Interviste ad Alberto Conterio

domenica 30 aprile 2017

Crisi della carta stampata



Crisi della carta stampata
Disaffezione delle nuove generazioni o i motivi sono più seri?

Personalmente, ho avuto modo di riflettere diverse volte sulle cause della crisi della carta stampata.
Da anni i giornali, siano essi i quotidiani o i periodici (settimanali e mensili in genere) perdono costantemente lettori in favore della rete (internet). Gli esperti, sono concordi nell'affermare che ciò è dovuto alla rivoluzione tecnologica di questi ultimi 20 - 25 anni, che ha visto i lettori delle nuove generazioni spostarsi appunto, dai giornali tradizionali al web, dove l'informazione corre aggiornata in tempo reale, ormai fruibile in qualsiasi momento tramite un normale telefono delle ultime generazioni. Diversi infatti i progetti e i tentativi delle grandi testate giornalistiche di sdoppiarsi per acquisire abbonamenti e visualizzazioni in rete anche, ma i risultati di queste "ristrutturazioni" non sembrano però aver avuto il successo preventivato. Imperversano nel contempo, siti e blog minori. Sono centinaia, migliaia anche, e raccolgono milioni di lettori sempre più esigenti e interessati. 


E' quindi chiaro, che le cause evidenziate dagli "esperti" non sono sufficienti a giustificare la disaffezione dei lettori verso la carta stampata delle grandi testate giornalistiche. Le cause sono sicuramente altre. Un altro tassello di questo enigma, ci aiuta nella nostra riflessione : le difficoltà che stanno vivendo anche le agenzie di informazione, Ansa, Agi, Adn Kronos, per citarne alcune. Le loro difficoltà, sembrano sconfessare la storiella del cambio generazionale dei lettori e il salto tecnologico nell'informazione. Le agenzie stampa infatti avrebbero dovuto trarre un grande vantaggio dalla rivoluzione tecnologica. Queste agenzie, non si sono mai appoggiate a pubblicazioni cartacee per divulgare le loro notizie no? In passato hanno utilizzato telescriventi, Telex, Fax ecc. Il web quindi avrebbe dovuto aumentare considerevolmente la loro efficienza e capacità. Perché allora anch'esse sono in gran parte in crisi?
I lettori di questo spazio, avranno a questo punto già compreso dove ho intenzione di arrivare vero? Ho trattato altre volte da questo blog il problema della libertà di stampa, e quanto ciò possa comportare quando la stessa risulta essere limitata, o prigioniera di altri poteri. In Italia abbiamo avuto in passato buoni giornalisti e buoni giornali, ...poi la politica ed ora la finanza e le lobby hanno ridotto il sistema ad un ombra di ciò che era, trasformando il lavoro nobile del giornalista, in una mansione grigia. Un individuo amorfo, piegato davanti al proprio computer, dedito a fare il copia e incolla delle "notizie" proposte dal mainstream. Scusatemi l'uso di questo terribile termine inglese: il mainstream non è altro che l'insieme della grande informazione (grosse agenzie e testate giornalistiche mondiali) organizzate in un pensiero unico globalizzato con il quale, poi distribuire le "notizie" secondo interesse, politica e opportunità dei poteri egemoni.   
Questo stato di cose ha funzionato bene fintanto che la narrazione offerta, combaciava in gran parte con lo svolgersi della vita reale delle persone normali. Tutti avevano un lavoro, si incrementavano i risparmi, tutti potevano permettersi una casa, le ferie al mare d'estate e la settimana bianca d'inverno, si  poteva studiare con una spesa contenuta, la sanità funzionava ed era gratuita ecc. ecc. E dire che già un tempo, i più attenti lettori, dubitavano della sincerità dei giornali che  leggevano. A Torino ad esempio il giornale La Stampa, era scherzosamente chiamata dai lettori "la busiarda" in dialetto torinese: la bugiarda... Negli ultimi vent'anni però, mano a mano che aumentava il divario, ...la percezione tra il racconto mainstream improntato a nascondere la verità, è la vita reale delle persone sempre più difficile, è aumentata anche la disaffezione dei lettori verso la carta stampata, e l'informazione tradizionale divulgata attraverso la radio e la televisione. E' un processo che investe tutto il mondo occidentale in generale. Non centra nulla la rivoluzione tecnologica o il cambio generazionale. Il processo di disaffezione dei lettori, è dovuto quindi al fatto ormai evidentissimo che gli organi di informazione principali, agenzie di informazione, testate giornalistiche, radio e televisione sono ormai ridoti a fare la trombetta di regime... Costoro, non hanno più inviati per il mondo che raccontano la verità, ma squallidi impiegati d'ufficio che ricopiano le notizie offerte in pasto dalla "regia" dei poteri forti. Chi si espone con articoli originali di denuncia o di ricerca validi a informare seriamente i lettori, viene dileggiato prima, emarginato poi, e se non basta eliminato fisicamente, come successo al giornalista tedesco Udo Ulfkotte. Poteva fare carriera dopo aver rivelato che giornali e giornalisti sono “comprati” dalla Cia?
Altro che libertà di stampa.
Ma in un paese come il nostro, dove i giornali campano di contributi pubblici e di pubblicità e sono proprietà dei più grossi gruppi industriali nazionali, si potranno mai leggere notizie veritiere sulla situazione internazionale? si potrà mai avere una situazione reale della nostra economia? potremmo mai avere la possibilità di conoscere con obiettività idee contrarie alla compagine di governo?
Resta la rete quindi, sulla quale, viaggiano molte più notizie. I giovani sono facilitati nella ricerca di queste possibilità grazie alle loro maggiori conoscenze informatiche. Le ultime generazioni e le possibilità offerte dalle nuove tecnologie quindi sono la conseguenza alla causa. Non la causa di disaffezione.
Cosa succederà in futuro? La sfida contro il pensiero unico del mainstream non è vinta anzi... La Brexit, l'elezione di Trump alla Casa Bianca e la sconfitta dei burattini di Bruxelles al referendum italiano del 4 dicembre scorso, sono battaglie vinte dalla libera informazione in rete certo, ma la guerra dell'informazione è appena cominciata. Annusato il pericolo, il regime globale è già corso ai ripari. Si moltiplicano infatti le proposte per mettere un freno alla libertà di informazione sulla rete. Naturalmente non si parla di censura. Costoro non sono nei bambini neofiti. Il processo di controllo della rete, ha preso avvio sotto la falsa veste di battaglia contro le false notizie. Una necessità insomma!
Parliamoci chiaro: in rete circolano migliaia di notizie ogni ora. Molte sono poco attendibili, per carità, ma voler controllare ciò a monte da parte di una regia di garanzia, sa di regime. Si sente il puzzo della dittatura!
Volete una conferma? Chi farà parte della commissione che vigilerà sulla veridicità delle notizie diffuse sulla rete dagli stessi utenti per gli utenti? Google e Facebook ad esempio, i due colossi della rete, hanno già varato sistemi di controllo che fanno capo a gruppi di "esperti" formati dalle principali testate giornalistiche mondiali! Si avete letto bene: le notizie saranno controllate dai giornali e dalle agenzie principali che oggi, formano il mainstream del pensiero unico. E come funzionerà? inizialmente è previsto un sistema grafico a semaforo. Vicino al titolo della notizia "verificata", comparirà un pallino verde, giallo o rosso, secondo il grado di attendibilità stabilito dalla commissione di controllo, ma in futuro, quando questa regia globale sarà in grado di controllare ogni notizia, quelle giudicate "pericolose", potrebbero essere semplicemente oscurate, ...vere o false che siano!
Ancora una volta insomma, non saremo noi a decidere quale notizia leggere. A noi resterà ancora una volta la sola libertà di leggere le notizie giudicate positive per noi, cioè non pericolose per la finanza e i poteri forti che ci governano.
Se questa non è dittatura cos'è?
Il tempo stringe ormai, ed è meglio essere coscienti del pericolo che corriamo. E' un pericolo mortale questo, perché mai in passato è stato possibile controllare tutte le informazioni. Oggi invece, la tecnologia rende questo pericolo possibile e reale, e quando ciò si avvererà, noi saremmo tornati ad essere schiavi, come al tempo della costruzione delle piramidi. Siete avvisati!

Alberto Conterio - 30.04.2017

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