Interviste ad Alberto Conterio

lunedì 21 febbraio 2011

Che festa la festa !

Ancora una volta, dobbiamo evidenziare che non c’è limite al brutto, al ridicolo ed alla vergogna per questa repubblica.
E’ stata istituita la festa del 17 marzo, ma soltanto per quest’anno, e alcuni ministri hanno avuto il coraggio di votato contro al decreto. Un poco come dire, siamo ministri, ma non ministri italiani, …abbiam giurato fedeltà alla repubblica, mica all’Italia. Insomma, l’esatto contrario di quanto ci ha sempre insegnato SM il Re Umberto II di Savoia, che ponendo davanti ad ogni cosa l’Italia, sciolse dal giuramento di fedeltà alla Corona tanti bravi servitori dello Stato, perché, pur essendo monarchici, potessero continuare a servire ugualmente l’Italia fattasi repubblicana.
Altro stile, altra cultura, altre persone.
Oggi viviamo all’ombra della vergogna perenne, e occorre adeguarsi a ciò ogni momento della giornata e far buon viso a cattiva sorte. Una sorte grama, che il 2 giugno di 65 anni fa, c’è stata assegnata per facilitare gli interessi della partitocrazia sul popolo, …anzi contro il popolo !


L’ex presidente Ciampi, quando mesi fa lasciò la presidenza del comitato dei garanti per i festeggiamenti del 150° anniversario “dell’Unità italiana”, sapeva quel che faceva, o meglio sapeva quel che non poteva fare, ed allora con la scusa dell’età, ha lasciato l’incombenza ad Amato. Costui,  ex Presidente del Consiglio, perfettamente integrato, ha continuato a sonnecchiare stancamente fino alla passata settimana, e avrebbe continuato a farlo ancora ! È toccato così al Presidente Napolitano dare un segno, per evitare la certificazione di questo fiasco tanto voluto.
Perfino a lui, che in gioventù questa Italia l’avrebbe volentieri svenduta al Soviet, deve essere parsa poca cosa l’organizzazione “nazionale”, tra silenzi per non dire e occultamenti della verità storica. Ci voleva un fatto eclatante, un appuntamento valido per tutti gli italiani, perché contemporaneamente si sentissero, dalle Alpi a Pantelleria “spinti” a ricordare. L’istituzione della festa del 17 marzo, non ha altro scopo. Non ci ricorda il fatto storico in se, perché non abbiamo neppure avuto il coraggio di chiamarlo con il suo vero nome “proclamazione del Regno d’Italia”, e non può ricordarci neppure la semplice verità, che solo con  Casa Savoia fu possibile, il miracolo della creazione dello Stato nazionale. Non potevamo forse prevedere questa data nel programma ufficiale con molto anticipo evitando le polemiche di questi giorni ? Certo, …se ci fosse stato un programma. Dal momento che il programma non c’era, s’è dovuti intervenire d’urgenza con un decreto, come fosse un’emergenza, un’alluvione, un’epidemia, una tragedia imprevista, altro che festa.
In questi mesi, abbiamo sostituito tutti i valori, abbiamo rifatto la storia, abbiamo dato aria al risentimento egoistico di pochi, all’orgogliosa baldanza di chi si sente superiore invece che italiano, e ci ritroviamo tra le mani un decreto, non un festa, con la possibilità d’essere pure contrari.
Chi si sarebbe mai sognato un tempo, d’essere contrario al 4 novembre, o al giorno di Pasqua, nessuno; invece contro un decreto è possibile essere contrari, anzi diventa motivo d’orgoglio, chiosare su di esso, come fosse un provvedimento qualsiasi.

Finita la “festa” domani, torneremo ognuno di noi a fare il nostro mestiere di sempre. I politici torneranno ad arricchirsi in pace anche quelli che non si sentono italiani. Gli altoatesini poi potranno riprendere ad incassare e spartirsi milioni di ero senza dover neppure fare finta di dire grazie all’Italia, mentre gli italiani, potranno tornare a sognare una Patria migliore di quella che hanno dovuto commemorare, nonostante tutto; …facciamo in fretta, per carità festeggiamo e facciamola finita !

Alberto Conterio - 21.02.2011

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