Interviste ad Alberto Conterio

martedì 4 luglio 2017

Politica: il fallimento dei moderati



Politica: il fallimento dei moderati

La politica, quella vera, è sempre stata scontro di idee e di ideologie. Gli ultimi trent’anni di politica italiana, ma non solo italiana invece, sono improntati alla moderazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: non si capisce più nulla, e in questo caos a perderci è lo sviluppo della Nazione e con esso il benessere dei cittadini.
Poteva dare fastidio negli anni ’60 e ’70, la conflittualità permanente tra destra e sinistra, dove per destra si intendevano i reduci e gli affiliati a ciò che restava della repubblica sociale e a sinistra, i comunisti veri, quelli senza compromessi. Alla luce di quanto succede oggi però, occorre dire con sincerità che si sente la nostalgia di quei tempi… come si sente la nostalgia e il bisogno fisico della nostra Monarchia Sabauda.


Oggi in piazza ad esempio, si manifesta trasversalmente ai partiti pro o contro l’immigrazione o pro e contro i diritti dei gay, pro o contro la famiglia. Ieri si manifestava in piazza - anche con scontri fisici e violenti - per ottenere una maggiore dignità sul lavoro, un migliore contratto dal punto di vista economico, l’estensione a fasce sempre più ampie della popolazione di diritti sociali cardini della nostra civiltà, come il diritto allo studio o alle prestazioni sanitarie gratuite. La moderazione diventata poco a poco, pensiero unico, è ormai utile soltanto ad addomesticare l’opinione pubblica, ad evitare gli scontri, cioè ad evitare che l’interesse dei più grandi e potenti, sia turbato.
Credo fermamente, che per tornare a parlare seriamente di programmi politici occorra tornare agli scontri in piazza, ai comizi con servizi d’ordine, alle assemblee urlate, dove tra gli oratori e la moltitudine del popolo, si sentiva forte la tensione, la rabbia anche. Occorre cioè tornare a quel sano scontro che alimenta le idee e accelera la necessità verso la soluzione dei problemi.
Poteva esserci intesa tra Almirante e Berlinguer? Sicuramente no, ma il rispetto tra avversari era una costante alla quale nessuno si sottraeva. Oggi purtroppo, proprio perché nessuno ha più rispetto del proprio avversario, ogni accordo è possibile, anche il più innaturale!
E quando la politica non ci parla più seguendo una linea di principio, ma segue uno dei tanti interessi, da perseguire al di sopra dei principi, “la politica” perde ogni valore e si trasforma soltanto in un metodo, un meccanismo che si autoalimenta di se stesso, nel silenzio assenso delle masse addomesticate, senza guida e senza principi.
Si dice che il ventesimo secolo sia stato il secolo delle ideologie totalitarie, alludendo ad un fatto estremamente negativo della storia umana. Si dimentica anche che è stato il secolo del più alto sviluppo della stessa umanità. Siamo passati da una alfabetizzazione elitaria, ad una alfabetizzazione per tutti, abbiamo visto introduzione di elettrodomestici nella vita quotidiana, siamo passati da una esistenza votata esclusivamente al lavoro per la sola sussistenza, ad una società che finalmente tornava ad avere tempo libero, così come abbiamo visto nel volgere di 25 anni, passare dai biplani di legno e tela ai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki. E’ nella natura dell’Uomo dare il meglio di se nello scontro, nella necessità primordiale della sopravvivenza. Quando per i più svariati motivi o intendimenti, ciò si assopisce, tutto si assopisce.
Per il bene di questo Paese quindi, dobbiamo fare lo sforzo di dire basta alle ammucchiate di idee, ai compromessi, alle grandi coalizioni, alla retorica degli accomodamenti. Dobbiamo tornare a farci dei nemici in nome di un principio che consideriamo sacro e necessario:  La parola “moderazione” non può più far parte del dizionario politico. L’etichetta di moderato, dovrebbe offendere il politico capace, come oggi può offendere il politico onesto l’etichetta di “ladro”!
Sentiamo la necessità di avere chiarezza nelle politiche, di chiamare le cose con il loro nome. Gli italiani sono stufi e disinteressati al discernimento e alla “corretta interpretazione” delle idee da parte degli intellettuali. Questi devono pensare a proporre le idee; all’interpretazione, vogliamo pensarci noi!
Ne siamo capaci e ne sentiamo la necessità.
Per concludere, ai “giocolieri” della politica, non chiedo di lavorare gratis, non chiedo di essere onesti, non chiedo di abbandonare i privilegi… chiedo invece con forza, di abbandonare i tatticismi, i compromessi, le mezze ragioni, la riduzione del danno. Agli “uomini” della politica insomma, chiedo la coerenza di portare avanti un’idea, un principio sopra agli altri, se necessario, contro gli altri: l’Italia innanzitutto!!!



03.07.2017 – Alberto Conterio
 

lunedì 3 luglio 2017

Immigrazione e relativismo, portano alla guerra!



Immigrazione e relativismo, portano alla guerra!

Non che fosse necessario, ma gli ultimi attentati di Londra e di Parigi, devono indurci ad una riflessione: la società occidentale è lanciata come un treno a grande velocità contro un muro. L’impatto imminente non sarà lieve e potrebbe stravolgere per sempre le nostre vite e la nostra scala di valori.

Il prolungato momento economico di crisi potrebbe portarci a credere che la priorità oggi l’abbiano altri argomenti, come il lavoro, il sistema di tassazione, la sanità o l’istruzione, ma non è così.
Solo 6 anni fa, quando in Gran Bretagna e prima ancora in Francia ci furono rivolte, roghi e guerriglia urbana da parte delle popolazioni non autoctone residenti in quelle nazioni, alzammo le spalle credendo il pericolo lontano.
L’Italia non presentava ancora quello stato avanzato di degrado. I fatti di Rosarno in Calabria erano stati marginali, ma eravamo ad una svolta senz’altro.



I sociologi hanno continuato ad mentire a noi e a se stessi, facendo tutti i dovuti distinguo tra quanto era successo in Gran Bretagna e Francia e quanto era successo in Italia. A distanza di pochi anni, avendo fatto esperienza, pare ormai evidente anche alla maggioranza degli italiani, il fallimento completo del progetto multi culturale. Rosarno per l’Italia ha rappresentato l’aperitivo…
Già avevamo scritto in passato che non può esistere una società multiculturale in quanto la società che mai dovesse raggiungere questo malaugurato traguardo sarebbe una nuova società edificata sulle ceneri di tutte le altre culture distrutte e sostituite. Ripeto, oggi ne abbiamo conferma.
Se è vero che i fenomeni migratori in passato sono stati inarrestabili e naturali, è altrettanto vero che oggi questi flussi sono in gran parte manovrati, e resi strumento per destabilizzare intere aree geografiche. L’Italia negli ultimi quattro anni è diventata la vittima sacrificale di questa manovra, grazie - nella migliore delle ipotesi - a politici marionetta, oppure colpevoli per qualche danaro, di tradimento verso la Patria.
Recentissimamente da Montecitorio è stato poi lanciato da parte del Partito Democratico, come un anatema, il grido di battaglia “Jus soli subito: una legge di civiltà”, argomentando che per mettere le cose a posto occorre regolamentare questa gente con la cittadinanza italiana permettendo così la corretta integrazione. C’è addirittura chi ha sproloquiato che lo Jus soli ci garantirebbe un futuro esente da attentati, rendendo palese - se non si fosse ancora compreso - che siamo ormai sotto ricatto! 
Ciò ha provocato tutto un fiorire di interventi, trasmissioni e articoli mediatici, che tentano il lavaggio del cervello della buona gente italiana. La stessa Cei, Conferenza Episcopale Italiana è intervenuta, approvando questa follia. Secondo il Presidente, l’Arcivescovo Gualtiero Bassetti, l’integrazione sarà reale solo quando tutti i cittadini godranno degli stessi diritti.
Ma come può esserci integrazione su questa base,  quando per cultura la maggioranza di queste persone giungono in Italia con aspettative e consuetudini palesemente in contrasto con le nostre?
Come vi può essere integrazione e società multiculturale in senso lato, se tra i diversi gruppi etnici, religiosi e culturali hanno aspettative di vita ed obiettivi sociali differenti?
Facciamo un esempio semplice, che non può essere smentito da nessuno: se per noi “occidentali” è chiaro che le donne sono paragonabili in tutto e per tutto agli uomini, e altrettanto vero che per la totale maggioranza delle persone di religione islamica non è così! Provatemi il contrario…
Resta quindi uno sterile esercizio proferire belle parole in merito nascondendo la verità: chi intende la condizione femminile in diverso modo non potrà mai godere degli stessi diritti perché semplicemente non saprà che farsene. Far finta di nulla è criminale, perché espone la nostra società al pericolo di dover riconsiderare quanto avevamo dato per assodato ormai da generazioni, e contemporaneamente usa violenza contro queste persone allontanandoli di fatto dall’integrazione da noi auspichiamo.
Da questo esempio, possiamo comprendere quanta ipocrisia vi sia nel nostro buonismo e nell’ideologia multiculturale.
Provo orrore e tristezza per come la politica italiana ha portato avanti la questione, inoltre sono molto inquieto per l’obiettivo finale che sicuramente viene perseguito. Si diceva che la nostra era una società obsoleta, perché monoculturale, che perpetuava l’idea della civiltà occidentale come superiore, che era patriarcale. Per distruggere tutto ciò negli ultimi vent’anni ci hanno costretti a pensare negativo il nostro passato, a creare e vivere in un ambiente amorfo. L’ideale città postmoderna aperta a tutte le culture. Così, le città maggiormente popolate soprattutto, sono diventate laboratori a cielo aperto, dove ogni cultura avrebbe dovuto crescere nel proprio spazio, per godere dei frutti della cooperazione sociale. Abbiamo creato invece un sistema dove la cultura maggioritaria è stata marginalizzata a favore delle minoranze anche quando in contrasto con le nostre secolari tradizioni. Si pensi al Santo Natale o alla Santa Pasqua, in alcuni casi sostituite o abolite per non offendere gli altri credo religiosi.
In questo modo, quello che il multiculturalismo ha sancito, non è l’integrazione ma la distruzione della cultura pubblica condivisa e il diritto al rispetto, creando un grande vuoto. Il risultato è il relativismo sociale, dove tutti si sentono di rappresentare la verità.

Torniamo quindi all’immigrazione. Si potrebbe arrestare il flusso impiegando la metà dei soldi che oggi buttiamo alle ortiche (sono oltre quattro miliardi di euro) per l’accoglienza stupida e buonista in favore dei bilanci delle Cooperative adibite allo scopo, invece viene lanciato un ultimo e più distruttivo slogan per incrementare ancora le partenze (e gli affari): “cittadinanza per tutti!!!”

Questo crimine prima o poi si rivolterà contro di noi, perché sul lungo periodo diventerà sconveniente anche per coloro che, nonostante tutto, riusciranno ad ottenere l’agognata cittadinanza. Si ritroveranno presto a vivere in un Paese desertificato e senza futuro, come già avviene oggi per i nostri poveri giovani costretti a migrare all’estero.

Aspettiamoci quindi che il livello di insopportazione e di scontri tra le diverse etnie cresca ancora portandoci alla sola opzione che si renderà necessaria: ridurre i diritti e le libertà di tutti facendo violenza, ai “nuovi cittadini”, ma soprattutto alle popolazioni ospitanti, che hanno tutto il diritto di continuare a comportarsi come hanno sempre fatto, secondo le proprie secolari tradizioni, parlando la propria lingua, osservare senza imbarazzo le proprie leggi e religione, seguendo le proprie consuetudini, sicuri nella società che avevano creato e in cui credevano da generazioni. Inutile dire che a quel punto, sarà ciò che non avremmo mai più voluto vedere: la guerra! 
L’attuale decadente classe politica italiana è e sarà sempre più responsabile di questo orrore, e ne risponderà senza dubbio alle future generazioni.

23.06.2017 - Alberto Conterio

venerdì 12 maggio 2017

Dall’umorismo alla vergogna



Dall’umorismo alla vergogna
Due paroline sulla visita di Obama a Milano

Sono particolarmente propenso al buon umore oggi, tanto che vorrei poter condividere con voi un fatto che trovo davvero divertente, anzi ridicolo.
Si tratta della visita in Italia, a Milano del Sig. Obama, l’ex Presidente degli Stati Uniti d’America.
Per chi non avesse memoria di quanto successo negli ultimi otto anni nel mondo, desidero ricordare che Mister Obama è stato direttamente o indirettamente responsabile di una serie quasi infinita di guerre e attriti a distanza con le maggiori potenze del pianeta. Non per nulla, in questo mondo che ruota ormai alla rovescia, gli è stato assegnato il premio Nobel per la pace, squalificando per sempre quello che un tempo era stato un ambito e prestigioso riconoscimento mondiale!   

 
Si pensi che costui, appena eletto, ha elevato a 30 mila il numero dei soltati Usa in Afghanistan, autorizzando bombardamenti effettuati tramite Droni a distanza, senza aver mai avuto una risoluzione delle Nazione Unite come giustificativo. Stesso principio - sono il più forte e faccio ciò che voglio - per i bombardamenti effettuati su Yemen, Pakistan e Somalia, opportunamente confusi dai media globali come guerra al terrorismo o allo Stato Islamico.
Poi la guerra in Libia per rovesciare Gheddafi e il caos lasciato in quel Paese alla fine della stessa, che hanno alimentato nuovamente lo Stato Islamico che si voleva - a parole e annunci - combattere.
Nuovo intervento massiccio in Iraq, ufficialmente sempre per lo stesso motivo, salvo poi utilizzare l’Iraq come base logistica per appoggiare l’opposizione “moderata” in Siria nella guerra civile contro il Presidente Assad, reo di voler tenere il suo popolo lontano dalle catene dell’occidente.
Ultimo in ordine cronologico è lo scontro orientale in Ucraina, creato e foraggiato da Victoria Nuland assistente Segretario di Stato e dal senatore John McCain - persone di fiducia dell’amministrazione Obama - al solo scopo di strappare quei territori dall’influenza russa.
Ma potrei tediarvi ancora per molte righe, citando le innumerevoli provocazioni e piccoli conflitti militari, cibernetici e diplomatici effettuati per procura per voler confermare con cinismo quanto gli Stati Uniti d’America “sono indispensabili per il mondo” …sono parole sue!
Ecco, a Milano, questo individuo, questa losca figura, è giunta con un aereo privato, ha alloggiato nel miglior Hotel della città, alla cifra - pare - di oltre 8000 mila euro a notte, pranzando e cenando sempre accompagnato da uno stuolo di lacchè, guardie del corpo e da un sistema di sicurezza impressionante, per fare l’invitato prezioso al summit Seed&Chips che trattava argomenti riguardanti il cibo è l’alimentazione.
Nel suo intervento, ci ha “deliziato” con tutta una serie di ovvietà e luoghi comuni, riguardanti la possibilità di sconfiggere la fame nel mondo, la sua fiducia nelle giovani generazioni, e la speranza di un futuro migliore. Cioè il nulla!
Nessuno che si sia permesso di chiedere il perché, quando era Presidente degli Stati Uniti d’America, cioè l’uomo più potente del mondo, non abbia destinato una parte degli oltre 600 miliardi di dollari spesi ogni anno negli Usa in armamenti (equivalente a più del 30% della spesa totale mondiale) per mettere in pratica quanto stava vaneggiando. Tutto da ridere quindi se non ci fosse da piangere.
Provo vergogna invece per tutti coloro che, messa da parte l’umana intelligenza, hanno applaudito come marionette.
Non meritano neppure d’essere insultati poi, quanti hanno speso più 800 euro a testa, per poter dire di aver partecipato alla cena di gala con Obama. Infine, fuori concorso o semplicemente ridicolo il Sindaco di Milano Sala, che con l’omaggio delle chiavi della città all’americano, ha umiliato la parte sana della sua cittadinanza e buttato alle ortiche l’ultimo grammo di dignità della sinistra italiana in salsa renziana!  
Sicuramente una brutta pagina da voltare.  

Alberto Conterio - 12.05.2017