La repubblica si auto dissolve
Emergenza lavoro
13 febbraio 2013
Quella che pare essere la più bella costituzione del mondo
intero, al suo primo articolo, recita che l’Italia è una repubblica fondata sul
lavoro.
Sia chiaro, che una repubblica fondata sul lavoro, non è una
Nazione, perché il lavoro, pur importante, non è un valore di unione univoco e
particolare di una Nazione che si differenzia da altre. Il lavoro infatti, è
semplicemente un mezzo. Un mezzo con il quale, la parte attiva di una
popolazione si sostiene, mangia. Campa insomma!
Di per se quindi, questa costituzione, non serve, o meglio
non il collante sufficiente a tenere insieme le diverse parti della popolazione
disseminata sul territorio geograficamente italiano. Tanto è vero, che parte
della popolazione più attiva di questi territori, dichiara di non sentirsi
italiana, perché forte appunto del suo lavoro, quale mezzo di sussistenza e
indipendenza.
Benigni e Napolitano del resto, quando parlano della più
bella costituzione del mondo, lo fanno unicamente perché il loro lavoro (da noi
profumatamente retribuito) lascia ancora immaginare ad ampi margini di
miglioramento della qualità della loro vita o della loro condizione
professionale.
Il lavoro quindi risulta essere non un valore di unione, ma
un mezzo per affermare la propria indipendenza.
Appurato questo teorema, si comprende come mai questa
repubblica, in sessant’anni ha smontato pezzo a pezzo la Nazione Italiana, la
nostra Patria, e la nostra memoria anche.
Ne siamo testimoni ogni anno il 10 di Febbraio ad esempio,
quando nel silenzio mediatico più imbarazzante ci scordiamo regolarmente degli
esuli giuliani, istriani e dalmati, facendo finta di non conoscere il dramma
accaduto in quelle terre italianissime e ormai dimenticate.
Non contenta di ciò, la repubblica italiana, pura e sola
ideologia, che ha in se ogni germe ed infezione possibile, negli ultimi
vent’anni, è riuscita a smontare pezzo a pezzo, anche il lavoro da cui trae
legittimità, tanto che ormai, le aziende che chiudono le loro sedi sul
territorio italiano sono più di mille al giorno, e la disoccupazione aumenta in
modo esponenziale.
Leggi di comodo e di favore, elevatissima tassazione dei più
onesti e meritevoli e sciagurati trattati internazionali hanno consumato la
rete plurisecolare del lavoro italiano, che assieme all’arte ed alla cultura
avevano fatto grande e considerato nel mondo il nostro Paese.
Essendo, orgogliosamente italiano e monarchico, non posso
che rammaricarmi di ciò!
Se non fosse che negli ultimi anni, il mio tenore di vita e
di parecchio rotolato verso la fame, la povertà e l’insicurezza per il futuro
però, mi rallegrerei infinitamente, in quanto senza lavoro, questa repubblica
si auto dissolve in modo automatico.
Non posso non pensare con un briciolo di ironia, che, intere
generazioni di fedeli monarchici, si sono battute in questi decenni per
rovesciare (democraticamente parlando) questa repubblica, quando sarebbe
bastato avere pazienza e attendere che l’ultimo posto di lavoro vero, cioè
dignitoso e professionale, venisse trasferito altrove.
Quando ciò accadrà, e non manca davvero molto… puff, la
repubblica italiana scomparirà da sola!
Cosa ne sarà dell’Italia allora? Giovannino Guareschi, in
una magnifica e significativa vignetta sul “confine orientale”, evidenziò, che
dove finiva questa repubblica del lavoro, non finiva anche il Regno degli
italiani, questo anzi, continuava…
Occorrerà certo rimboccarsi le maniche, ma quando sarà
chiaro a tutti, che questa costituzione, non è la più bella del mondo, ma
soltanto la più bugiarda che potevano imporci, la nostra Italia si libererà
della repubblica e tornerà a essere “l’Italia giusta” davvero!
Italia Reale - Stella e Corona
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