…sulla parata militare del 2 giugno
La semplice considerazione di chi il servizio militare l’ha
fatto
Sono Monarchico da sempre e non l’ho mai nascosto a nessuno.
Non faccio quindi fatica a scrivere che il due giugno del 1946 rappresenta per
me e per i valori di Patria che mi accompagnano, il giorno più buio della
nostra storia unitaria.
L’amaro calice della retorica che accompagna l’annuale
commemorazione viene però reso quasi digeribile dalla parata militare ai Fori
Imperiali di Roma. Per essa sono disposto a sopportare negli ultimi anni anche la
visione del presidente Giorgio Napolitano del codazzo suo e di tutta quella
pletora di lacchè che hanno fatto «grande» questa repubblica.
È quindi con rammarico che sento il bisogno di fare una critica
alla parata militare stessa.
Perché il bisogno? Perché come ex Ufficiale in congedo del
nostro Esercito sento il dovere di far presente la penosa deriva ormai
riscontrabile. Ciò è così evidente che con un poco di attenzione, anche chi, il militare non l'abbia fatto, possa
rendersi conto di quanto affermo.
Mi riferisco chiaramente alla poco dignitosa visione dei
reparti in sfilata, storici e non, che negli ultimi anni hanno quasi del tutto
abbandonato l’aspetto marziale proprio in favore di un «andazzo» somigliante al
claudicante incedere (dopo la sbornia quotidiana) dei mercenari lanzichenecchi
di rinascimentale memoria.
Sono certo che questo degrado, non sia imputabile alla
professionalità e all’addestramento formale dei nostri magnifici reparti, al
contrario dipenda dalla scelta di far sfilare un numero esiguo di militari (per
questioni di costi) in ordine troppo aperto per poter mantenere una formazione
«quadrata» come si conviene a delle forze armate degne di questo nome,
rappresentanti un Paese con una Storia e una Tradizione militare che trae le
sue più antiche origini nelle invincibili legioni romane.
Chi non ha mai marciato inquadrato e fatto delle
esercitazioni formali, può far fatica a comprendere cosa intendo dire, ma chi
ha avuto l’onore e l’orgoglio di marciare in un inquadramento compatto, sa bene
che solo il contatto gomito a gomito e la minima distanza tra militari delle
diverse file che compongono un inquadramento che si muove al passo, può
garantire l’esatto allineamento ortogonale e quindi una aspetto visivo perfetto
dell’inquadramento stesso!
Lo spettacolo di questo lunedì 2 giugno 2014, come quello
degli ultimi anni invece, lascia non solo parecchio a desiderare, ma lascia con
l’amaro in bocca. Sembrava di assistere al passaggio dell’esercito della
salvezza, o al raduno provinciale degli Scout.
Possiamo decidere di risparmiare evitando la sfilata ai Fori
Imperiali ed effettuare un semplice «presentaat arm» davanti al monumento del
Milite Ignoto, o in pizza del Quirinale, ma che sia fatto come deve essere
fatto, altrimenti è meglio abolire tutto tout court.
Ribadisco, per non essere frainteso: la mia non è una
critica ai nostri militari e alle nostre gloriose Forze Armate, è una critica
al vergognoso e indecente spettacolo che questa repubblica offre di se con
questo tipo di filata militare, che di militare ha solo il nome.
Pensiamoci per il prossimo anno.
Nel frattempo su You Tube si possono ammirare filate
effettuate anche in paesi del terzo mondo, che fanno tornare alla mente la
perfezione e la marzialità delle parate militari prussiane di inizio novecento!
Alberto Conterio - 03.06.2014
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