Interviste ad Alberto Conterio

mercoledì 21 ottobre 2020

Bavagli e museruole: vi siete fatti delle domande?

Bavagli e museruole: vi siete fatti delle domande?

Un sacco di bugie, oppure irresponsabili mancanze?

 

Desidero fare qualche domanda ad alta voce trattando l’argomento “mascherine” o come dico io, bavaglio o museruola: ritengo che ormai, una buona fetta della popolazione italiana si sia fatta una sua idea su questo “attrezzo”, ma vale la pena esternare qualche riflessione e qualche domanda.

Le riflessioni e le domande, sono un esercizio difficile ma quanto mai necessario, soprattutto quando risulta evidente che questo esercizio, di libertà intellettuale se vogliamo, risulta molto inviso alle istituzioni e in chi, avrebbe il dovere di informarci.

Bando alle polemiche però, ed entriamo in argomento. 


Credo sia giusto ricordare che, proprio nel momento più buio di questa “epidemia”, cioè quando ci raccontavano giornalmente di centinaia di morti e migliaia di appestati in terapia intensiva, …marzo e aprile per intenderci, la museruola, non era obbligatoria all’aperto, e inizialmente, anche se muniti di autocertificazione per fare la spesa perché confinati agli arresti domiciliari, si poteva entrare nei supermercati a volto scoperto.

Le dichiarazioni di Angelo Borrelli, capo della protezione civile, in data 4 aprile 2020, non lasciavano certo dubbi in proposito: "Anche ieri ho detto che non uso la mascherina, ma rispetto le regole del distanziamento sociale. La mascherina è importante, se non si rispettano le distanze, per evitare l'infezione da virus" (Adn Kronos)

Ho ricordato ciò, perché, mano a mano che, la produzione di questi benedetti Dispositivi di Protezione Individuali diventava più abbondante e disponibile (Fiat da sola è in grado ormai di produrne 27 milioni di pezzi al giorno) guarda caso, le azioni delle museruole, hanno comincia salire, divenendo obbligatorie all’interno di spazi chiusi prima, e di recente anche all’aperto.

Naturalmente ciò è avvenuto in totale controtendenza rispetto alla pericolosità percepita del virus, che a marzo e aprile veniva spacciato per letale (complice forse gli errati protocolli di cura inizialmente utilizzati?) e che ad oggi, in assenza di gravi o gravissime patologie preesistenti sul paziente, sappiamo brillantemente curabile nel giro di qualche giorno… Come il raffreddore del resto!

Facciamo alcuni esempi, per non passare da visionari: mi piace ricordare Silvio Berlusconi, che certamente non si può dire che sia un giovanotto sano, curato in 11 giorni, Donald Trump, 4 giorni, Zlatan Ibrahimović, meno di una settimana, e a 2 settimane dall’avvenuta diagnosi d’essere stato colpito da questo “pericolosissimo” virus, ha segnato a 39 anni, una doppietta all’Inter nell’ultimo derby cittadino di Milano, segno evidente della sua grave debilitazione fisica!  Ma torniamo seri per carità!:

Mi chiedo come mai, se il virus è così aggressivo e pericoloso, possano andar bene mascherine e bavagli di qualsivoglia fattura forma e colore, tanto da essere ormai proposte al grande pubblico, in abbinamento a vestiti e costumi. Un dispositivo medico di protezione, non dovrebbe essere certificato e rispettare caratteristiche e materiali appropriati all’uso che gli è stato assegnato? Quando devo fare una iniezione o un prelievo del sangue, non acquisto la prima siringa disponibile dal tabaccaio, perché mi viene comodo farlo mentre acquisto anche le sigarette. Tantomeno, acquisto una siringa in merceria, perché tra quelle offerte, ne trovo con una bella stampina sopra che la fa apparire tanto di moda. Le siringe si acquistano in farmacia tra quelle disponibili a svolgere la sua funzione, certificata da un’azienda che produce questa tipologia di prodotti. Stop! Non possono esserci altre possibilità!

Seconda domanda: visto che il virus o come ama dire qualcheduno il Vairus è pericoloso, è possibile che si possano vendere mascherine riciclabili? Dovrò lavarle come? In lavatrice con altri indumenti, oppure le dovrò bollire con apposito prodotto igienizzante? Anche questa domanda non trova risposta, o meglio, l’unica risposta plausibile e che ognuno faccia secondo buon senso. In pratica siamo tornati alle conoscenze mediche del  1300, in pieno periodo di peste! Buono a sapersi no…

Terza domanda: ammesso che si impieghi una mascherina acquistata in farmacia, quanto dura il suo effetto di protezione. Insomma, se lavoro in un ufficio con altri colleghi, ogni quanti minuti dovrò sostituire questo dispositivo perché lo stesso risulti efficace nella sua opera di protezione? In questo caso, andiamo un poco meglio, in quanto le risposte ci sono, ma, spaziano da chi sostiene che una mascherina è efficace pochi minuti a chi ritiene che sia sufficiente cambiarla ogni tre o quattro ore! Chi è nel giusto? Vedete voi. Come sopra insomma…

Torniamo alla pericolosità di questo morbo, ammesso che lo sia davvero… quarta domanda: quando sostituisco la mia mascherina o tolgo i guantini di lattice appestati, è sufficiente gettarli dalla finestra, nel cestino dell’immondizia al parco o nel pattume di casa? Non sarebbe corretto raccogliere questi dispositivi a parte e convogliarli verso un inceneritore, così come inizialmente abbiamo incenerito i corpi dei morti di Covid o presunti tali? Non si tratta di essere pignoli o di voler sollevare polveroni, si tratta di coerenza! Se è vero che il morbo è pericoloso, posso io abbandonare rifiuti potenzialmente infetti, dove cazzo mi pare?

Ma un Dpcm, che ha il potere di gettare le mie libertà individuali alle ortiche, di rovinare economicamente una nazione, creando milioni di affamati e senza lavoro, con l’ardire di definire con precisione le fasi della mia giornata con orari e impedimenti vari, può essere vago o completamente privo di risposte credibili alle semplici domande che pongo?

Se avessimo ancora in vita, dei giornalisti del calibro di Montanelli o Fallaci, basterebbero queste domande bene in evidenza su un giornale degno di questo nome per far crollare il castello di carte costruito in questi mesi. Purtroppo l’informazione in Italia ha raggiunto livelli tali di impreparazione e falsità, che il gioco del governo non solo può essere attuato, ma viene aiutato da costoro, senza imbarazzo e vergogna.

Repubblica, ormai ridotto ad essere un rotocalco illustrato, organo di stampa dell’esecutivo, sul sito online qualche giorno fa proponeva un’intervista all’ennesima super esperta, che ammoniva gli italiani a praticare il sesso indossando il bavaglio di cui sopra. E non è uno scherzo!

In questo contesto di panico indotto, non bisogna stupirsi se parte della popolazione vive un incubo terrorizzata, e una parte, vive il disagio di doversi barcamenare come meglio può, per cercare di continuare a vivere un’esistenza “normale”, correndo il rischio non da poco, d’essere etichettata per complottista! Faccio l’ultima domanda poi taccio: in questa surreale situazione, non sarà il governo e tutti coloro che a questo reggono il moccolo ad essere i veri complottisti?

 

Alberto Conterio - 21.10.2020

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