Le elezioni della vergogna
L’elezione del “nuovo” Presidente della repubblica,
riporta – dal mio punto di vista – in evidenza la contraddizione principale
della logica repubblicana, che vede primeggiare il compromesso sulla
meritocrazia, al contrario di quanto viene furbescamente propagandato.
In questi anni, i seguaci della setta mazziniana, hanno invano
tentato di lavarci il cervello asserendo che la repubblica è da preferirsi alla
Monarchia in quanto la scelta del Presidente cade sulla migliore personalità
del momento. A smentire ciò, basta ricordare persone piccine piccine come
Saragat, Pertini, Scalfaro e Napolitano. Non credo fossero il meglio delle
possibilità disponibili nelle loro rispettive epoche. Con questo non desidero
fare la critica alle persone, che nel ruolo assegnatogli, hanno dato “il massimo”.
Voglio fare invece, una critica al sistema…
Da bambino, il nonno mio, mi portava spesso al mercato
del bestiame di Chivasso, che al tempo era ancora una piazza importante per
tutti gli allevatori dell’alto Piemonte che volessero vendere o comprare delle
vacche. Tra una stretta di mano, un promessa verbale e un bicchiere di vino,
nell’arco temporale di una mattinata si facevano gli affari, e poi si andava,
contenti e meno contenti, in osteria a fare pranzo.
Questo sembra l’elezione del Presidente della repubblica.
Un mercato della vacche, dove chi vende e chi compra, ha un solo scopo: fare il
proprio interesse.
Ora cari amici repubblicani, se il senso della vergogna
non vi ha ancora sfiorato per l’imbroglio al referendum istituzionale del 1946,
se non vi ha segnato il carattere l’elezione di personaggi discutibili come
Pertini e Scalfaro, e se non vi ha lasciato un segno sul fisico l’aver dovuto
sopportare per nove lunghi anni il
Senatore Napolitano con le sue petulanti predice, credo che l’Italia e il
popolo italiano non meriti il mercato di palazzo di questi giorni di gennaio
2015.
Il tempo sprecato nel cercare la “persona giusta” per
essere sufficientemente di parte, sufficientemente interessata ai privilegi del
palazzo stesso, sufficientemente impreparato da non essere in grado di intervenire
in difesa del popolo su scelte impresentabili o sufficientemente preparato per
guidare il corso della politica italiana verso obiettivi tracciati fuori
dall’Italia stessa, nell’interesse di tutti tranne che del popolo su citato,
non sarebbe dovuto se avessimo ancora la nostra Monarchia. La Monarchia Sabauda
che l’Italia ha unito dal nulla, e che ancor oggi resiste unita nonostante la
repubblica.
In Paesi come Spagna e l’Olanda, dove i rispettivi Capi
di Stato hanno avuto l'intelligenza disinteressata di mettersi da parte quando
hanno compreso che il loro tempo era passato, è stata necessaria una sola
sessione mattutina dei rispettivi Parlamenti per ratificare la salita al trono
del nuovo Sovrano.
A questi popoli è stato risparmiato il triste e
vergognoso spettacolo nostrano del mercato delle vacche. A questi popoli è
stato garantito in automatico il rispetto delle regole democratiche sulle quali
tutti i Paesi civili dovrebbero poter sempre contare, anche quando non fa
comodo alla casta della politica.
Pertanto, essendo assolutamente disinteressato
“all’evento”, che giudico dannoso almeno quanto l’epidemia di influenza
spagnola di storica memoria, desidero fare tanti auguri a tutti coloro che
ancora credono all’utopia mazziniana, e allo stesso modo, tanti auguri ai
bambini che credono in Babbo Natale.
Se venisse eletto Topolino o Pippo, almeno a loro
strapperemmo un sorriso sincero!
Alberto Conterio - 29.01.2015
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