Interviste ad Alberto Conterio

sabato 29 febbraio 2020

Combinazioni o catena di combinazioni sospette?


Combinazioni o catena di combinazioni sospette?
Dalla Cina all’Italia, un virus provvidenziale e utilissimo…

Che la guerra commerciale in atto tra Cina e Stati Uniti d’America dovesse passare prima o poi ad un altro livello, era prevedibile, e pare che la Cina questa volta abbia incassato un colpo durissimo. Appare subito chiaro che gli oltre due secoli di esperienza americana nell’ordire trucchi a livello internazionale per ottenere o mantenere “diritti” e privilegi in giro per il mondo hanno fatto la differenza. I Cinesi, colpiti da una strana forma influenzale quest’anno, non cresceranno economicamente e dovranno sedere a tutti i tavoli di trattativa, in condizione di inferiorità. La stessa inferiorità che, ormai da qualche anno, era propria degli Stati Uniti d’America, quando non potendo utilizzare il suo arsenale bellico era costretta a trattare da pari ai tavoli internazionali.


Con un tempismo perfetto, quella che avrebbe dovuto e potuto essere una normale forma influenzale, è divenuta quasi pandemia grazie al furore mediatico mondiale, ma soprattutto occidentale. Credo che sia un dato di fatto acclarato, che il risalto mediatico ottenuto, abbia messo addosso alla Cina, una pressione tale sulle autorità cinesi, affinché agissero in modo irrazionale ad una minaccia altrimenti riconducibile o quasi, a normali patologie di stagione. Cadute nel tranello, le istituzioni cinesi, attuando misure speciali, hanno così a loro volta confermato una eccezionalità del virus, chiudendo un circolo vizioso di straordinarietà: notizia - provvedimento -  notizia e così via, ogni volta al rialzo, fino a provocare nell’opinione pubblica terrore, quindi caos. Lo stesso caos che viene sempre in aiuto al potere, quando messo in difficoltà.
Ora la Cina è in ginocchio, e in ginocchio stanno per finire tutta una serie di nazioni che troppo allegramente negli anni passati, hanno delegato a questo colosso economico, la propria stessa sopravvivenza materiale, attraverso l’importazione di ogni cosa, a basso costo, e ad alto profitto!
Ma non finisce qui, perché come recita un antico proverbio, “l’appetito vien mangiando” e cercherò di spiegare ciò, allineando altri fatti, a questo principale che ci portano a considerare sospette, alcune combinazioni.
Prendiamo ad esempio l’Iran:  sappiamo che dopo la Cina, questa nazione, è il secondo problema mondiale degli Stati Uniti d’America. La sua posizione geografica al centro tra Medio oriente ed Asia lo fanno diventare di estrema importanza geopolitica per fermare l’avanzata verso ovest dell’imponente progetto infrastrutturale della “Nuova via della seta cinese”. Scartata l’ipotesi militare per le ripercussioni internazionali e per la dura resistenza che questo Paese sicuramente potrebbe opporre proprio sul piano militare (l’Iran non è una potenza di terzo o quarto livello senza mezzi tecnologici, ma una potenza regionale preparata) scatta l’opzione B. Guarda caso, l’Iran è l’unico (ad oggi) Paese di quella zona con alto numero di contagiati Covid-19. Anche in questo caso, l’informazione Mainstream, non parla d’altro. Riflettiamo: ma se l’Iran è sottoposto ad embargo praticamente totale di merci e persone da e per l’estero, come ha fatto questo virus a colpire solo il suo territorio e non quello del Pakistan ad esempio o l’Afghanistan o l’Iraq. Curioso vero? …ma andiamo avanti, perché le curiosità non sono finite!
Venerdì 14 febbraio, il primo caso di infezione accertato in Italia, e subito la notizia rimbalza su ogni mezzo di informazione mondiale, ma soprattutto occidentale. Il rumore mediatico appare da subito sproporzionato all’entità del fatto. Codogno in provincia di Milano diventa la località più conosciuta al mondo nel giro di qualche ora. Ma nei giorni seguenti, alla scoperta di ogni nuovo infetto, l’informazione diventa insostenibile. Si tratta di un vero e proprio cannoneggiamento, un bombardamento mediatico. Scriviamo per inciso che in Italia si sono riscontrati per ora 650 persone affette da questo virus, per il semplice fatto, che in pochissimo tempo sono stati effettuati controlli su un numero importante di soggetti, cosa che alla stessa data, non sono ancora stati effettuati in Francia e in Germania. Appare chiaro, che, mettendo la testa sotto alla sabbia difficilmente si potrà individuare dei malati. Ma anche qui occorrerebbe riportare la gravità della situazione ad un livello normale di attenzione:
In Italia ad esempio, i virus influenzali causano all’incirca 300-400 morti ogni anno, con circa 200 morti per polmonite virale primaria. A spiegarlo è il Virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore all’Università degli Studi di Milano. "A seconda delle stime dei diversi studi, vanno poi aggiunti tra le 4 mila e le 10 mila morti “indirette”, dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all’influenza".
I virus influenzali possono infatti creare delle complicazioni, soprattutto in adulti e bambini con malattie gravi, persone con più di 65 anni, donne in gravidanza e alcune categorie professionali, come gli operatori sanitari, che lavorano in ambiente ad alto rischio.
In generale, spiega l’Iss (Istituto Superiore di sanità) si stima comunque che il tasso di letalità dell’influenza stagionale (ossia il rapporto tra morti e contagiati) sia inferiore all’uno per mille. E forse questo è l’unico valore anomalo che possiamo riscontrare con il virus del Covid-19, in quanto per ora il tasso di mortalità si tiene ben più alto, ma occorre dire, che mentre scriviamo, le capacità di cura stanno evolvendo, andando sicuramente ad abbassare questo valore, che andrà letto e valutato solo alla fine.
Per ora resta il disagio di un isolamento internazionale, economico e politico che difficilmente si risolverà in poco tempo, e che avrà importanti ricadute. Ciò si fa curioso quando si ricorda che l’Italia, guarda caso, era anch’essa interessata dal progetto epocale della “Nuova via della seta cinese” come uno dei terminal finali in Europa.
Detto questo, uno più uno, fa sempre due. Ma non basta ancora, perché la situazione venutasi a creare, non sembrava vera ai Tedeschi. Questi in chiara  in difficoltà recessiva (mezza nascosa dai soliti mercenari dell’informazione) hanno voluto tentare la spalata finale all’odiata Italia in campo economico. Così stamane 28 febbraio la notizia che la Grecia, cioè il protettorato tedesco di Grecia,  ha richiesto per importare con tranquillità le forme di Grana Padano, un bollino “Virus free” che certifichi l’assenza di infezione. E’ chiaro che le capacità di importazioni greche del nostro formaggio non ci impensieriscano oltremodo, ma questo fatto è servito ancora una volta, a sollevare l’attenzione dei media, che prontamente hanno dato fiato alle trombe della propaganda. Siamo certi che questa richiesta sarà presto replicata da partener commerciali ben più importanti dando l’avvio a problemi gravi sul piano economico che difficilmente potranno essere risolti senza il fallimento di migliaia di altre aziende italiane.
Il bollino “Virus free” sulle forme di formaggio, sembra una barzelletta, eppure è accertata, nonostante sia risputo che i virus in generale, e il Covid-19 sembra non fare eccezione, resistono attivi su una superfice fuori da un corpo umano non più di 4 o 5 giorni, quindi un tempo ben inferiore a quello dovuto al trasporto e alla consegna di questa merce, non solo in Grecia! E allora quale può essere lo scopo di questa richiesta assurda e totalmente fuori luogo, se non creare ad arte una difficoltà ulteriore alla nostra economia?
 E perché questo? Perché è chiaro che l’attuale esecutivo ha le ore contate per i suoi problemi interni dovuti alle diverse visioni politiche tra Pd e M5S. Ed è chiaro pure che se dovesse questo governo cadere, Mattarella pur recalcitrante  dovrebbe “concedere” nuove elezioni, con il risultato di veder tornare al governo forze politiche non proprio favorevoli all’Unione Europea e alle attuali politiche iper liberiste… e allora, se si riesce a creare il giusto grado di crisi, si potrebbe ritentare come fatto nel 2011, un ben governo “tecnico” di “unità nazionale” composto dai soliti lacchè, camerieri e schifosi criminali al soldo di Bruxelles. Ecco a cosa serve il Covid-19 e il bollino “virus free”!
Vigiliamo con attenzione cari lettori, e spero di essermi sbagliato. 

Alberto Conterio - 28.02.2020

Dialogo interreligioso e Chiesa Cattolica


Dialogo interreligioso e Chiesa Cattolica
Un inutile spreco di tempo ed energia senza un ritorno valoriale

Scrivo con rammarico che il caos presente in Vaticano, ampliatosi recentemente dopo il sinodo panamazzonico  di ottobre, mi spaventa parecchio. Devo premettere che non sono mai stato un praticante assiduo, ma con il passare degli anni, la mia religiosità è cambiata. Dall’indifferenza data da una pratica davvero relativa, sono passato al rispetto attivo della tradizione cattolica. Continuo a non sentirmi un buon Cattolico, ma ho preso coscienza di ciò che era e che dovrebbe essere la nostra religione, nel rispetto appunto, di chi pratica davvero e vive da vero cristiano.
In questa veste ho affrontato un dialogo con una “amico” turco di religione islamica, che conosco ormai da anni, con cui ho contatti quasi quotidiani per questioni di lavoro.
Devo dire che abbiamo sempre parlato di ogni argomento, evitando forse per reciproco rispetto di esplorare la sfera religiosa di appartenenza. Così quando questa volta, sono stato pungolato religiosamente sull’argomento emigrazione, non ho evitato il “contatto”, anzi, ho forzato la mano proprio per arrivare allo scontro sull’argomento, che, ritengo dovesse essere trattato.
Il discorso è partito da una constatazione di Memed che collegava il grande afflusso di emigranti dall’africa sub sahariana verso la Turchia (in transito) e poi verso l’Europa, un fenomeno molto mal considerato dalla popolazione Turca in genere, alla necessità di un vero dialogo interreligioso che servisse a mitigare le differenze tra i diversi credenti per facilitare l’integrazione di questi nei Paesi di attraversamento e nei Paesi ospitanti.
Devo confessare che la parola dialogo mi ha fortemente irritato, perché noi occidentali, almeno i pochi che ancora ragionano autonomamente, abbiamo ben presente cosa ciò voglia dire nella realtà. Non è mai un dialogo, ma sempre e soltanto un processo di netta sottomissione… del nostro pensiero cristiano a qualsiasi interlocutore. Ciò è un dato di fatto e su questa “trincea” mi sono arroccato a difesa rispondendo con educazione e fermezza, ed esponendo  la mia opinione in merito.
Riassumendo, ho creduto opportuno dichiararmi contrario al dialogo interreligioso. Penso che sia un errore. Un errore anche grave, soprattutto tra persone credenti in religioni differenti. Ora, se io credo nella mia religione Cattolica, perché ne rispetto la dottrina e i suoi dogmi, dovrei, essere sicuro e certo che la mia appunto, è l’unica vera religione. In ragione di questo assunto, come posso dialogare sullo stesso piano e con la stessa dignità con un credente di un’altra fede? Se abbiamo detto che la nostra è l’unica religione, posso io dialogare con chi non crede in essa. Sarebbe come dialogare con chi non crede in nulla, e quindi con persona che non può comprendermi.
È infatti come ho scritto in premessa, quando ciò avviene, non si tratta mai di un dialogo, ma di un falso dialogo, dove i cristiani in genere vestono i panni di coloro che necessariamente devono soccombere o adattarsi.
E ciò succede, perché è ormai una consuetudine credere che il buon cristiano, soprattutto il buon Cattolico, debba porgere l’altra guancia e che l’amore di Dio abbraccia tutti gli uomini sulla terra, e che tutti gli uomini sono uguali. Nulla di più odiosamente errato, così come credere giusto e corretto che la Chiesa Cattolica debba adeguarsi ai tempi moderni, un “dogma” addirittura superato dall’attuale pontefice, che lo vede attivo artefice di questo nuovo corso storico in avanguardia al mutamento della stessa società.
Se il problema è quello di riempire le Chiese, mi chiedo come mai non si propongano dei concerti Rock la domenica, invece della Santa Messa. Ma pare che anche questa corsa al modernismo, al liberalismo, al permissivismo non porti i risultati voluti, perché oggi, nulla basta più; con la confusione che viviamo e la mancanza di valori, riportare le masse in Chiesa è quasi impossibile. Anzi questo modo di fare ha irritato e non poco, coloro che ancora frequentano assiduamente la Casa di Dio, perché non si riconoscono più in questa “nuova” dottrina!
E non è una mia impressione, ma un dato oggettivo.
Papa Francesco ha dimostrato un’attenzione viscerale per la “Madre Terra” e l’accoglienza delle masse migratorie. Nei suoi scontatissimi sarmoni, difficilmente ci parla di Dio, preferisce invece parlarci e mostrarci  una chiesa organizzata come un ente internazionale neoumanista che si adopera a sostenere le ideologie del momento… ambiente, immigrazione, multiculturalismo, meticciato. Altro che la Chiesa missionaria e portatrice di conversioni a Cristo di antica memoria in cui i cristiani si riconoscevano.
Scusatemi, ma sono rimasto terribilmente attaccato a Papa Benedetto XVI, che in ogni suo discorso e ogni omelia ti stupiva con la forza del suo ragionamento, mai banale, mai ovvio, mai inutile ma sempre propedeutico a favorire un ulteriore ragionamento, in un circolo virtuoso verso l’assoluto. E la gente in Piazza San Pietro e alla sala Nervi  si accalcava per acculturarsi. Sue sono le parole che il Cattolicesimo dovrebbe scolpire sui portali di ogni Chiesa: “Il pastore ha bisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loro bottino. Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori contro gli orientamenti che sono, in realtà disorientamenti… Non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale. Come pure non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede” Parole profetiche pronunciate nel giugno 2010!
Concludendo l’amico Turco non l’ho perso, siamo rimasti in ottimi rapporti, e sono certo che questi temi non saranno più “toccati” a cuor leggero durante i nostri incontri. Spero altresì che Mened sia tornato nella sua terra con la nuova esperienza fatta: la coscienza che in occidente non tutti si sono piegati al nuovo corso storico che ci vuole tutti uguali, tutti d’accordo e tutti privi di cultura e identità storica. Voglio credere che sia tornato a casa con la certezza che nel loro piccolo, almeno in Italia ci sono ancora persone che resistono con orgoglio al disfacimento del mondo che abbiamo conosciuto.

Alberto Conterio - 15.02.2020

Incidente al Frecciarossa


Incidente al Frecciarossa
Treni che si muovono a 300 km/h soggetti al rischio fattore umano?

L’incidente capitato giovedì 6 febbraio 2020, presso Ospedaletto Lodigiano al Treno Frecciarossa 9595 Milano – Salerno e costato la vita a due macchinisti più 31 persone ferite tra i passeggeri, mi costringe a dover di nuovo affrontare l’argomento sicurezza dei trasporti nazionali: siano esse strade o ferrovie. 
Per ora l’unica certezza sembra l’attribuzione delle responsabilità alla squadra di 5 manutentori che alcune ore prima dell’incidente hanno lavorato sullo scambio incriminato, lasciandolo, pare, in posizione non idonea al transito del convoglio veloce. Naturalmente, i rottami del treno non si erano ancora fermati nella corsa scomposta dopo il deragliamento, che, il ballo formato da Procuratore, Pubblico Ministero, Periti, Contro-periti, e Commissioni d’inchiesta varie avevano già cominciato a roteare sulla pista sulle note del solito caos. Specchio dei tempi che viviamo ogni qual volta si debba fronteggiare una emergenza o una problematica. 
Sarà la Magistratura a verificare le reali responsabilità al termine delle indagini, e non desidero certo sostituirmi a loro, ma un commento in generale su questo fatto, occorre pur farlo… 
Quand’ero bambino, e, abitavo nei pressi di una piccola stazioncina sulla linea secondaria Torino - Lanzo alle porte di Torino, rione Madonna di Campagna, il Capostazione, che lavorava e allo stesso tempo abitava con la sua famiglia in quella stazione, quando era presente una fitta nebbia (al tempo capitava davvero spesso) era costretto ad uscire di notte con un lumino a petrolio, per recarsi a verificare la chiusura delle sbarre dei passaggi a al livello di sua competenza, in quanto on era dotato di altri meccanismi di controllo… passano cinquant’anni e più, per accorgersi che nonostante la pubblicità, gli ingenti investimenti pubblici e i lauti stipendi di Amministratori Delegati e Dirigenti vari, siamo ancora ai controlli a vista, al rischio “errore umano”, alla presenza sui treni dei macchinisti.
Mi chiedo se 50 anni sono passati per nulla… Poi, per carità, diamo pure la colpa agli operai che hanno lavorato sulla linea. Non fosse mai che le responsabilità debbano ricadere su chi guadagna 25.000 o 30.000 euro mensili… e che forse, avrebbero dovuto programmare/prevedere un sistema di controllo a prova di scimmia. Ma sono dei dettagli! Benvenuti nel nuovo mondo del progresso e delle privatizzazioni!

Alberto Conterio - 11.02.2020

Un’idea rivoluzionaria di Monarchia…


Un’idea rivoluzionaria di Monarchia…
Non un inutile arbitro, ma un attivo giudice…

Essere e sentirsi italiani di questi tempi, può portare alla pazzia, e vorrei che tutti ci soffermassimo per un attimo a ripensare agli ultimi mesi di accadimenti politici nel nostro Paese.
Quando l’estate passata assistiamo alla crisi del governo Lega - M5S e alla caduta del governo, non uno di noi avrebbe mai potuto sospettare che non si sarebbe andati alle urne. Nello stupore generale invece, il presidente della repubblica accantona subito questa opzione e appoggia un accordo di palazzo tra M5S e il Pd, che ricordiamo, negli ultimi tre anni, ha perso ogni appuntamento elettorale nazionale ed europeo, riuscendo a stento a difendere la cittadella rossa dell’Emilia Romagna, nelle elezioni amministrative di questo gennaio 2020.
Per questo governo fantoccio, che piace solo a Bruxelles e all’alta finanza, e che non gode dell’appoggio popolare - “sardine” e Vaticano a parte - tutti o quasi tutti hanno gridato allo scandalo, alla truffa, al calpestio della costituzione. Tutti o quasi tutti abbiamo sbagliato. Purtroppo è tutto legale.
Sembra un controsenso vero? Eppure tutto si è svolto in ottemperanza al dettato costituzionale.

Su Italia Reale di Gennaio Febbraio, avevo già fatto accenno al grado di degenerazione che la democrazia ha raggiunto, e questa dinamica di eventi, conferma ciò, una vota di più. I tre poteri sulla quale si fonda la nostra costituzione, Legislativo, Esecutivo e Giudiziario, sono ormai insufficienti a garantire un livello minimo e accettabile di democrazia in questo Paese.

E allora guardiamoci allo specchio, se davvero aspirassimo ad instaurare in Italia una Monarchia “democratica” del tipo presente nei paesi nordici dell’Europa, credo che potremmo tranquillamente dedicarci ad un altro passatempo. Personalmente non credo più alle fiabe.
Proprio sulla base di quanto è successo negli ultimi 12 mesi, ritengo non sia più conveniente spendere il nostro tempo per questo tipo di “progetto”, che definisco minimalista e politicamente corretto.
Con l’attuale modello di società mondialista, che prende sempre maggior piede nel mondo, avere anche in Italia una monarchia “democratica”, cioè una specie di soprammobile decorativo, sarebbe per me qualche cosa di insultante, privo di ogni ragion d'essere.

Mi piacerebbe invece che, si esplorasse almeno la possibilità di concepire una visione più coraggiosa e “rivoluzionaria” della monarchia. Mi appello quindi ai giovani di Italia Reale, che rappresentano non solo il futuro del Partito, ma il futuro della nostra Patria: Voi che avete il tempo anagrafico di poter operare a lungo periodo, potreste e dovreste a mio avviso essere capaci di maggior originalità, concependo una nuova dottrina che sappia contrastare il nuovo mondo globalista che si sta affermando.

Giovannino Guareschi, l’aveva capito in tempi non sospetti diremmo oggi… fu lui a scrivere:
“penso che le Monarchie siano tutte destinate a scomparire non perché siano superate o perché i popoli non le vogliano, ma perché nessuno vuole più fare il re”  e aveva ragione…

Molti di Voi non sanno che in Belgio, solo qualche anno fa, il Sovrano, per non firmare la legge che voleva legalizzare l’aborto nel suo regno, si è dichiarato “ammalato” per farsi sostituire nelle sue prerogative il tempo necessario a lavarsi le mani e la coscienza.  Ecco, per me costui non è stato un Sovrano o un esempio. Costui, è stato un ipocrita, uno dei tanti di questo mondialismo arrembante!

Se il mondo si muovesse ancora su binari “normali” dove tutte le forze in campo attingono da comuni valori con lealtà, il fatto che un Sovrano regni soltanto, facendo da simbolo dell’unità nazionale, potrebbe pure bastarci. Insomma, potrebbe bastarci che la monarchia svolgesse un ruolo esclusivamente cosmetico.
Ma sappiamo che non è così neppure in quei Paesi come il Regno Unito, dove la Monarchia è ancora radicatissima.
Guardiamo alla Storia: dalla rivoluzione francese in poi, il pensiero si divide… c’è chi pensa con lealtà a battere un avversario sul piano delle idee e degli argomenti (gli ingenui) e c’è chi invece pensa ad annientare il nemico tout court, insensibile a qualsiasi altro valore, e tra essi possiamo annoverare tutti coloro che considerano la monarchia un orpello da abbattere. E allora desideriamo scendere al loro livello, pensando di uscire vittoriosi nel corso di un processo democratico?
Abbiamo visto come funziona oggi la democrazia… gli ultimi sondaggi sull’umore della gente parla di un buon 61% di contrari all’attuale esecutivo a trazione Pd… ma il presidente della repubblica ha preferito voltarsi dall’altra parte! Così ha fatto l’informazione, che in questo contesto, a mio parere, ha la responsabilità maggiore.

Noi oggi, non abbiamo nessuna speranza di prevalere democraticamente sui nostri avversari, e non l’avemmo mai una speranza neppure se da oggi potessimo contare su 25 anni di pace mediatica e corretta divulgazione delle informazioni e della storia passata, perché non sarebbe sufficiente questo tempo a ricostruire un cultura basata sui valori necessari.
Quindi a mio giudizio è diventato davvero sterile continuare a parlare di politica all’interno di questo spazio “democratico”.
Dovremmo guardare avanti. Ed ecco perché mi appello ai giovani, perché sono naturalmente predisposti ad un maggior coraggio. Il coraggio necessario a proporre qualche cosa di nuovo, qualcosa che non passi inosservato, e che faccia colpo sulla buona gente comune. Quella gente che ancora oggi sopravvive basandosi sui valori del buon senso di un tempo e che si sente abbandonata a se stessa e senza un orizzonte.

Credo che nel disordine attuale, sia urgente promuovere una formula diversa di democrazia, perché è evidente che questa democrazia non è più utile, anzi diventa spesso dannosa per il popolo.
Noi che non abbiamo interessi nell’attuale sistema, dovremmo avere il coraggio di proporre un’idea “rivoluzionaria” di monarchia. Una monarchia che guardi alla democrazia in funzione di “quarto potere” dello Stato, dopo i noti poteri assegnati dalla costituzione: legislativo, giudiziario ed esecutivo.
Una Monarchia che abbia quindi il potere di mettere ordine tra le idee divergenti dei partiti, dando linee guida imprescindibili alla politica, ogni qual volta se ne senta la necessità per assicurare non solo la volontà popolare, ma soprattutto, al netto del condizionamento mediatico, l’interesse popolare. Ciò per me diventa fondamentale in una società come la nostra occidentale, dove tutta l’informazione viene continuamente edulcorata, e quindi viene ad essere edulcorato lo stesso comune sentire.

Non si tratta quindi di voler tornare ad una Monarchia assoluta, …che sappiamo superata dalla storia, ma di pensare ad una nuova monarchia che sappia mettere freno all’attuale degenerazione della democrazia nell’interesse della gente e delle loro libertà. Non più una monarchia a guardia delle regole (per quello basta e avanza un oscuro funzionario qualsiasi che faccia da presidente), ma una monarchia che utilizzando le regole che la nuova costituzione le assegnerà, sappia indicare e aprire la strada in difesa dell’interesse popolare. 
Non un passo indietro insomma, ma un deciso passo avanti in favore del popolo! Ancora una volta in favore del popolo, come è sempre accaduto in passato per Casa Savoia a partire da Umberto Biancamano.

Concludendo, quando pensiamo ad avere un Re al Quirinale, dobbiamo pensare di accompagnarlo rivedendo il concetto stesso di costituzionalismo.
La Corona che dovremmo proporre, dovrebbe avere il diritto e il dovere di intervenire, quando necessario e che rappresenti un attivo giudice delle politiche del governo. Non come succede oggi, l’inutile arbitro di regole che vengono spessissimo aggirate legalmente per interessi terzi!
E se così fosse, ancora una volta, la figura del Sovrano si ergerebbe al di sopra di qualsiasi altro interesse, e sarebbe incontestabile, perché la sua azione, super partes  legherebbe a doppio spago l’interesse della Corona all’interesse del popolo.
Maggiore sarà la soddisfazione popolare infatti, maggiore sarà la solidità della Corona.
Ci vogliamo pensare?

Alberto Conterio - 10.02.2020