Potenza. Magari hanno esagerato, non sarà 30.000 volte e forse neppure 3.000. Possiamo noi, immaginare una forza anche solo 300 volte superiore a quella liberatasi in Abruzzo, che investa una porzione a caso del nostro territorio nazionale - sia esso anche la più progredita ed attrezzata Lombardia - quali danni avrebbe provocato?

Ora se gli amici che oggi operano questa forma di terrorismo mediatico contro l’uso dell’atomo per la sua pericolosità, sono in grado di quantificare e rendere noti i danni provocati all’uomo e all’ambiente tanto caro - tra la tragedia di Chernobyl e l’attuale dramma nipponico - dall’estrazione, il trasporto, la raffinazione e l’impiego del petrolio, ci accorgeremmo del saldo negativo che ciò comporta.

Ma andiamo oltre e passiamo alla previsione…
Il neo progetto di questo governo di zimbelli, incompetenti, e arroganti dediti alla zuffa perpetua, di riesumare in Italia, la produzione di energia per mezzo dell’atomo, può considerarsi morto e sepolto ! Il fango che in questi giorni, “grazie” alla tragedia giapponese, viene riversato in favore della sua definitiva sepoltura sarà determinante. Ne sono certissimo !
Oggi stiamo già pagando le conseguenze dell’errata interpretazione politica data ai quesiti referendari post Chernobyl, e domani pagheremo con il nostro definitivo tramonto e oblio, la scelta che ci verrà imposta a seguito di questo incidente, nonostante ogni contraria e logica evidenza.
Chi sarà a vincere ? Vince il banco purtroppo, …in questo caso i petrolieri !
Il banco vince sempre !!!

Alberto Conterio - 15.03.2011

lunedì 7 marzo 2011

Complesso di inferiorità


Complesso di inferiorità

Desidero tornare a parlare dell’appuntamento ormai prossimo del 17 marzo.
Oltre alla falsificazione storica dell’anniversario intitolato all’Unità d’Italia, per non dover ricordare invece la Proclamazione del Regno d’Italia, cioè la nascita dello stato unitario italiano così come è avvenuta, non completo territorialmente (mancando tutto il Lazio con Roma, il Veneto con Venezia, la Venezia Giulia con Trieste, ed il Trentino con Trento) abbiamo dovuto sopportare tutta una serie di “insorgenze” anti unitarie, che partendo dalla vuota ignoranza leghista, ha visto svilupparsi al Sud, una più intellettuale rivisitazione storica in salsa neo borbonica, puntando sull’ormai totale mancanza di nozioni storiche di base che, grazie allo sfascio della scuola pubblica, il popolo italiano dimostra.


A questi fatti, sufficiente in altri paesi a “produrre” piani socioculturali atti a ristabilire i valori unitari necessari da sempre a confrontarsi con la dovuta convinzione con gli altri popoli sulla piazza internazionale, vengono invece aggravati da un governo che, pur unito su ogni ridicolaggine politica e di gossip mondano, risulta diviso al suo interno, su questo argomento, dando importanza e legalità a tutti coloro che per interesse di parte, o per pura idiozia soffiano sul fuoco delle autonomie e delle secessioni di parti importanti della nostra Patria.

Il giorno del 17 marzo, sarà festa nazionale, non perché questa data sia istituzionalmente £sentita”, ma perché lo indica un Decreto. Quest’anno, e solo quest’anno, così è stabilito. Tre importanti ministri dell’esecutivo, possono vantarsi di aver votato contro. Nonostante ciò il Decreto, è stato approvato con grande scorno loro e dell’unione industriali (soprattutto lombardi), per bocca del loro Presidente, la Sig.ra Marcegaglia, si sono detti contrari - un giorno di festa in 150 anni - per rimarcare la frattura (finta) tra il mondo produttivo e la politica. Scriviamo finta frattura, perché non si può smentire che da decenni, soprattutto i grossi industriali del Nord, fanno grassi affari proprio grazie alla politica. Effimera la logica di questa contrarietà, considerando che nessuno di questi interessatissimi industriali si è mai lamentato di feste ben più puerili quali l’epifania, l’immacolata concezione, o lo stesso 2 giugno, tutti giorni di festività …annuali !

Questo disordine nazionale, grazie agli “esempi” citati, si moltiplica in ogni settore della vita sociale. Anche nelle scuole, il 17 marzo viene vissuto come un’emergenza.
Venerdì della passata settimana, tanto per fare un esempio pratico, i miei figli sono tornati a casa da scuola, con il testo di “Fratelli d’Italia” tra le mani, e dopo qualche domanda mirata, ho appreso, che quel giorno, tanto in classe V che in classe II da loro frequentate, s’è cantato più volte l’inno nazionale, nel tentativo di impararlo a memoria. Potrebbe sembrare una buona cosa ? Perché no, …se non fosse scandaloso e assolutamente negativo invece, che ciò sia fatto per la prima volta in assoluto, dopo anni di silenzio. Un silenzio che sa di omertà, con cui le Istituzioni sono colpevoli di aver disfatto e corroso il senso quasi religioso della nostra secolare italianità.
La repubblica italiana però, che procede su questa vergognosa strada fin dai primi vagiti, ha ritenuto che a qualche settimana dall’anniversario del 150° compleanno nazionale, la scuola pubblica dovesse insegnare l’inno di Mameli …per Decreto. Il prossimo anno si vedrà, tutto senza un disegno, un programma di crescita sociale e culturale delle nuove generazioni, che domani, diventando anche “classe dirigente” dovrà reggere le sorti di questo carrozzone !

Questo Giubileo, ha insomma dimostrato - ma era già evidentissimo - che la repubblica italiana, si autoalimenta di censure e ipocrisie, dove la storia cancellata e riscritta ad uso e consumo serve a coprire,come una spessa mano di vernice, il profondo complesso di inferiorità politico, sociale ed intellettuale nei confronti del passato monarchico. Un passato forse più povero di denaro, ma ben più ricco di valori ed energie sane. Chi allora rappresentava lo Stato, era davvero un esempio; non c’erano frotte di incompetenti e nullafacenti tra i dipendenti pubblici (utili soltanto come riserva elettorale), così come non c’erano in Parlamento, illetterati, prostitute, travestiti, ladri, e corrotti, ma persone serie e preparate ed oneste.
Non mi stancherò mai di scriverlo : il miracolo economico dei primi anni ’60, dopo la rovinosa guerra, non è potuto accadere per un caso fortuito, ma soltanto grazie alle residue ed oneste energie del precedente ordinamento monarchico e sabaudo.
Auguro alla mia Patria - che la maggioranza degli italiani definisce ormai soltanto “il Paese” - che questo 150° anniversario della Proclamazione del Regno d’Italia, serva a riflettere.
Per il bene dei nostri figli, lo Stato deve essere rifondato alla svelta, il resto del mondo non ci aspetta !  

Alberto Conterio - 07.03.2011