Non più cittadini d’Italia, ma condannati d’Europa
Mentre in America festeggiano il giorno dell’indipendenza,
in Italia alcuni giornali riportano la notizia della possibilità che la nostra
Patria possa diventare un protettorato dell’Unione Europea.
Bastano queste poche parole, due righini stringati per
fornirci l’esatta fotografia della tragedia immane che sta affossando questo
Paese.
Purtroppo dobbiamo ripeterci, rischiando d’essere noiosi, ma
questa repubblica nata male, anzi contro il volere del popolo per sopire la
sete di potere di una classe politica di inaudita arroganza e incuranza dei più
elementari principi democratici, ci sta portando al baratro dopo essersi
saziata della carne della sua gente come un avvoltoio di una carogna al sole.
Abbiamo cominciato coll’ammainare la bandiera del
Risorgimento e dell’unità nazionale il 13 giugno del 1946, per poi cedere o
svendere via via, le nostre capacità, idee, propositi, imprese ed ora anche la
sovranità, fino a ridurci ad essere gli zimbelli d’Europa, senza più valore.
Paesi di nessun peso economico, che la Storia con la esse
maiuscola ha relegato a comparse da decine di anni o che non ha mai ammesso tra
le potenze di questo pianeta per la pochezza del loro essere, come Austria,
Olanda o Finlandia si permettono di dettarci regole, porre veti!
Non basta, infatti, nessuno di coloro che ci rappresenta
(senza averne un democratico mandato del resto) ha replicato in merito, ha
tentato una difesa o uno scatto d’orgoglio.
Un povero Paese davvero questa Italia nostra, “guidato” da
ex comunisti, tecnocrati della teoria, marionette di euroburocrati e lobby di
speculazione finanziaria.
Mi sveglio la mattina e mi sento stanco d’aspettare… quando
giungerà la mannai benedetta a farla finita, spiccandoci la testa?
Giungerà di certo, …ma non ha il condannato il diritto
almeno, di conoscere il giorno della sua fine?
Alberto Conterio - 04.07.2012
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