Decreto del di-sfare
Sul finire di maggio, scrivendo una memoria sul “lavoro in
Italia” avevo tentato di sintetizzare l’attuale sistema, che prevede la
cannibalizzazione delle aziende nostrane a favore di quelle che migrato
all’estero e soprattutto a beneficio di quelle estere, ubicate in Paesi in via
di sviluppo. Il premio per coloro che partecipano a questa neo colonizzazione è
l’arricchimento frenato sistematico. Sembrerebbe un buon affare, ma non è così,
o almeno non è così per la quasi totalità della popolazione italiana, del suo
tessuto sociale e delle sue capacità economiche, ma ciò è un dettaglio.
A fronte di questa situazione, che ormai vede centinaia di
aziende italiane a dover chiudere ogni giorno con decine di suicidi, che per
ragioni di “decoro” sono raramente pubblicizzati, il governo delle larghe
intese presieduto da Letta, continua imperterrito ad approvare provvedimenti
definiti di rilancio dell’economia, che tutti assieme dovrebbero comporre il
“Decreto del Fare” tanto pubblicizzato quanto inutile.
Come ho già avuto modo di scrivere più volte infatti, se il
lavoro non c’è, varare provvedimenti che teorizzano sgravi fiscali per le
aziende che assumono lavoratoti o giovani lavoratori o ancora donne
lavoratrici, è come sperare nella caduta dal cielo della manna di biblica
memoria, oppure serve a far passare del tempo, a scaldare poltrone, poltroncine
e scranni. Il disegno infatti pare già scritto, e al nostro governo, legato
mani e piedi dall’Europa dei burocrati e dei finanzieri d’assalto, indottrinato
dalla Bce e guidato da tutta una pletora di fosche figure che si muovono
nell’ombra, non resta che gestire senza idea alcuna un declino che vedo ormai
irreversibile. Una toppa qua, un rappezzo la, con il solo obiettivo di
mantenere fino a quando sarà possibile, l’ordine sociale nazionale.
Una vergogna, che umilia l’intelligenza di un popolo che può
vantare almeno 25 secoli di storia e civiltà ininterrotti. Una vergogna che in
altri Paesi, porterebbe questa classe politica senza onore al suicidio di
massa, altro che assistere da ipocriti al suicidio di lavoratori e titolari di
aziende per la disperazione.
Il Decreto del Fare così, invece di portare a un effettivo
beneficio, non fa che aggravare la situazione generale, cadendo inoltre nella
discriminazione…
Un Decreto composto di sussidi, agevolazioni, sgravi fiscali
mirati, favori e favoritismi, che sembrano una brutta copia del sistema
economico del Regno delle Due Sicilie, dove aziende e industrie non vivevano
del loro lavoro e della loro capacità manageriale, ma sopravvivevano grazie
alla beneficenza del Re Borbone!
Un sistema questo che disabitua gli industriali (sempre gli
stessi di un elenco di favoriti ) a fare meglio, perché può contare sulla
“paghetta settimanale” di Stato. Un sistema che discrimina un lavoratore di 40
anni da uno di 25, un sistema che costringe per convenienza non già a scegliere
un lavoratore tra i capaci con esperienza o elevata scolarità, ma a scegliere
un lavoratore tra coloro che si portano in dote una prebenda statale, una
regalia, un pizzo da riscuotere sicuro!
Uno Stato sovrano, non dovrebbe abbassarsi a distribuire
aiuti e sussidi a qualcuno, ma ad operare perché tutti abbiano in partenza le
stesse opportunità. Uno Stato che intende avere il rispetto dei cittadini, non
deve distribuire pasti gratis, ma fare in modo che tutti possano lavorare per
potersi permettere una vita dignitosa e indipendente. Questo quindi, non è il
Decreto del Fare, ma il Decreto del DI-sfare, perché oltre a non far nulla per
consentire alle nostre aziende di poter lavorare almeno sul mercato nazionale,
protette da regole che escludano coloro che queste regole non rispettano,
distribuisce danari non suoi, drenati al popolo italiano con una tassazione
inverosimile, e che in parte non è già più in grado di sopportare.
Non avessimo avuto delle precedenti esperienze, Il
Presidente del Consiglio Letta, potrebbe essere accusato soltanto di
incompetenza, ma sono 20 anni che una parte dell’industria italiana sopravvive
di bonus e sussidi… cosa è cambiato? Nulla!
Gli incentivi alla rottamazione delle auto, hanno portato in
dote una Fiat nuova, lontana dalla crisi dell’auto? No di certo, e allora
l’attuale Presidente del consiglio come tutti i suoi predecessori non è un
incompetente è un criminale, che sa perfettamente di sbagliare, ma continua a
condurre verso il fondo del baratro questo Paese.
Che Dio ci aiuti!
Alberto Conterio - 02.08.2013
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