In questi giorni, scherzando con me, un amico ha esordito dicendo : “Deve essere difficile oggi essere Monarchico come te e difendere i Savoia”. Non era certo sua intenzione sfottere o mettermi in difficoltà, ci mancherebbe.. ci conosciamo da trent’anni quasi, ed il rispetto reciproco si è ormai calcificato tra noi. Però sul momento, devo dire che mi ha fatto riflettere. Pochi istanti e poi con la stessa sua aria scherzosa ho ribattuto pronto : “Deve essere difficile restare onestamente repubblicani in quest’occasione per non difendere Casa Savoia”
Ha riso vagamente ma sono convinto che non ha compreso il messaggio che gli avevo inviato !
E come potrebbe ?
La possibile richiesta che Casa Savoia ha fatto intendere di portare a giudizio, nel qual caso la repubblica Italiana non ottemperasse agli impegni presi a sua volta per il rientro in patria dopo l’Esilio delle LL.AA.RR. Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto, infatti, sono state volutamente travisate per indurre il popolino a credere ciò che non è, e a distogliere l’attenzione di esso dalle gravi responsabilità della repubblica stessa
Nel caso in questione Vittorio Emanuele di Savoia all’età di nove anni e Suo figlio Emanuele Filiberto ventisei anni prima di nascere, sono stati condannati alla pena dell’esilio ed alla perdita dei Diritti Civili
Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto 26 anni prima di nascere, sono stati condannati per fatti non imputabili alla loro responsabilità senza processo.
Perfino durante il periodo nazista in Germania e sotto il peggior comunismo si sentiva la necessità di fare un processo, falso quanto si vuole, ma pur sempre un processo per dare un’apparenza di legalità. Nel caso dei Savoia… nulla !
La repubblica condannò un bimbo di 9 anni di età ed un altro un quarto di secolo prima del suo concepimento senza processo !
Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto prima di nascere, sono stati condannati alla pena dell’Esilio che a quanto mi dicono, risulta essere inesistente nell’Ordinamento Giuridico Italiano.
Pena inventata per l’occasione potremmo dire.
Io mi domando, …è possibile condannare un bimbo ad una pena non prevista dal Codice Penale ?
Si evince che Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto prima di nascere sono stati condannati senza processo ad una pena non prevista dal Codice, perché si chiamano Savoia.
Cioè per reato di cognome ?
Ma il reato di cognome non esiste in nessun paese del mondo ed ha un sapore fortemente razzista !
Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto prima di nascere sono stati condannati senza processo, ad una pena non prevista dal codice, in quanto maschi.
Quindi è una condanna pure discriminante e maschilista in negativo.
E le leggi di tutto il mondo civile (alla quale la repubblica dice di appartenere) non discriminano i maschi dalle femmine. Negli ordinamenti giuridici internazionali i nascituri possono essere solo portatori di diritti, mai di pene.
Tutt’ora persiste per queste due persone la violazione di alcuni diritti civili, l’impossibilità ad esempio di possedere qualsiasi bene sul territorio nazionale.
Inoltre Vittorio Emanuele a 9 anni, e quindi Emanuele Filiberto prima di nascere, sono stati privati della Loro parte di eredità derivante da Umberto II, a cui sono stati confiscati i beni privati.
Questo è il nocciolo della questione, è tutto il “fumo “ provocato ad arte in questi giorni serve soltanto a tenere l’attenzione del popolino lontana dall’Arrosto, che risulterebbe “bruciato” e assai indigesto alle attuali Istituzioni.
Non voglio infierire oltre, ma ricordare che la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, firmata anche dalla repubblica Italiana a Roma il 4 Novembre 1950, e che è stata su questa questione del tutto disattesa per 51 anni, non fa male a quanti gridano indignati allo scandalo !!!
Le leggi della repubblica Italiana consentono a due cittadini italiani o stranieri anche, di ricorrere in tribunali per chiedere giustizia se ritengono di aver sofferto un danno. In questo caso possiamo riassumere il danno in :
A) aver subito una condanna pur non essendo materialmente responsabili delle eventuali azioni criminose compiute semmai dal padre o dal nonno addirittura (stiamo parlando di un bimbo di 9 anni ed uno 25 anni prima che fosse concepito),
B) Aver subito una condanna non contemplata dal Codice Penale (Esilio), senza aver subito un regolare processo,
C) Essere stati discriminati per sesso e cognome
Se si ammette che tutto quanto sopra esposto sia lecito, e mi domando come lo si può negare, domani questa mostruosità potrebbe accadere a qualsiasi altro cittadino italiano, perché antipatico o magari perché politicamente caduto in disgrazia.
Questa è inciviltà !
Ecco che non riesco a capire quanti in questi giorni, pur essendo delle persone note, culturalmente raffinate, istruite nelle migliori scuole del Paese, possano con massiccia dose di ipocrisia, calpestare l’elementare diritto, confondendo la povera gente cresciuta a “Isola dei Famosi” e a “Grande Fratello” con falsità storiche provate (che solo in questo Paese possono trovar orecchio), ricerca di responsabilità assurde ed altre inesattezze o invenzioni simili.
La lotta per la verità non mi spaventa, ma ammetto d’essere stanco di dover lottare da anni, senza essere riuscito neppure a rimettere in pari l’ipotetica linea di partenza, dalla quale parlare liberamente senza dover sopportare d’essere schernito dal primo venuto.
Alberto Conterio - 03.12.2007
Ha riso vagamente ma sono convinto che non ha compreso il messaggio che gli avevo inviato !
E come potrebbe ?
La possibile richiesta che Casa Savoia ha fatto intendere di portare a giudizio, nel qual caso la repubblica Italiana non ottemperasse agli impegni presi a sua volta per il rientro in patria dopo l’Esilio delle LL.AA.RR. Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto, infatti, sono state volutamente travisate per indurre il popolino a credere ciò che non è, e a distogliere l’attenzione di esso dalle gravi responsabilità della repubblica stessa
Nel caso in questione Vittorio Emanuele di Savoia all’età di nove anni e Suo figlio Emanuele Filiberto ventisei anni prima di nascere, sono stati condannati alla pena dell’esilio ed alla perdita dei Diritti Civili
Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto 26 anni prima di nascere, sono stati condannati per fatti non imputabili alla loro responsabilità senza processo.
Perfino durante il periodo nazista in Germania e sotto il peggior comunismo si sentiva la necessità di fare un processo, falso quanto si vuole, ma pur sempre un processo per dare un’apparenza di legalità. Nel caso dei Savoia… nulla !
La repubblica condannò un bimbo di 9 anni di età ed un altro un quarto di secolo prima del suo concepimento senza processo !
Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto prima di nascere, sono stati condannati alla pena dell’Esilio che a quanto mi dicono, risulta essere inesistente nell’Ordinamento Giuridico Italiano.
Pena inventata per l’occasione potremmo dire.
Io mi domando, …è possibile condannare un bimbo ad una pena non prevista dal Codice Penale ?
Si evince che Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto prima di nascere sono stati condannati senza processo ad una pena non prevista dal Codice, perché si chiamano Savoia.
Cioè per reato di cognome ?
Ma il reato di cognome non esiste in nessun paese del mondo ed ha un sapore fortemente razzista !
Vittorio Emanuele a 9 anni ed Emanuele Filiberto prima di nascere sono stati condannati senza processo, ad una pena non prevista dal codice, in quanto maschi.
Quindi è una condanna pure discriminante e maschilista in negativo.
E le leggi di tutto il mondo civile (alla quale la repubblica dice di appartenere) non discriminano i maschi dalle femmine. Negli ordinamenti giuridici internazionali i nascituri possono essere solo portatori di diritti, mai di pene.
Tutt’ora persiste per queste due persone la violazione di alcuni diritti civili, l’impossibilità ad esempio di possedere qualsiasi bene sul territorio nazionale.
Inoltre Vittorio Emanuele a 9 anni, e quindi Emanuele Filiberto prima di nascere, sono stati privati della Loro parte di eredità derivante da Umberto II, a cui sono stati confiscati i beni privati.
Questo è il nocciolo della questione, è tutto il “fumo “ provocato ad arte in questi giorni serve soltanto a tenere l’attenzione del popolino lontana dall’Arrosto, che risulterebbe “bruciato” e assai indigesto alle attuali Istituzioni.
Non voglio infierire oltre, ma ricordare che la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, firmata anche dalla repubblica Italiana a Roma il 4 Novembre 1950, e che è stata su questa questione del tutto disattesa per 51 anni, non fa male a quanti gridano indignati allo scandalo !!!
Le leggi della repubblica Italiana consentono a due cittadini italiani o stranieri anche, di ricorrere in tribunali per chiedere giustizia se ritengono di aver sofferto un danno. In questo caso possiamo riassumere il danno in :
A) aver subito una condanna pur non essendo materialmente responsabili delle eventuali azioni criminose compiute semmai dal padre o dal nonno addirittura (stiamo parlando di un bimbo di 9 anni ed uno 25 anni prima che fosse concepito),
B) Aver subito una condanna non contemplata dal Codice Penale (Esilio), senza aver subito un regolare processo,
C) Essere stati discriminati per sesso e cognome
Se si ammette che tutto quanto sopra esposto sia lecito, e mi domando come lo si può negare, domani questa mostruosità potrebbe accadere a qualsiasi altro cittadino italiano, perché antipatico o magari perché politicamente caduto in disgrazia.
Questa è inciviltà !
Ecco che non riesco a capire quanti in questi giorni, pur essendo delle persone note, culturalmente raffinate, istruite nelle migliori scuole del Paese, possano con massiccia dose di ipocrisia, calpestare l’elementare diritto, confondendo la povera gente cresciuta a “Isola dei Famosi” e a “Grande Fratello” con falsità storiche provate (che solo in questo Paese possono trovar orecchio), ricerca di responsabilità assurde ed altre inesattezze o invenzioni simili.
La lotta per la verità non mi spaventa, ma ammetto d’essere stanco di dover lottare da anni, senza essere riuscito neppure a rimettere in pari l’ipotetica linea di partenza, dalla quale parlare liberamente senza dover sopportare d’essere schernito dal primo venuto.
Alberto Conterio - 03.12.2007
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