Interviste ad Alberto Conterio

giovedì 8 luglio 2010

Democrazia : Criticità e difetti



Riflessione sulla Democrazia

Tenterò in questa riflessione di analizzare i difetti e le criticità della Democrazia.

Per far questo mi servirò del paragone con il sistema di governo NON Democratico offerto dalla Monarchia Assoluta dell’Ancien Regime. Essendo però, la Democrazia ormai improcrastinabile ed irrinunciabile, concluderò il “saggio” con una puntualizzazione sulla Monarchia costituzionale e democratica attuale, in cui il Sovrano Regna si, ma non Governa, e dove a governare appunto, è il popolo, attraverso i suoi rappresentanti eletti in libere elezioni.

La Democrazia, al pari di una divinità si erge ormai al di sopra di ogni cosa, come una gemma preziosa, scrigno di libertà, prosperità e sviluppo. Nessuno di noi, abituato fin dalla nascita potrebbe mai dubitare di questo punto fisso di riferimento, portato peraltro in dote dalla lungimiranza di Casa Savoia ancora prima dell’unità della nostra Patria.

Nel corso della mia vita però, tra studio, lavoro e varie esperienze non ho mai smesso di interrogarmi sul suo vero significato, la sua utilità reale o validità, i suoi benefici alla società, tentando più volte un paragone con le altre forme di governo.

Churchill, affermo più volte durante la sua lunga carriera di statista, che la Democrazia è la peggiore forma di governo, fatta eccezione per tutte le altre. Con ciò, lo statista inglese intendeva dire che la Democrazia non è un monolito perfetto ed intaccabile come si vuole credere, ma presenta i suoi difetti, che sono molteplici ed articolati.

Abbiamo già dimostrato infinite volte, quanto la Monarchia sia soprattutto “popolo”, e come in particolare, i rappresentanti di Casa Savoia abbiamo sempre goduto di un forte consenso popolare. Consenso che arrivò in molti casi a formare tra popolo e dinastia un tutt’uno e ricordarene gli innumerevoli episodi, distribuiti in modo quasi uniforme nei secoli, da Umberto di Biancamano fino ai nostri giorni, risulta pressoché impossibile. Il caso, più fulgido, l’esempio degli esempi secondo il mio parere, ed allo stesso modo il più sconosciuto, lo identificherei nell’eccidio di Via Medina a Napoli del Giugno del 1946. Fatto emblematico e confermato indirettamente dalle osservazioni di un Ufficiale Americano, presente alla partenza del Re d’Italia per l’esilio da Ciampino in data 13 giugno 1946.

Quel giorno infatti, SM Umberto di Savoia Re d’Italia, fu accolto all’aeroporto da una folla commossa che lo applaudì a lungo !

L’americano, impressionato da questo fatto “singolare”, ebbe a dire confuso : “Che strana cosa: un Re va in esilio e il suo Popolo gli batte le mani…”.

Monarchia è popolo appunto…

Quanto sopra però, non serve a questa riflessione sulla Democrazia… anzi è fuorviante. Per “stroncare” questa verità che oggi con successo, la repubblica è riuscita ad occultare, desidero proporre un luogo comune contrario a tutto ciò ed alle innumerevoli prove che potremmo citare.

Luogo comune che gli irriducibili avversari della Monarchia a prescindere, recitano che i Re sono qualche cosa di diverso e di separato dal popolo...

Ebbene se questo fosse vero – in linea generale – il popolo sarebbe in grado di percepire tutto ciò che il Sovrano imponesse (in regole e tasse), con il giusto grado di sospetto ed avversione, e il Sovrano sarebbe quindi spinto a limitare le sue pretese (per non essere sovvertito) sia in termini di interferenza nella vita dei cittadini, sia in termini di pretese finanziarie.

Fatte quindi le dovute premesse, dopo aver introdotto l’argomento e trattato uno dei luoghi comuni più in voga, Ecco che possiamo tornare alla nostra Democrazia. Questa, al contrario della Monarchia fa cadere la barriera del concetto che le regole e le tasse siano imposte al popolo da un’entità estranea ed al di sopra d’esso. La Democrazia, è nella sostanza solo una forma diversa di dominio sovrano dell'uomo sull'uomo, che si serve dell'illusione che la sovranità appartenga a tutti.

Quest’illusione, porta alla caduta dell’importante barriera psicologica che produce nella realtà pratica di ogni giorno, i seguenti effetti disastrosi :

1- Rende legittimo e accettabile qualsiasi grado di interferenza dello stato nella vita di ognuno. Se è il popolo che lo vuole... allora lo Stato può pretendere qualsiasi cosa, e qualsiasi tassa.

2- Scatena la guerra di tutti contro tutti per ottenere dallo Stato beni, servizi e garanzie a scapito di altri.

3- Attrae verso i posti di “comando”, le personalità più furbe ed astute (anche le più incapaci in tutta buona fede), che sfruttando il meccanismo democratico, lo auto alimenteranno attraverso le promesse e quindi l’incremento dell'onnipotenza dello Stato.

E’ chiaro a tutti che la Democrazia è un fatto reale - purtroppo - ed irreversibile : chi ottiene più voti, governa.

E' illusorio però credere che il votante sia effettivamente "sovrano", ecco perché ho scritto purtroppo. Nel migliore dei casi infatti, il popolo è sovrano una volta ogni 5 anni. Il voto di un elettore poi, influenzerà le scelte sovrane per una parte infinitesimale pari al numero dei votanti.

E’ opportuno inoltre essere coscienti, che questo esercizio di sovranità non si manifesta su reali decisioni, ma solo sulla scelta di un “delegato”, che potrebbe forse prendere quella decisione, senza avere peraltro, la minima sicurezza di ciò, e senza soprattutto avere idea alcuna del rapporto costi benefici.

In cambio di questa illusoria ed ininfluente sovranità però, il cittadino si apre ad uno stato di pesante sudditanza, poiché le scelte “democratiche” interferiscono nella sua vita per molto di più di qualche infinitesima parte, ma pretendono ad esempio l'osservanza assoluta delle Leggi, ed il versamento di circa la metà di ciò che lo stesso cittadino produce.

Alla luce di ciò, mi permetto di avanzare dubbi sull’utilità della Democrazia e sulla saggezza della maggioranza, …perché ?

Perché la saggezza della maggioranza è arbitraria quanto quella di un qualsiasi Sovrano preso a caso. Anzi, proprio per l'ebbrezza che può dare la consapevolezza di essere in maggior numero, porta la maggioranza a compiere scelte molto più idiote e discutibili di un Monarca Assoluto.

I convinti sulla necessità ed utilità della Democrazia, amano rispondere a vuoto con un ulteriore luogo comune di accusa. In esso si vuole che la Monarchia sia stata smentita dalla storia.

La storia però non emette mai dei giudizi. Sono gli uomini che lo fanno, e dato che non esiste nella storia un caso in cui il Sovrano sia arrivato ad imporre una pressione fiscale del 50%... gli uomini che hanno emesso questo giudizio, lo fanno per demagogia affermando il falso !

Parlando di imposte, tasse e gabelle varie infatti, desidero ricordare che le “tasse” dovute al Sovrano si chiamavano "decime" (con chiaro riferimento ad 1/10) e non certo "mezze". Penso inoltre che se il Re Sole di Francia avesse preteso di regolare la vita dei sudditi come oggi lo Stato della repubblica italiana pretende di fare con noi, i sudditi francesi non avrebbero aspettato tanto per ghigliottinarlo, ed in quel caso avrebbero avuto tutte le loro ragioni !

I programmi politici e decisionali, offerti in Democrazia poi, sono la rovina esatta della società che li propone. Vengono infatti spacciate per legittime qualsiasi scelte maggioritarie, compreso il furto alle minoranze (ad esempio la tassazione progressiva è un furto ai ricchi)... che più o meno indirettamente scatena una guerra intestina per appropriarsi di ricchezze altrui. In secondo luogo, questi programmi alimentano l'infinita espansione dello Stato, proprio attraverso il meccanismo perverso che vede necessario fare promesse (sottacendo i costi) per essere eletti... spacciando (come stupefacenti dannosi all’organismo) l'idea che, potendo rastrellare grandi risorse (…sempre le nostre però) lo Stato, possa risolvere tutti i nostri problemi.

La Monarchia ha sicuramente dei difetti, non sono così ingenuo da pensare il contrario, non ultimo quello di dare adito che essa procuri dei privilegi ingiustificati a qualcuno. Visto però che nemmeno la Democrazia è esente da questo (basta leggere il libro “La casta”), essa è a mio parere preferibile comunque.

Con la Monarchia Assoluta, i privilegi dipendono esclusivamente dalla volontà di Sua Maestà e non sono mai acquisiti definitivamente da una classe o da un’oligarchia di potere come avviene in questa repubblica che si dice democratica. Inoltre, con le moderne tecnologie, il Sovrano potrebbe oggi risolvere i problemi della burocrazia che ci paralizzano. Non ci sarebbe più bisogno ad esempio, di una pletora incontrollata di magistrati, che in nome dell’autonomia fa gli interessi suoi, cercando di affossare chi è meno “simpatico”.

Basterebbe un sì o un no di Sua Maestà per dirimere in un attimo centinaia di controversie. E’ un dato di fatto che le nostre Democrazie si sfaldano una dopo l’altra o si trascinano tra gli scandali e nella corruzione, mentre la Monarchia Assoluta se non perfetta, è sicuramente più snella ed efficiente, senza conflitti di principio, né sindacati. Di colpo, verrebbero spazzate tutte le infinite ed inconcludenti diatribe su ogni cosa ed argomento. Alla fine la volontà del Sovrano metterebbe tutti d’accordo con la soluzione più idonea, non con il miglior compromesso, che spesso è solo una “riduzione del danno”.

Per affondare ancor più il “il coltello nella piaga” o meglio per dare valore a questa riflessione sull’utilità e difetti della Democrazia, desidero mettere il evidenza anche le contraddizioni rilevabili sulle elezioni. Le consultazioni elettorali, che nella teoria della Democrazia dovrebbero rappresentare il momento più alto ed importante, sono invece assai deprecabili. Cito a tal riguardo parte di un lungo articolo di Giovanni Marizza, del 29 Agosto 2009 pubblicato su www.loccidentale.it/

Egli scrive : “Nella loro storia le consultazioni elettorali hanno infatti mostrato numerosi difetti. Spesso, ad esempio, i risultati vengono disattesi. Nel 1947 in Ungheria il partito comunista ottenne solo il 17% dei voti. Ma l’Unione Sovietica, potenza occupante, dichiarò vincitore il partito comunista, e tutti gli altri partiti vennero sciolti. Scene simili si verificarono in tutti i Paesi dell’Europa centrale e orientale occupati da Mosca. E tutte quelle repubbliche vennero denominate “democratiche”.

(…)

In certe occasioni, poi, le elezioni legittimano gli estremisti. Negli anni Venti il listone fascista vinse le elezioni e ne seguirono vent’anni di regime. Negli anni Trenta il partito nazionalsocialista tedesco vinse le elezioni e stravinse vari referendum; il risultato fu una dozzina di anni di dittatura e una guerra mondiale. In tempi più vicini a noi, dalla metà degli anni ’90 in poi, in tutte le elezioni in Bosnia-Erzegovina l’elettorato si è suddiviso per linee etniche premiando sempre i falchi, mai le colombe. All’inizio di questo millennio Hezbollah si è imposto con regolari elezioni nel sud del Libano e Hamas ha vinto le elezioni a Gaza. Risultati: altre due guerre con Israele, una nell’estate 2006 e una all’inizio del 2009.

Le elezioni sono nate e cresciute in Europa, ma un altro loro limite è proprio quello di rallentare l’integrazione europea. Basti ricordare i due referendum con cui la gente in Norvegia ha rifiutato la membership europea (nel settembre 1972 e nel novembre 1994) dopo che il governo di Oslo aveva già firmato i trattati di adesione. Altri esempi: i due referendum della primavera 2005 con cui Francia e Olanda hanno bocciato la carta costituzionale europea, proprio come hanno poi fatto gli Irlandesi nel giugno 2008. E non sappiamo ancora come andrà a finire in Irlanda nella ripetizione della consultazione nel prossimo ottobre.

(…)

Spesso, inoltre, sono un fattore frenante delle decisioni importanti. Negli anni elettorali si smette di decidere. Gli esempi possono essere infiniti, basti quello del 2007 quando è iniziato il dibattito sul nuovo concetto strategico della NATO da approvare possibilmente nel 2008. Ma nel 2008 si votava negli USA, quindi tutto è stato rinviato al 2009 per dare tempo al nuovo inquilino della Casa Bianca di ambientarsi. E siccome si sta ancora ambientando, se ne riparlerà nel 2010.

Inoltre, falsano il reale quadro politico, perché il sistema proporzionale è rappresentativo ma può risultare fonte di ingovernabilità. E allora si ricorre al sistema maggioritario, che rappresentativo non è perché i premi di maggioranza falsano la volontà dell’elettorato. E se poi c’è una soglia di sbarramento, la rappresentatività cala ancor più.

Per ironia della sorte, le elezioni in certi casi riescono a distorcere i principi base della democrazia. La democrazia è il governo della maggioranza, ma talvolta si fa come vuole la minoranza. Esempio: il quorum del 50% +1 nei referendum. Se il quorum viene superato di pochissimo, significa che chiunque vinca col doppio dei voti di chi perde, rappresenta in realtà poco più del 30% dell’elettorato.

Peggio ancora quando i quorum non ci sono affatto, e la consultazione è valida anche se vota soltanto il 10% degli aventi diritto, come avviene nei molteplici referendum svizzeri. (…)”

Con tutto questo cosa intendo dire ? …nella sostanza affermo che andare a votare alle elezioni, soprattutto a quelle politiche, è un esercizio tecnico inutile ed un enorme spreco di denaro pubblico. Le elezioni vengono disattese, vengono manipolate, oppure con il sistema attuale legittimano gli estremismi. Arrivano a rallentare le decisioni importanti, i processi di pace e l’integrazione tra i diversi paesi (vedi Unione Europea), e poi, con i referendum distorcono i principi base della democrazia stessa. Ecco perché in assenza di un simbolo veramente alternativo (quale potrebbe essere Stella e Corona) negli ultimi oltre 20 anni non ho più esercitato il mio diritto di voto.

Riteniamo comunque, come già scritto in precedenza che la Democrazia sia un fatto reale ed irreversibile.

Come può però, una moderna società limitare i danni utilizzandola al meglio ?

Parlerei ancora di Monarchia, introducendo il “compromesso” della sua variante Costituzionale. Con essa abbiamo già scritto che il Sovrano di fatto non governa, ma regna soltanto, divenendo oltre che rappresentante dello Stato, l’ago della bilancia del suo corretto funzionamento.

Un Presidente di repubblica non riesce a garantire ciò. Egli infatti essendo eletto, ricade nelle criticità “offerte” pienamente dal sistema democratico, mentre un Sovrano costituzionale ricoprendo il suo incarico per diritto ereditario, ne è completamente svincolato, ed ha le mani libere per poter garantire meglio le libertà ed il rispetto delle regole democratiche al suo popolo, al di sopra delle criticità della Democrazia e delle parti interessate da essa.

Casa Savoia con SM Carlo Alberto Re di Sardegna volle guardare al futuro ponendosi all’avanguardia mondiale di sua scelta tra le prime in Europa.

L’Italia poté godere di ciò per 85 anni !

“Con lealtà di Re e con affetto di Padre Noi veniamo oggi a compiere quanto avevamo annunziato ai Nostri amatissimi sudditi col Nostro proclama dell' 8 dell'ultimo scorso febbraio, con cui abbiamo voluto dimostrare, in mezzo agli eventi straordinari che circondavano il paese, come la Nostra confidenza in loro crescesse colla gravità delle circostanze, e come prendendo unicamente consiglio dagli impulsi del Nostro cuore fosse ferma Nostra intenzione di conformare le loro sorti alla ragione dei tempi, agli interessi ed alla dignità della Nazione.

Considerando Noi le larghe e forti istituzioni rappresentative contenute nel presente Statuto Fondamentale come un mezzo il più sicuro di raddoppiare coi vincoli d'indissolubile affetto che stringono all'Italia Nostra Corona un Popolo, che tante prove Ci ha dato di fede, d'obbedienza e d'amore, abbiamo determinato di sancirlo e promulgarlo, nella fiducia che Iddio benedire le pure Nostre intenzioni, e che la Nazione libera, forte e felice si mostrerà sempre più degna dell'antica fama, e saprà meritarsi un glorioso avvenire. Perciò di Nostra certa scienza, Regia autorità, avuto il parere del Nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo in forza di Statuto e Legge fondamentale, perpetua ed irrevocabile della Monarchia,(…)” scrisse il Re !

Con quest’atto insomma Carlo Alberto, da Sovrano Assoluto, con fiducia nel suo popolo si “riduceva” a Sovrano Costituzionale, aprendo le porte alla Democrazia.

La quasi perfezione della Monarchia Assoluta insomma diventava Democratica rimettendosi in gioco per amore del suo popolo ed a sua esclusiva garanzia.

Era la strada giusta, la sola possibilità di guidare il popolo verso la felicità e la libertà attraverso la Democrazia. La conferma l’abbiamo guardando alle società più avanzate ed organizzate d’Europa, che da alolora si sono regolate allo stesso modo, ed oggi sono rappresentate tutte da Sovrani, non da Presidenti.

Viva la Democrazia quindi, …se all’apice dello Stato troviamo la garanzia rappresentata da un Sovrano ereditario al di sopra delle parti.

07.07.2010 - Alberto Conterio

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