Speciale Siria: Dall’attacco occidentale alle conseguenze
strategiche
Come USA Regno Unito e Francia hanno perso la faccia: dalle
bugie all’impotenza militare
Mentre in Italia, ci si appassionava alle ultime puntate
dell’isola dei famosi, in Medioriente abbiamo nuovamente sfiorato l’apocalisse
dell’umanità. Mentre scrivo questo articolo a quasi dieci giorni dall’attacco
alla Siria da parte delle tre potenze nucleari occidentali, mi sento
decisamente più tranquillo. Parlo chiaramente dell'attacco di Stati Uniti
d’America, Regno Unito e Francia. Le tre potenze egemoni dell’occidente, gli
esempi a cui noi tutti, fin da bambini siamo stati indotti a imitare e sognare!
Sono più sollevato, non perché gli obiettivi siano stati
distrutti ed il feroce dittatore messo a tacere, ma perché questo attacco non è
degenerato in uno scontro diretto con la Russia di Putin.
Sia chiaro, non lo dobbiamo al buon cuore di Statista
(con la esse maiuscola) del presidente russo, e nemmeno ad un suo passo
indietro per evitare militarmente l’occidente, …non c’è ne stato bisogno!
A fermare “l’occidente” è bastata la Siria.
Tutti coloro che hanno seguito con apprensione quello che
doveva essere uno scontro duro e pericolosissimo per la pace mondiale, sono
rimasti quasi sorpresi, “delusi” anche! Non è successo praticamente nulla
insomma.
Ma non desidero correre: chi ha appreso via via dalla stampa
e dagli apparati comunicativi del regime (occidentale) le notizie, ha vissuto i
giorni intercorsi tra il presunto attacco chimico di Assad del 7 aprile a Douma
fino all’attacco di ritorsione occidentale nella notte tra il 14 e 15 aprile 2018
in un clima di piena crisi russofobica.
Senza considerare i messaggi dello stesso Presidente
Trump su Twitter, intrisi di arroganza e intimidazioni alla volta della Siria e
della stessa Russia, non si può negare il clima di isterismo che ha
accompagnato la preparazione all’attacco. Un dovere da compiere insomma, senza
se e senza ma, per punire il criminale siriano e tutti i mascalzoni che lo
appoggiano!
La “diplomazia” occidentale unita, brandendo il bastone, ha
sovrastato irrimediabilmente la ragione di chi, contrario all’uso della forza,
chiedeva soltanto di capire e di avere risposte, evidenze… notizie certe. Da
parte loro i russi, appellandosi all’ONU, hanno chiesto anch’essi prove, e la
possibilità di trovare una soluzione con il dialogo, aggiungendo però, che
avrebbero risposto colpo su colpo, anche militarmente!!!
E qui occorre appuntare che l’ONU non è stato in grado di
gestire questa “grana”, e bisognerà prima o poi prendere atto ufficialmente di ciò.
Non è possibile che un’organizzazione creata per risolvere questioni di
carattere internazionale, non abbia l’autorità necessaria per tenere a bada le
solite teste calde, che si arrogano il diritto di bombardare chi pare loro…
Detto questo, credo sia doveroso porre al lettore una
domanda: secondo Voi, il Presidente Bashar al Assad, ormai certo d’aver vinto
la guerra contro i tagliagole dell’ISIS, grazie all’aiuto della Russia, decide
di utilizzare armi chimiche contro donne bambini a Douma, per attirare gratis,
le ira delle potenze occidentali?
Se pensiamo che neppure Hitler, nelle ultime drammatiche
fasi della seconda guerra mondiale impiegò armi chimiche, possiamo credere che
le abbia utilizzate Assad che si trova oggi in una situazione assai migliore?
Io credo che, le armi chimiche, utilizzate solo durante
la Grande Guerra di cento anni fa, siano diventate in seguito, per i “detentori”
della verità, libertà e della democrazia, un “mezzo” su cui poter sempre
contare per avere o creare un’occasione, un casus belli, la possibilità di
screditare un vicino o una potenza avversaria che non si pieghi ai loro
dettami… Fu così anche per l’Italia durante la guerra d’Etiopia. Avevamo messo
le mani negli interessi altrui, e fummo accusati e sanzionati dalla Società
delle Nazioni (tra le altre cose) anche per l’uso indiscriminato di gas. Non è
forse vero?
Nel frattempo, desidero ricordare la veridicità sulla
presenza delle famose armi di distruzione di massa di Saddam Hussein in Iraq,
per citare uno dei casi più eclatanti di questo nostro tempo?
Ma torniamo alla Siria. Se il “regime” avesse davvero
utilizzato armi chimiche contro il suo popolo all’inizio di aprile, a negli
anni precedenti come più volte denunciato, vi sarebbero state migliaia di
persone a manifestare in piazza e nelle strade la loro solidarietà e la loro
lealtà al Presidente Bashar Al-Assad, dopo l’attacco missilistico di Trump, May
e Macron del 13/14 aprile scorso?
Per chiudere una volta per tutte la barzelletta sull’impiego
delle famigerate armi chimiche da parte di Assad, facciamo presente che, le inequivocabili
prove rinvenute e brandite dal presidente francese Macron come una spada infuocata
restano ad oggi sconosciute. Alla domanda da parte della diplomazia russa di poterle
vedere, la Francia, non ha saputo rispondere altro che le prove erano
“segrete”. Ma di cosa stiamo parlando dunque?
A questo punto, vale la pena spendere qualche parola
sullo Stato Siriano:
- In Siria non sono presenti Banche private o controllate
dall’estero
- la Siria vieta gli alimenti geneticamente modificati e
la coltivazione e l' importazione degli stessi
- la Siria è l' unico paese arabo che non ha debiti con
il Fondo Monetario Internazionale, né con la Banca Mondiale o con chiunque
altro.
- la Famiglia Assad appartiene all' orientamento Alauita
dell’Islam, cioè la parte tollerante dello stesso.
- le donne siriane hanno gli stessi diritti degli uomini
allo studio, alla sanità e all’istruzione
- le donne siriane non sono obbligate a indossare il
burka, e la Sharia (la legge islamica) è incostituzionale
- la Siria è l' unico paese arabo con una Costituzione
laica e non tollera movimenti estremisti
- circa il 10% della popolazione siriana appartiene a uno
dei molti rami cristiani sempre presenti nella vita politica e sociale del
paese
- la Siria è come Stato l’unico proprietario (pubblico)
del petrolio presente sul suo territorio (riserve per 2,5 miliardi di barili) e
lo ha riservato all’uso interno
- la Siria si è sempre opposta all’egemonia regionale
sionista all' apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi.
E’ sarà forse per questo che il popolo ama il suo
Presidente, perché la Siria di Assad, prima di questa guerra, era un modello di
tolleranza, modernità e progresso sociale, come dimostrano le stesse parole del
nostro ex presidente della Repubblica in visita a Damasco ospite proprio del
“criminale”, passate alla storia. Napolitano dichiarò durante una cerimonia
alla presenza del presidente Assad e della moglie: “Esprimo apprezzamento per
l’esempio di laicità e apertura che la Siria offre in Medioriente e per la
tutela della libertà assicurate alle antiche comunità cristiane qui residenti”.
E dopo questa lunga ma necessaria disamina di fatti ed
eventi, vorrei proporVi una piccola analisi al “poderoso” attacco missilistico
ai danni della Siria e alle sue conseguenze… frutto di una ricerca effettuata tra i
principali siti di informazione “tradizionali” e meno conosciuti sull’argomento,
incrociando le informazioni divulgate. Stranamente poche per l’occasione.
Comincio con lo scrivere che i documenti fotografici e i filmati dell’evento
sono addirittura rari, e ciò e quanto mai strano per chi, ci ha abituato a vere
rappresentazioni Hollywodiane nelle altre occasioni belliche, con esibizioni copiose
di immagini e filmati: Guerre del golfo 1 e 2, Afganistan, Libia ecc.
Per l’attacco del 13/14 aprile, il filmato maggiormente trasmesso,
riguarda l’arrivo notturno di alcune scie di fuoco alla periferia di Damasco,
seguite dal riverbero in lontananza di alcune esplosioni…
Questa curiosa reticenza nella divulgazione, fa pensare
male, e se sommiamo ciò al fatto che, il governo siriano non ha denunciato vittime
dovute allo stesso attacco, posso solo pensare che i danni siano stati davvero molto
limitati. A conferma di ciò, riporto quanto dichiarato da un portavoce
dell'esercito russo: "secondo le informazioni, nessuna vittima va
deplorata tra la popolazione civile o le forze armate siriane".
Altra cosa strana che fa riflettere, sono gli obiettivi presi
di mira e “battuti” come si dice in gergo, …tre in tutto!
Si parla solo di un centro ricerche "clandestino"
per armi chimiche (o che si supponeva tale), in realtà si trattava del Centro
Ricerche Farmaceutico di Barzah fuori Damasco e di altri due siti di produzione/stoccaggio
presso Him Shinshar a sud della città di Homs.
Altre installazioni militari, dove potevano essere
presenti militari russi sono state accuratamente evitate, e sembra che gli ultimi
contatti tra Macron e Vladimir Putin prima dell’azione, fossero destinati a prendere
le dovute precauzioni, dimostrando nel complesso - ed è un bene - che la sola
presenza russa ha un certo effetto di deterrenza su Stati Uniti ed alleati.
E' doveroso aggiungere inoltre, che i siti di Him
Shinshar, non erano mai stati indicati come possibile obiettivo, in quanto,
fino a pochi giorni prima del'attacco, rientravano ancora nella porzione di
territorio controllato dai terroristi dell'ISIS! Questa singolarità, dovrebbe
destare in ognuno di noi un ragionevole dubbio: sono stati attaccati perché
erano diventati da poco luoghi di produzione e stoccaggio, oppure occorreva al
più presto cancellare delle prove scottanti? Forse le prove definitive della
collusione esistente tra le potenze occidentali e i tagliagole dell'ISIS?
E poi altra domanda, ma perché se in queste località
erano immagazzinate sostanze chimiche nocive come è stato asserito, dopo il
bombardamento non è stata misurata nessuna presenza di residui chimici nelle
vicinanze delle stesse?
Tutte domande che avrebbero potuto trovare ufficiale risposta
se non vi fosse stato l'attacco, in quanto era in programma proprio in
quell'area una serie di ispezioni dell'Organizzazione per la proibizione delle
armi chimiche (OPAC, o anche OPCW in inglese). Sarà una combinazione anche
questa???
Ma andiamo oltre. Dalle rare immagini che si possono
vedere e che sono state additate come evidenza del successo militare ai media
occidentali nella conferenza stampa successiva all' attacco dal Tenente
Generale Kenneth Mc Kenzie, appare chiaro che il sito di Barzah non può essere
stato colpito dai 76 missili dichiarati ...senza essere diventato un enorme
cratere fumante profondo diverse decine di metri, così come per la zona di Him
Shinshark, dove si asserisce siano giunti a bersaglio 22 missili sul un
fabbricato industriale di produzione e 7 missili su un bunker di stoccaggio,
non sono evidenti danni paragonabili al trionfalismo delle dichiarazioni fatte!
E allora può venirci in aiuto una fonte informativa ufficiale russa – messa a
margine o del tutto silenziata dagli organi informativi occidentali – secondo
la quale, 71 dei 105 missili lanciati contro la Siria sono stati abbattuti o
resi innocui dalla difesa aerea siriana!!!
( Il Centro Ricerche di Barzah)
Se ciò fosse vero, e alla luce delle menzogne divulgate a
quintali in questi giorni, tutto può essere,
vorrei asserire - con buona probabilità di non sbagliarmi - che
l’attacco occidentale è stato un clamoroso fiasco, sia tattico che strategico.
Per essere buono, anche se la difesa siriana fosse
riuscita ad abbattere solo la metà dei 71 missili dichiarati, sarebbe un
risultato eclatante. Tale risultato, ottenuto con sistemi antiaerei, acquistati
diverse decine d’anni fa, al tempo ancora dell'Unione Sovietica, evidenzia l’impotenza
della Nato, contro un avversario strutturato e addestrato.
Certo possiamo pensare che questi sistemi missilistici
siano stati modernizzati di recenti dai russi, oppure che i russi,
“disinteressatamente” abbiano fornito dai loro sistemi di calcolo e di rilevamento
i dati necessari al miglior contrasto possibile, ma resta il fatto che un
numero elevatissimo di super costosissimi e modernissimi missili occidentali
sono stati distrutti; missili, che Donald Trump aveva descritto qualche ora
prima dell’attacco come "nuovi, belli e intelligenti".
Un missile Storm Shadow francese, come quelli utilizzati
dal Regno Unito, costa 800.000 sterline e un Tomahawk americano più di un
milione di dollari. Se il tasso di successo è stato soltanto del 31%, ci si
chiede quale sia l’effettiva capacità di Stati Uniti ed alleati oggi, di
condurre un'azione di disarmo (come quella condotta a suo tempo contro l'Iraq
nel 2003). Affinché tale azione abbia la stessa capacità distruttiva di allora,
occorrerebbero oggi, migliaia di missili per colpire gli obiettivi necessari.
Per un Paese come la Siria, gli analisti del settore hanno
giudicato necessario l'impiego di non meno di 4000 missili, per assestare un
primo colpo, tale per cui la difesa indebolita, risultasse poi meno letale per
poter proseguire con minor rischio l’azione di disarmo completo con aerei
pilotati.
Ciò equivale in sintesi ad una spesa folle di circa 5 miliardi
di dollari nella sola prima giornata d’azione. È facile capire che l'efficacia dimostrata
della difesa aerea siriana ha messo in discussione il modello militare ed
economico su cui gli Stati Uniti "dormono" dalla "Guerra del
Golfo" del 1991. Per farla breve, tatticamente, Stati Uniti, Regno Unito e
Francia hanno rimediato una sonora figuraccia, dimostrando che il loro modo di
condurre oggi un’operazione militare è superato.
Purtroppo però,c’è di più… Le conseguenze di tale sconsiderato
modo d’agire vanno oltre naturalmente. Jean-Luc Mélenchon (politico francese, fondatore nel 2008 del
Partito di Sinistra) candidato alle elezioni presidenziali del 2017 ha
dichiarato: "Gli attacchi alla Siria sono infondati e senza mandato
dell'ONU, contro di esso, senza un accordo europeo e senza il voto del
Parlamento francese (...) È una vendetta degli USA, un'escalation irresponsabile".
Questo è l'aspetto principale della questione che sfugge all’informazione
truccata che ci tocca ascoltare. Un attacco militare è un atto di guerra che andava
inquadrato dalla legge internazionale e prima autorizzato da una risoluzione condivisa
con il resto della comunità mondiale. In questo caso invece è stata fatta
valere solo la legge del più forte. Decidendo di attaccare unilateralmente e
senza mandato, Stati Uniti, Regno Unito e Francia, hanno dimostrato e
confermato (se ve ne fosse stato ancora bisogno) quanto poco gli interessino il
diritto internazionale e le Nazioni Unite.
Ciò è gravissimo, perché può solo convincere altri Paesi
ad acquisire quanto prima armi nucleari per proteggersi da tali azioni. In
altre parole, Donald Trump, Theresa May ed Emmanuel Macron hanno confermato che
la proliferazione nucleare è, per alcuni Paesi, una scelta necessaria ed irrinunciabile
per poter sperare di non essere costretti a subire la volontà altrui. Allo
stesso tempo, ha confermato ai leader dei Paesi che hanno conseguita questo
traguardo, la buona scelta fatta a suo tempo anche a costo di notevoli
sacrifici economici. Iran, Arabia Saudita, Algeria, Turchia e numerosi Paesi
asiatici economicamente e tecnologicamente capaci, da domenica 15 aprile, potrebbero
rivedere i loro piani in tal senso, per “assicurarsi” un futuro.
In conclusione, questo attacco, non ha certo reso il
mondo più sicuro o più giusto. In realtà ha aumentato i rischi d'instabilità
internazionale e fatto scendere al mondo, un altro gradino della scala che
porta al girone del caos.
E’ stata solo stupidità o grossolana irresponsabilità? Ciò
dovrebbe farci riflettere sul fatto che l’attacco fu deciso per ragioni
probabilmente diverse da quelle dichiarate. E qui sarebbe interessante capire,
cosa mai avrebbero dovuto seppellire questi missili… quali prove? quali
responsabilità? quali verità?
Purtroppo, con molta probabilità, non lo sapremo mai!
Alberto Conterio - 23.04.2018
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