Interviste ad Alberto Conterio

domenica 26 dicembre 2021

venerdì 16 luglio 2021

Vita o libertà?

Vita o libertà?

Dobbiamo tornare ad avere la libertà di vivere…

 

Quest’oggi desidero fare della filosofia, sperando di essere almeno all’altezza di chi ha la pazienza di leggermi. Non credo di scrivere una verità e non ho la pretesa di voler credere che il mio pensiero possa essere un esempio per qualcuno. Desidero solo esternare la mia opinione su un argomento che ritengo fondamentale.

Siamo alle battute finali di quella che Mons. Viganò ha definito “farsa”. Purtroppo credo anche che difficilmente questa, si risolva da sola o per gentile concessione di chi in essa vede grossi interessi.

 

Se ognuno di noi non ci metterà una parte del proprio impegno, l’epilogo è scritto, e non sarà positivo!

Da marzo dell’anno passato, abbiamo più volte dovuto ascoltare da un numero infinito di fonti e persone che la salute e la vita sono le cose più importanti, e che occorre preservarle a qualsiasi costo.

Spot televisivi, trasmissioni dette di “approfondimento”, articoli sui giornali ecc. tutti a ribadire questo concetto. Un dogma insomma…

Non per voler essere sistematicamente contrario, devo però scrivere, che non sono d’accordo.

Sono decisamente convinto che ciò non sia vero, e desidero argomentare questo mio pensiero:

Dal momento che, quando nasciamo, acquisiamo in breve tempo, la coscienza che la nostra vita non è eterna, come può la vita in sé, la vita biologica essere il bene più prezioso di un uomo?

Gli antichi Greci ad esempio, utilizzavano due distinte parole per definire la via. Una era zoé e l’altra bìos.

Con zoé, intendevano la vita biologica che può raffigurarsi nel ciclo naturale proprio dell’essere vivente, con un corpo da nutrire, sottoposto alle necessità della sua natura, con una data di termine scritta nello stesso suo patrimonio genetico DNA. Un giorno per le farfalle, duecento anni per le tartarughe, questo il tempo concesso, dopo il quale, con la morte, la materia torna alla terra. Questa vita è comune a tutti gli esseri viventi su questo pianeta, siano essi appartenenti al regno animale che vegetale.

Con il bìos invece, i sapienti Greci, intendevano qualcosa di completamente diverso, che riguardava la facoltà superiore dell’uomo, come animale cosciente di sé, di intuire e costruire una qualità della sua vita biologica

Il bìos quindi si riferisce ad una vita orientata al raggiungimento di obiettivi liberamente scelti dalla ragione, che fanno dell’esistenza della persona attraverso la ragione stessa e i rapporti sociali, qualcosa di unico e irripetibile, che può manifestarsi esclusivamente quando questa dispone della libertà.

Deve quindi essere chiaro a tutti che il bene più prezioso di un uomo, non può essere altro che la libertà di vivere la propria vita.

Ecco perché non riesco a comprendere l’odierna rassegnazione che vedo nella gente. Una gente che si è ormai assuefatta a sopravvivere limitata nelle proprie libertà per paura di morire. Gente supina ad un sistema che li vuole schiavi, per ignoranza o perché ingannata.

E la responsabilità di questo grave stato di cose è certamente da attribuire ai mezzi di informazione in primis, agli intellettuali, che in passato avevano sempre guidato il pensiero della gente ponendosi come alternativa al potere e che ora invece si sono appiattiti su posizioni di comodo, così come l’attuale classe medica, che a maggioranza, pur di non avere problemi, ha voltato le spalle agli studi che ha compiuto, ha voltato le spalle al giuramento di Ippocrate, ha voltato le spalle ai suoi stessi assistiti che avevano fiducia in loro.

Di fronte a questa putrefazione della ragione e della società, coloro che sentono scorrere nelle vene, non il comune sangue ma quel miscuglio misterioso ed inebriante fatto di materia, ragione e libertà, non hanno molto da fare o da dire per cercare di riportare la palla in campo. Ciò che possiamo fare è quello di continuare a tenere accesa la fiamma ideale del significato di libertà, come i primitivi facevano con il fuoco, quando dovevano superare una tempesta nella notte.

Se Dio vorrà, quanto asserito da Mons. Viganò dovesse verificarsi “…questa farsa crollerà…”, al riapparire del giorno nuovo, la fiamma della libertà che cerchiamo di preservare ben vivida, servirà certamente a ricostruire questo mondo, senza fraintendimenti di sorta, libero e pulito.

Ma guai a coloro che quel giorno, per troppa gioia d’aver ritrovato la luce, sarà portato a perdonare quanti in questi anni hanno anche solo involontariamente contribuito a costruire prigioni e ad oscurare il sole.

Quel giorno dobbiamo avere coscienza che il taglio con il passato, per quanto possa essere doloroso, dovrà essere netto e definitivo!

 

Alberto Conterio - 15.07.2021
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mercoledì 7 luglio 2021

Emergenza infinità

Emergenza infinità

Come protrarre nel tempo interessi e guadagni

Diciamo che l’emergenza Covid, prosegue per la sua strada, di variante in variante senza possibilità di soluzione. Naturalmente, ciò che nel nostro Paese viene spacciato per informazione, ha già iniziato il tiro di preparazione all’offensiva autunnale, cospargendo il popolo di inascoltabili menzogne, così come il carretto con lo sterco di mucca del contadino, distribuisce queste defezioni per i campi per preparare il terreno alle nuove semine!

Secondo costoro, la colpa dei nuovi focolai in Gran Bretagna e Israele (i Paesi che hanno vaccinato di più) sarebbe da attribuire ai non vaccinati, lasciando intendere che lo stesso risultato potremmo averlo in autunno anche in Italia se non si riuscirà a “stanare” – proprio così hanno scritto – gli untori che rifiutano il sacro siero della vita dispensato con efficienza militare dal Generale Francesco Paolo Figliuolo.

Tanto per essere chiari, questo “romanzo” che viene spacciato per verità, è una raccolta vergognosa di infinite di sciocchezze, alla quale si può rispondere guardando ai fatti e alle consuetudini scientifiche che, fino a prima di questa ridicola emergenza sanitaria, venivano insegnate e studiate in tutte le facoltà di medicina.

Sentire parlare Burioni suscita ogni volta un sentimento di disgusto, in quanto per farsi chiamare medico, dottore o professore dovrebbe aver frequentato una facoltà di medicina e chirurgia. Egli quindi dovrebbe sapere o ricordare che ciò che si studia per superare uno dei primi esami al corso di medicina, prevede che NON si deve MAI vaccinare in corso di epidemia, pena il formarsi di nuove e più “cattive” varianti del virus che si vuole debellare.

I virus infatti, sono “parassiti” obbligati ad avere un essere in vita che li ospiti per potere vivere. Quando infettano un essere vivente e questo muore, muoiono anch’essi, per cui questi virus, tendono via via a rendersi meno “cattivi” finché giungono ad un compromesso che renda possibile la loro vita all’interno dell’essere vivente che li ospita, senza ucciderlo. Ecco perché in natura si sviluppano nel tempo diverse varianti via via meno letali! Ovvero, il virus in via naturale, continua a mutare finché non raggiunge questo compromesso di equilibrio. Il che significa che, ad un certo punto, l’epidemia si esaurisce DA SOLA, così come è accaduto per la Sars-Cov1 o per l’Ebola, virus sicuramente molto più letali dell’attuale epidemia…

Ricordate per questi virus tutto il baccano presente oggi?

Quando invece, si decide di vaccinare come in questo caso, andando contro natura, nel corso di una epidemia, il virus, che si sente attaccato, per difendersi, torna ad essere più “cattivo” per cercare di saltare le difese del soggetto che deve colonizzare, pena la sua morte. È ciò che sta accadendo ora in Gran Bretagna e Israele, che guarda caso, sono i paesi “occidentali” nei quali si è più vaccinato!

E ancora: non è un caso, che le prime varianti si siano registrate nel Regno Unito. Ricorderete la variante “Inglese” di inizio anno. In Gran Bretagna le vaccinazioni a tappeto erano iniziate a fine novembre inizio dicembre 2020. Altra combinazione, e che le varianti, prima denominate con il nome del paese dove era stato riscontrato, ora sono denominate con lettere dell’alfabeto greco, anonime… Si fa ciò, per evitare che le normali persone che ancora ragionano, possano fare gli opportuni collegamenti logici?

È quindi “colpa” dei vaccinati, se in autunno, ci ritroveremo a dover fronteggiare una nuova recrudescenza del virus, ma i virologi da salotto alla Burioni, verranno a raccontarci il contrario.

Se cominciamo ad avere dubbi sulla scienza televisiva da avanspettacolo o non credete possibile quanto sto esponendo in questo articolo, cercate di ricordare il buon senso di un tempo: quando eravamo piccini ed uno di noi si ammalava di varicella, di morbillo, cosa facevano le nostre mamme? Mettevano i fratelli e gli amici a contatto perché “facessero gli anticorpi”. È il nostro sistema immunitario il vaccino più efficace che possiamo avere, e dura TUTTA LA VITA!

Quindi non è richiudendo la gente in casa o vaccinando che si crea immunità ma favorendo i contatti, (ovviamente proteggendo i soggetti a rischio per età o concomitanti patologie).

Infine, due paroline sulle museruole che, nonostante la caduta dell’obbligo di doverla indossare all’aperto, molti, anzi troppi di noi continuano incessantemente ad utilizzare come pecore impaurite…

La mascherina chirurgica è INUTILE all’aperto e se vogliamo essere onesti, anche al chiuso, perché NON difende dai virus. A malapena offre una certa protezione contro i batteri. È scritto a chiare lettere anche sulle confezioni che abitualmente ormai, acquistiamo in farmacia o al supermercato! LEGGETELE!!!

Vogliamo svegliarci per cortesia? Abbiamo capito o no, che tutto questo racconto mediatico non ha nulla a che fare con la salvaguardia della nostra salute, ma ha fini ben diversi?

Alberto Conetrio - 07.07.2021

 

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venerdì 21 maggio 2021

Tutti con gioia a vaccinarsi?

Tutti con gioia a vaccinarsi?

Perduta la battaglia e forse anche la guerra, ma resta un dovere di ogni buon cittadino resistere

Vivo in questi ultimi mesi, un profondo senso di solitudine, di delusione, di amarezza anche. Dopo oltre 16 mesi dall’inizio di questo inganno, definito Pandemia, non si vedo ancora una via d’uscita. Il mastino che ha assestato un morso al nostro collo, ha ancora le mascelle ben serrate, e la stretta continua ogni giorno di più.

Certo, se si vuole guardare oltre il proprio naso, in rete, si ha la possibilità di notare che sono molte le voci e le persone che combattono contro questo regime, veicolando informazioni, azioni e idee, ma… sembra tutto inutile. L’area occupata da queste forze libere che resistono e dissentono si fa giorno per giorno più insignificante. La strada, tracciata da una regia oscura, viene seguita con il pilota automatico, e delusione più grande, è constatare che la quasi totalità della gente con cui sono in contatto per mille diversi motivi, è ormai stata riprogrammata, accettando a diverso titolo quanto sta succedendo.

Questo è un fatto spinoso, perché riguarda non solo la nostra capacità di ragionare, di opporci all’ingiustizia a livello di società, ma risulta essere alla lunga devastante per la nostra stessa psiche e salute fisica personale.

Dopo un primo momento di disorientamento nel quale ognuno di noi si è trovato di fronte alla novità, e mancavamo ancora di un’opinione, è parso chiaro dopo qualche settimana, che si trattava di una presa in giro. O meglio, senza contestare la presenza reale della malattia, ci siamo presto resi conto che il racconto intorno ad essa era pura invenzione. Fu evidente in fretta, che la sua pericolosità, la sua incurabilità, la sua estrema contagiosità, erano solo narrazione… Poi abbiamo compreso che questi racconti erano necessari agli enormi interessi economici che ruotano intorno a questa “opportunità”. Infine, abbiamo preso coscienza con orrore, che tutte le cure disponibili (e sono tante e tutte validissime) erano state oscurate, parcheggiate, nascoste, affinché, il bollettino giornaliero di questa “guerra” potesse rimanere importante per alimentare a dovere la paura necessaria. Insomma la paura deve rimanere alta, perché la gente spaventata possa essere guidata come un gregge, dove si ha maggior interesse, …e coloro che sono caduti nella trappola della paura, sono molti e coincidono soprattutto con chi, per pigrizia o per fattore anagrafico, trovano nella televisione, la loro finestra sul mondo dell’informazione. Costoro non mi fanno rabbia, perché sono come bambini accompagnati mano nella mano a credere. Babbo Natale, la Fata dei dentini, il Coniglietto della Pasqua, i racconti sul Covid di Canale 5, o gli sproloqui sulla Pandemia del canale La7, sono la stessa cosa ed hanno lo stesso valore. Rabbia invece, mi fanno coloro che, pur avendo compreso l’inganno di fondo, dimostrano ormai di essersi adattati al regime. Costoro si dicono contenti di sapere che il coprifuoco, sarà presto prorogato di un’ora, e che forse, “domani” - se i contagi calano - potremmo anche prendere un caffè al bancone del locale sotto casa, facendo finta di non aver compreso che il problema non risiede nell’oretta in più o in meno di aria concessa. Non si tratta di piccolezze, c’è in gioco il principio stesso della nostra libertà e del nostro futuro!

Queste sono persone che pur dimostrandosi dubbiose quando non apertamente contrarie ad esempio, all’obbligatorietà vaccinale e alla bontà propria di questi farmaci sperimentali, sono pronte a sfidare la sorte e si faranno vaccinare… non appena ne avranno la possibilità. Con gioia anche! Accampano naturalmente, ogni possibile argomento per “scusarsi” di ciò: dalla necessità per convivenza, all’opportunità lavorativa, dal poter svolgere il proprio sport preferito, alla possibilità di poter andare in vacanza. Insomma è venuta meno la volontà di resistenza e il senso critico della popolazione nel suo insieme. Tutti o quasi tutti sono pronti a sopportare, pur di lasciarsi alle spalle il problema. Perché vogliono fortemente credere ciò, per sentirsi meglio…

Insomma, la maggioranza delle persone, ha assolutamente bisogno di vaccinarsi per mostrarsi “normale” al mondo dei normalizzati, allontanando quanto prima da loro l’immagine di piantagrane, oppure, peggio ancora, pur avendo annusato l’inganno hanno il terrore di crederlo vero, per non dover rimettere in discussione ciò che vogliono credere e tutta la loro esistenza. Combattono ormai, contro uno stato psicologico interno.

È a causa di queste persone che il regime sogghignando, prospera e trascinerà nel baratro della dittatura l’intera società. Una società che a maggioranza avalla il regime che detesta per evitare la scomodità di dover giustificare la propria opinione, oppure teme nel subconscio di dover riconsiderare i propri punti di riferimento. Io come persona libera e pensante, non posso più incidere su quanto accade, se non facendo della vana quanto inutile informazione. Sono cosciente d’essere una goccia nell’oceano, indistinguibile e insignificante di fronte alla potenza dell’avversario. È ciò che mi mette angoscia, disperazione anche!

Ma anche di fronte alla mia impotenza, sento forte la responsabilità di dover resistere. Non ci sto a favorire questo regime legalizzando le sue imposizioni e i suoi crimini per pigrizia o per paura. Sono nato libero e intendo difendere questa mia libertà di pensiero, d’azione e di movimento contro ogni forza “nemica” a costo della vita. Una vita, ricordiamolo bene, che ha un valore solo quando si ha la libertà di poterla “vivere”, così come è anche corretto ricordare, che è nostro dovere di buoni cittadini opporci ad ogni legge che affonda le sue radice lontane dalla giustizia! La falsa legalità che permea questa situazione, il rimarcare all’infinito la necessità di ricercare "il “bene comune” sono solo il fumo necessario al potere per prosperare!

Un uomo non può fare tutto, ma deve sicuramente fare qualche cosa affinché l’ingiustizia non prevalga sull’uomo stesso, ed è ciò che anche da solo, continuerò a fare!

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venerdì 5 febbraio 2021

Xi Jinping e Vladimir Putin difendono l’umanità a Davos

Xi Jinping e Vladimir Putin difendono l’umanità a Davos

Alla conferenza vanno in scena due visioni in totale contrasto dello “sviluppo sostenibile”

(Tratto dall’articolo di Matthew Ehret, su SCF del 1 febbraio 2021)

Tra il 25 e il 29 gennaio 2021, i leader mondiali sono stati coinvolti in una conferenza (quest’anno digitale) intitolata “The Davos Agenda” per discutere le basi della nuova architettura economica mondiale emergente chiamata “The Great Reset”. Per chi non hanno ancora fatto questa inquietante scoperta, l’agenda del Great Reset fu svelata per la prima volta dal World Economic Forum come una copertura per imporre dall’alto, un nuovo ordine economico mondiale agli Stati nazione. Questo reset viene nascosto/giustificato da una patina di moralità basata sull’ambientalismo e la sostenibilità dell’economia, ma la verità ci parla di ben altro e le sue origini possono essere fatte risalire a decenni prima.

Zbigniew Brzezinski del 1970, precursore del globalismo, affermò: “L’era tecnotronica implica la graduale comparsa di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da una élite, svincolata dai valori tradizionali. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza pressoché continua su ogni cittadino e mantenere aggiornati archivi completi contenenti anche le informazioni più personali sul cittadino. Questi file saranno soggetti a recupero istantaneo da parte delle autorità”


“The Great Reset Agenda”, è esattamente questo, ma il piano è stato ufficialmente svelato solo nel giugno 2020! La formula alla base di questa “panacea globale” è semplice e parte dalle seguenti presunzioni:

1) Il Covid-19 ha causato l’arresto dei sistemi economici mondiali.

2) I leader del mondo hanno un’opportunità d’oro per correggere gli abusi del monetarismo del libero mercato illimitato che divenne egemonico dal 1971 e stabilire un nuovo ordine economico globale.

3) Questo nuovo ordine sarà basato sulla modifica comportamentale dell’umanità al fine di porre fine alla presunta Pandemia Covid-19, ma soprattutto porre fine al “cambiamento climatico” (decarbonizzando il mondo a livelli preindustriali) creando allo stesso tempo regimi dall’alto verso il basso, il tutto in una sola spinta.

Se queste crisi siano vere, e siano effettivamente le minacce esistenziali che ci vengono vendute, oppure se si tratti di non-problemi creati ad arte da modelli matematici al computer è un altro argomento, ma vediamo come questa crisi, viene celebrata ed utilizzata.

Parlando al World Economic Forum (WEF) lo scorso anno, il Principe Carlo d’Inghilterra, dichiarò con entusiasmo: “Abbiamo un’opportunità d’oro per cogliere qualcosa di buono da questa crisi, le sue onde d’urto senza precedenti potrebbero rendere le persone più ricettive alle grandi visioni del cambiamento. È un’opportunità che non abbiamo mai avuto prima e che forse non avremo mai più”.

Il fondatore e presidente del WEF Klaus Schwab fece eco dicendo: “La pandemia rappresenta una rara ma ristretta finestra di opportunità per riflettere, re immaginare e resettare il nostro mondo.

Lo stesso Papa Francesco in Vaticano, è salito a bordo del progetto, sostenendo il Grande Reset mentre creava un “Concilio verde per il capitalismo inclusivo col Vaticano”.

L’inviato speciale degli Stati Uniti per il clima John Kerry dichiarò il 23 gennaio: “L’idea di un ripristino è più importante che mai. Personalmente credo che siamo all’alba di un periodo estremamente emozionante “.

Ovviamente a promozione di queste intenzioni, si fa largo impiego delle parole “giustizia sociale”, “uguaglianza” e “sviluppo”, diffuse dai partecipanti di Davos. Quando però, si cerca riscontro di esse tra le proposte per ottenere i cambiamenti desiderati, quali la de carbonizzazione di massa della civiltà mondiale, non se ne trova traccia ed emergono invece immagini diverse ed inquietanti.

La “de carbonizzazione dei Green New Dealers” infatti, tende a legare la nostra civiltà, alla bassa qualità, incredibilmente costosa a forme tristemente inaffidabili di approvvigionamento energetico, quali i mulini a vento e i pannelli solari, costringendoci l’eliminazione rapida dei combustibili fossili (guardiamo alle sempre più stringenti limitazioni delle autovetture con motore a combustione interna, che presto saranno vietate) e l’assenza evidente di sviluppo dell’energia nucleare) limitando la capacità della nostra civiltà di sostenere la popolazione e le esigenze agroindustriali in termini netti.

Naturalmente I più colpiti da questo nuovo paradigma verde saranno i più poveri che, almeno sul breve periodo, necessitano disperatamente di maggiore uso dei combustibili fossili situati (guarda caso) nei loro Paese per industrializzarsi.

Ma i “demoni” di Davos che promuovono questo mondo de-carbonizzato hanno delineato anche un nuovo sistema di valuta digitale egemonica verde, controllata dalla City di Londra e dai Climate Councils delle Banche Centrali. Questi finanzieri amano l’idea che gruppi di “esperti” siano adibiti alla gestione l’umanità al di fuori delle “disordinate istituzioni democratiche” che hanno storicamente bloccato l’élite illuminata sulle decisioni “per il bene comune” fino dall’epoca delle Società delle Nazioni.

In tutto questo squallore ideologico, dove l’interesse è unico valore che muove questi criminali, si sono stagliate all’orizzonte due figure, che seppure demonizzate e criticate in ogni loro azione, devono essere riconosciute a loro il merito di dissentire. Putin e Xi, che ispirano il terrore nei cuori di questi architetti del Grande Reset.

Qual’é la loro risposta a questo progetto?

La risposta agli architetti del Grande Reset, completamente dediti ai sistemi operativi chiusi che richiedono l’imposizione di modelli informatici al mondo, guidando una politica da crescita zero verso l’equilibrio totale, l’alleanza multipolare guidata da Xi e Putin è impegnata nel pensiero del “sistema aperto”. Laddove il sistema chiuso - modello unipolare richiede la sottomissione dei governi a un sistema totalitario di controlli di “esperti” qualificati in modo univoco per controllare i tassi di rendimento decrescenti delle risorse fisse, il modello del sistema aperto - multipolare richiede il rispetto per le nazioni sovrane e focus sulla creazione di nuove risorse col progresso scientifico e tecnologico.

Laddove ci si basi sul gioco a somma zero dal comportamento vincente-perdente (ovvero: la sopravvivenza del più adatto), Cina e Russia rispondono basandosi su un gioco a somma non zero di cooperazione vincente-vincente. Quando ci si confronta con la scarsità di risorse e la crescita della popolazione, i pensatori del sistema chiuso adottano una visione malthusiana secondo cui la crescita della popolazione va abbattuta per aderire a modelli matematici di “capacità di carico” e in immaginari “equilibri naturali” che i loro modelli matematici pretendono esistano. Questo è il tipo di pensiero che guida il fondatore della World Wildlife Foundation, così come il pensiero del Principe Filippo Duca di Edimburgo, che dichiarò in un’intervista del 1988 con la Deutsche Press Agentur: “Più persone ci sono, più risorse consumeranno, più inquinamento creeranno, più combatteranno. Non abbiamo alternative. Se non è controllato volontariamente, sarà controllato involontariamente da aumento di malattie, fame e guerra… Nel caso in cui mi reincarnassi, vorrei tornare come virus mortale, per contribuire a risolvere la sovrappopolazione”.

Al contrario, i pensatori del sistema aperto promuovono il progresso scientifico e tecnologico e la crescita industriale al fine di superare detti stati di “capacità di carico”. Questo approccio riflette la comprensione che il valore non si trova nel denaro, o in qualsiasi fenomeno materiale di per sé, ma piuttosto nei poteri immateriali della cognizione e nelle leggi metafisiche dell’intenzione, della creatività, della moralità, della speranza e della giustizia.

I materialisti maltusiani tendono a sentirsi molto a disagio davanti a idee così “astratte” e “non scientifiche”. Laddove un sistema promuove il cavallo di Troia del proprio annientamento, l’altro promuove nuove e feconde epoche di continua crescita e scoperte sia sulla Terra che oltre.

Come è sempre stato, dalla preistoria ad oggi del resto!

Il Discorso di Xi Jinping

Il 25 gennaio, il Presidente Xi ha parlato di “quattro compiti principali che devono affrontare i popoli dei nostri tempi”:

1) bisogni macroeconomici,

2) politica estera di coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti,

3) colmare il divario di disuguaglianza tra il nord e il sud del mondo

4) coordinarsi per affrontare le sfide globali.

Sul primo compito, Xi ha dichiarato: “Dobbiamo spostare le forze motrici e i modelli di crescita dell’economia globale e migliorarne la struttura, in modo da impostare la rotta per lo sviluppo a lungo termine, solido e costante dell’economia mondiale”.

Spingendosi contro gli unipolaristi che presiedono al vertice, Xi ha difeso il secondo compito dicendo: “La differenza di per sé non è motivo di allarme. Ciò che provoca allarme è l’arroganza, il pregiudizio e l’odio. È il tentativo di imporre la gerarchia alla civiltà umana o di imporre agli altri la propria storia, cultura e sistema sociale. La scelta giusta è che i Paesi perseguano una convivenza pacifica basata sul rispetto reciproco, trovando solo un terreno comune, accantonando le differenze e promuovendo gli scambi e l’apprendimento reciproco. Questo è il modo per dare impulso al progresso della civiltà umana”.

Insomma, difendendo il diritto delle nazioni povere nel controllare la propria via allo sviluppo, Xi enuncia il terzo compito, affermando: “La comunità internazionale dovrebbe tenere gli occhi sul lungo periodo, onorare l’impegno a fornire il sostegno necessario ai Paesi in via di sviluppo e salvaguardare i loro legittimi interessi di sviluppo”.

E infine per il quarto compito, Xi ha dichiarato: “Alcun problema globale può essere risolto da un solo Paese soltanto. Deve esserci un’azione globale, una risposta globale e una cooperazione globale”.

Insomma, sebbene Xi abbia sostenuto l’OMS, la globalizzazione e gli accordi sul clima di Parigi, il suo approccio alla neutralità del carbonio entro il 2060 non punta alla decrescita “felice”, ma piuttosto sul progresso scientifico e tecnologico avanzato, sulla parità di accesso allo sviluppo, sulla difesa degli Stati nazionali sovrani come delineato nella Carta delle Nazioni Unite.

E su questi punti Xi ha infine affermato: “La Cina investirà di più nella scienza e nella tecnologia, sviluppando e abilitando sistemi per l’innovazione come priorità, trasformerà le scoperte scientifiche e tecnologiche in produttività effettiva a un ritmo più veloce e migliorerà la protezione della proprietà intellettuale, il tutto allo scopo di promuovere l’innovazione guidata, crescita di qualità superiore. I progressi scientifici e tecnologici dovrebbero portare benefici a tutta l’umanità, piuttosto che essere usati per frenare e contenere lo sviluppo di altri Paesi”. Un’affermazione questa, non solo di intenti futuri, ma anche di denuncia dello stato attuale.

Il Discorso di Putin

Dopo aver reso omaggio a Schwab e applaudito all’estensione del trattato START cogli Stati Uniti, Putin, nel suo discorso di Davos del 27 gennaio, ha fatto notare come la dinamica generale del nuovo programma americano (Presidente Biden) continua ad essere degenerativa, guidandoci verso una guerra mondiale con stretti paralleli agli anni ’30. Qui Putin avvertiva che gli esperti “confrontano la situazione attuale con quella degli anni ’30 … Come sapete, l’incapacità e la riluttanza a trovare soluzioni sostanziali a problemi come questo nel 20° secolo portò alla catastrofe della seconda guerra mondiale. Naturalmente, un conflitto globale così acceso è impossibile in linea di principio, spero. Questo è ciò su cui ripongo le mie speranze, perché questa sarebbe la fine dell’umanità. Tuttavia, come ho detto, la situazione potrebbe prendere una piega inaspettata e incontrollabile, a meno che non si faccia qualcosa per impedirlo. C’è la possibilità che affronteremo un formidabile crollo dello sviluppo globale, che sarà una guerra di tutti contro tutti e tenterà di affrontare le contraddizioni attraverso la nomina di nemici interni ed esteri e la distruzione non solo dei valori tradizionali come la famiglia, che abbiamo a cuore in Russia, ma libertà fondamentali come diritto di scelta e privacy”. Poi Putin ha voluto ampliare le osservazioni di Xi Jinping, delineando tre ambiti di riforma globale:

1) sviluppo economico per tutti,

2) prevenzione dell’occupazione della politica mondiale da parte dei giganti della tecnologia che affermano di “essere de facto in competizione cogli Stati”,

3) a riforma verso relazioni internazionali vantaggiose per tutti.

E qui occorre sottolineare il capolavoro di diplomazia del presidente russo, che dovrebbe essere studiato in profondità, per lo spirito del suo messaggio. Un messaggio certamente crudo, ma, allo stesso tempo un messaggio speranzoso di avvertimento: “abbiamo la responsabilità condivisa di evitare questo scenario che sembra una cupa distopia, e di garantire invece che il nostro sviluppo prenda una traiettoria diversa: positiva, armoniosa e creativa”.

La natura dei bisogni energetici  del 21° secolo

Mentre la Cina pur investendo molto nelle reti energetiche verdi, trae l’effettiva energia industriale necessaria per alimentare i megaprogetti infrastrutturali ad alta intensità di capitale, nell’energia nucleare e nei combustibili fossili. Cina, Russia e India insieme rappresentano oltre il 50% dei progetti mondiali di energia nucleare, mentre l’occidente ha quasi abbandonato questa tecnologia da anni. La Cina ha attualmente 17 reattori in costruzione e ha creato il più avanzato reattore autofertilizzante a sali fusi (4.ta generazione) 60 volte più efficiente di altri reattori simili, grazie alla “chiusura del ciclo del combustibile” che consente agli utenti di ritrattare i “rifiuti” in nuovo combustibile piuttosto che seppellirlo, come succede comunemente in occidente da quando Carter, sabotò con leggi specifiche questo processo (la chiusura del ciclo del combustibile nucleare) sul finire degli anni ’70.

Poiché queste unità di nuova generazione con torio fuso saranno ambiziosamente attivate anche in India e in Russia), le paure ancora oggi esistenti, di incidenti, di radiazioni e scorie nucleari che hanno avvelenato generazioni di menti saranno finalmente superate, regalando all’umanità una fonte sicura di energia secondo le reali necessità.

La Cina oggi, è leader nello sviluppo della fusione nucleare con obiettivi apertamente dichiarati di estrarre l’Elio 3 dalla Luna (dove questo elemento si trova in abbondanza nel suolo lunare, ma è quasi assente sulla Terra a causa del campo magnetico). Quando si verificheranno le inevitabili scoperte necessarie al processo di fusione nucleare, gli esperti stimano che tre carichi circa di camion di questo isotopo spediti sulla Terra dalla luna forniranno un anno di energia bastante alle attuali necessità.

E su questo argomento, in un importante vertice sull’energia nel 2019, Putin espose l’importante ruolo del potere della fusione come base per un’armonizzazione tra natura (biosfera) e ragione creativa (tecnosfera) dicendo: “super-efficienti scientificamente, le soluzioni ingegneristiche e di produzione ci aiuteranno a stabilire un equilibrio tra biosfera e tecnosfera … l’energia di fusione che in effetti è simile al modo in cui calore e luce vengono prodotti nella nostra stella, il sole, è un esempio di tecnologie simili alla natura”. Avendo firmato diversi accordi congiunti sullo sviluppo nucleare e la condivisione della tecnologia negli ultimi dieci anni, Cina e Russia sono quindi i leader mondiali nel nucleare, non solo entro i loro confini, ma anche a livello internazionale, fornendo tecnologia e conoscenze in Asia, Africa e Medio Oriente e Sud America.

Purtroppo, mentre i primi sforzi per promuovere questa politica erano una volta sostenuti dagli statisti nordamericani negli anni Quaranta-Sessanta del secolo passato, il colpo di Stato promosso sul cadavere di J.F. Kennedy, ha assicurato che nessuna politica del genere sia stata più consentita negli Stati Uniti e nel mondo occidentale in genere.

Cina ea Russia però, seguiranno una via alternativa, e hanno firmato un accordo per costruire congiuntamente una base lunare entro il 2030, esprimendo la consapevolezza che l’estrazione spaziale, per consentire il necessario approvvigionamento d’energia da fusione per lo sviluppo di infrastrutture su larga scala tramite BRI, Polar Silk Road e altro, aprono prospettive di potenziale crescita globale e giustizia economica per tutta l’umanità. Sono chiaramente prospettive realistiche e ormai “vicine”, che tengono svegli la notte i tecnocrati del sistema chiuso. Costoro sono terrorizzati da questo futuro!

Questo è la fondamentale differenza di paradigma sullo “sviluppo sostenibile” tra il sistema aperto dell’Eurasia, col paradigma del sistema chiuso decostruzionista dell’occidente. Due mondi in totale contrasto!

Resta ancora da vedere quale versione del Grande Reset avremo nel prossimo futuro, ma personalmente mi accoderei senza dubbi e timori ai colossi dell’Eurasia.

Alberto Conterio - 05.02.2021

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