Interviste ad Alberto Conterio

venerdì 23 febbraio 2018

L’inutilità del voto



L’inutilità del voto
Assoluta necessità di votare nonostante tutto

Il 4 Marzo, occorre davvero andare a votare, anche se non servirà! Può sembrare un paradosso?
Niente affatto. È una situazione questa, contingente all’attuale appiattimento della politica nazionale, fortemente condizionata dal sistema globalizzato nel quale, nostro malgrado, siamo stati inseriti.
Cercherò di essere chiaro nella mia esposizione: 


  

Il Partito Democratico (Pd) e la sinistra di governo degli ultimi anni, che hanno propugnato l’attuale situazione di sudditanza all’Europa e al suo metodo di “controllo” che si indentifica nella moneta unica, sono il primo tassello di questa mia disamina. Costoro, per interesse, per incompetenza o per idealismo, sono i primi responsabili del disastro economico, sociale, morale, e materiale italiano. Sono i criminali che l’hanno portata in Europa contro gli interessi nazionali, ottenendo danni paragonabili ad una guerra perduta. Solo negli ultimi 5 anni ad esempio, abbiamo registrato la chiusura di 100.000 aziende, e ben 267.000 negozi hanno abbassato le loro saracinesche definitivamente. Più di 500.000 clandestini sono entrati nel nostro Paese portando nella migliore delle ipotesi, caos, malattie (da anni scomparse in Italia), delinquenza e violenza, con uno strascico di insicurezza tale, da costringere il popolo italiano - sicuramente il meno razzista d’Europa - ha manifestare sempre più spesso segni di intolleranza.
Nel contempo decine di migliaia di nostri giovani, il futuro di questa Nazione, abbandonano l’Italia, con un aumento progressivo inquietante (+ 15,6 % nel 2016 rispetto all’anno precedente). Ma non finisce qui, Il mercato del lavoro infatti è stato precarizzato come richiesto all'Unione Europea, la previdenza sociale è diventata un miraggio, la sanità e l’istruzione sono tornati ad essere un privilegio per benestanti!

Parlando di Forza Italia e di Berlusconi, corresponsabili di quanto sopra, mi prende lo sgomento. Arresisi al diktat europeo del 2011, hanno collaborato attivamente perché il governo tecnico dei traditori della nostra Patria potessero portare a segno le “riforme” indicate dai burattinai di Bruxelles. Ora pretendono di guidare una coalizione di centro destra, sognando però un governo di grandi intese con il Pd di Renzi. Solo a scriverlo mi prende un crampo alle mani e mi si rivolta lo stomaco per lo schifo. Ma bisogna comprenderne i motivi. Berlusconi infatti, a capo di un piccolo impero finanziario e di una serie di grosse aziende di livello nazionale ed internazionale, non può permettersi di non fare gli interessi europei, che sono in seconda battuta anche i suoi, perché è ricattabile, evidenziando - se ancora ve ne fosse bisogno - la gravità di non aver risolto il problema di fondo che ha caratterizzato fin dalle origini la sua discesa in politica: il conflitto d’interesse! La sua recente visita al Presidente Junkers, per rassicurare il suo apporto alla continuità delle scelte italiane verso l’Europa e l’euro, ha rotto il velo dell’ipocrisia, svelando l’inganno verso il quale porterà non solo i suoi alleati, ma la stessa Italia.

Alla luce di ciò, tutto lo sforzo fatto da Matteo Salvini, per trasformare il movimento della Lega Nord, che si basava su posizioni discutibili e settarie del nord e per il nord, in un partito nazionale, verrà molto probabilmente vanificato.
La Lega di Salvini, al contrario della Lega di Bossi, aveva saputo diventare contenitore di idee e proposte valide, logiche e necessarie alla sopravvivenza nazionale. Questa Lega, appoggiandosi a tutta una serie di veri professionisti è riuscita negli ultimi mesi a raccogliere un grosso sostegno popolare. L’aver saputo interessare e coinvolgere persone del calibro di Alberto Bagnai, professore ed economista di livello internazionale, fa la differenza, e avrebbe raccolto con entusiasmo anche la mia preferenza.
Non aver avuto il coraggio di correre questa competizione con la coerenza necessaria però è incomprensibile. E’ vero che da solo, sicuramente non l’avrebbe spuntata …subito, ma il suo esempio sarebbe stato colto dalla sensibilità della gente, che ne ha le tasche piene di questo sistema politico, e sarebbe stato premiato ancor più in futuro. Costringendosi all’interno dell’alleanza con Forza Italia invece si è rimesso nell’alveo della continuità… del “pilota automatico” di Draghi insomma.

Inutile poi, parlare del Movimento Cinque Stelle. Sono entrati in Parlamento non per fare opposizione, ma per canalizzare il forte dissenso popolare che stava crescendo in Italia. Obiettivo centrato in modo esemplare… l’unico! Entrati nelle sale del potere per ripulire “il palazzo”, rottamare la casta e portare una ventata di “nuova politica”, hanno cambiato idea su tutto e hanno rottamato se stessi sporcandosi le mani come gli altri partiti. Anch’essi, per fugare ogni dubbio sulle loro origini e sui loro scopi, sono andati a rassicurare la regia europea con il dovuto viaggio di sudditanza , ottenendo in cambio la certificazione di “europeisti” convinti. Bravi!

Resta cosa? Poche altre forze politiche senza neppure l’originalità di un programma a cui rifarsi, che non sia un distinguo più o meno marcato dei quattro precedenti. Vi sono poi figure politiche che si fa fatica a considerare persone, tanta è la loro camaleontica bravura nel riciclarsi all’interno dell’agone politico pur di continuare a sedere una scranno in Parlamento. Parlo naturalmente di Pierferdinando Casini, su cui non vi è davvero più nulla da scrivere, tanta è la vergogna!
In questo squalificante quadro, in cu diventa davvero difficile immaginare l’utilità del proprio singolo voto, si inserisce nella demolizione - nonostante tutto - di ogni altra nostra speranza, l’egregio Presidente della repubblica, affermando che, il mandato di Presidente del Consiglio dopo le elezioni, non lo affiderà certo a chi ha vinto, ma solo a chi ha più possibilità! Chiedersi cosa ha inteso dire quest’uomo con la sua affermazione è tanto inutile quanto cercare di comprendere l’attuale Presidente della Camera quando recita formule magiche da fattucchiera contro chi, a suo dire, non è degno di esistere. Resta il fatto che non è certo un buon viatico, per chi va a votare con l’intenzione di cambiare questo stato di cose, ma questo è!  

Concludendo, credo però, che andare al voto sia assolutamente indispensabile. Tre sono le opzioni più che valide:
la prima, come monarchico, è quella di accordare la preferenza al Blocco Nazionale per le libertà - dove presente - di cui Italia Reale Stella e Corona, erede del Partito Democratico di Unità Monarchica di Alfredo Covelli è parte integrante; la seconda, dove appunto, Italia Reale non fosse presente, è quella di recarsi al voto e di annullare la scheda, in modo da sottrarre percentualmente valore alle liste dei soliti partiti; terza possibilità, sempre dove non presente Italia Reale, è accordare la propria preferenza alle liste di CasaPound Italia. Già immagino lo stupore di chi legge…
Abituati a sentir parlare di questa formazione politica come di un covo di scalmanati manganellatori fascisti, ho dovuto ricredermi in questi giorni di par condicio sentendo parlare il loro candidato Premier Simone Di Stefano. Persona di sicura preparazione politica e culturale,  espone un programma originale, chiaro, trasparente ed in lingua italiana, dove ogni argomento è trattato e sviluppato per migliorare le condizioni di vita dei cittadini italiani e la situazione economica e sociale della nostra Patria.



In questi giorni di visibilità mediatica inoltre, abbiamo capito, oppure avuto conferma che la scia di violenza che accompagna il lavoro di questa formazione politica non è da ascrivere a loro responsabilità come i lacchè ed i giornalai di questo regime vogliono farci credere. La responsabilità al contrario va attribuita a tutte quelle organizzazioni e associazioni di sinistra che, per bloccare la democratica attività di un movimento politico, utilizzano la violenza, e l’intimidazione fascista dello squadrismo più becero e vergognoso.
Sulla base di ciò, il mio voto andrà sicuramente a Di Stefano e a CasaPound Italia quindi, con la certezza che così potranno raggiungere il Parlamento per farsi ulteriormente conoscere. Ciò sarà di sicuro vantaggio all’Italia intera, quando, dopo il 4 marzo, consumato il tradimento della volontà popolare - già annunciato - il popolo avrà una valida alternativa per spazzare il campo da tutti coloro che tanto male hanno fatto e stanno facendo alla nostra Patria. Finalmente!!!

23.02.2018 - Alberto Conterio

mercoledì 27 dicembre 2017

Due paroline sul presepio e la nostra cultura



Due paroline sul presepio e la nostra cultura
Dall’assenza all’oltraggio: quale futuro per il simbolo del Santo Natale?

Mi ero riproposto sul finire di questo triste 2017, di scrivere un buon proposito, evitando le critiche fine a se stesse…
Deciso altresì a non buttare altra benzina sul fuoco parlandovi ancora della traslazione delle salme dei nostri Sovrani a …Vicoforte, ho creduto invece indispensabile fare il punto su ciò che è diventato il simbolo del Santo Natale.
Parlo naturalmente del Presepio, e di come è sempre stato raffigurato fino a qualche anno fa: il bue, l’asinello, la grotta, la mangiatoia, Giuseppe, Maria e il bambinello Gesù. Semplice semplice, come tradizione chiede, simbolo non solo religioso, ma anche di pace, per tutti i popoli e le culture del pianeta. Fare un elenco per ricordare le città e le istituzioni che con l'arrivo del Natale hanno snaturato questa tradizionale raffigurazione, o hanno dato un esempio vergognoso della loro intolleranza religiosa nei confronti dei cittadini italiani abolendolo è invece praticamente impossibile tanto è lungo.  



Ognuno fa ciò che vuole, per carità. Ma qui non stiamo parlando della ricetta delle fettuccine alla Matriciana, dove le varianti possono essere dettate dai gusti di ognuno di noi. Stiamo parlando di tradizione religiosa millenaria. La stessa che ha saputo dare radici a questa Europa, non quella dell’Unione di Bruxelles. L’Europa delle differenze, forgiando un continente di incredibili energie e particolarità.
A parole, ogni istituzione o territorio, scrive negli inutili quanto grotteschi Statuti istituzionali, di voler rispettare e valorizzare gli usi e i costumi, le tradizioni, le bellezze naturali e artistiche del luogo… a parole appunto!
Ultimamente, sono due infatti le scuole di pensiero sull’argomento: la prima semplicistica e quasi scontata (vista l’ignoranza generale di amministratori pubblici e docenti) vede l’abolizione “tout court” dello stesso presepio da luoghi pubblici e scuole. Secondo questi luminari della nuova epoca, è necessario abolire questa tradizione per rispetto ai seguaci degli altri credo religiosi. Inutile tentare di spremere sangue dalle rape. Chi perde l’uso della ragione, non può essere aiutato! Ecco perché desidero invece spendere qualche parola nei confronti della seconda scuola di pensiero, per smascherare coloro che hanno “usato” il presepio per i loro fini atti ideologici, trasformando una tradizione in una cravatta alla moda! Una cravatta da scegliere in abbinamento al vestito che si adopera insomma.
Lo hanno composto in tutti i modi possibile questo povero presepio. Si è pensato di infilare la Sacra Famiglia in gommoni e imbarcazioni varie, se potuto “ammirare” inorriditi presepi gay con due San Giuseppe ed altre insultanti volgarità ancora, tutto per tentare di abbinare a questo simbolo la moda del momento o legittimare il gruppo di interesse rappresentato. Hanno gioito coloro che vedono nella deportazione di massa dal nord Africa un fatto positivo, così come hanno gioito coloro che vedono nella distruzione di ogni tradizione e religione l’unico modo per avvalorare la pochezza dei loro valori, votati al denaro e al mercato soltanto.
In mezzo alla confusione di tanti luoghi comuni, anche Papa Francesco ha voluto lasciare traccia di se, paragonando la "Sacra Famiglia" ad una famiglia di immigrati in cerca di un luogo migliore dove mettere al mondo la propria prole. 
Una falsità sapendo di mentire e sapendo di trovarsi in assenza di un contradditorio.
Maria e Giuseppe infatti non scappavano da nessuno e non erano immigrati o clandestini: semplicemente tornavano nella terra in cui erano nati per rispondere ad un obbligo di censimento della popolazione. Giunti a Betlemme si erano accampati in una grotta benché avessero potuto pagare una migliore sistemazione. Era successo semplicemente che ogni albergo o taverna fosse occupata da altri viandanti che rispondevano alla stessa chiamata. Nessuna migrazione, nessuna similitudine con l’attualità odierna quindi. 
Vorrei svegliarmi il primo di gennaio prossimo, scoprendo di aver vissuto soltanto un brutto sogno, tornando a credere e a pensare ciò che abbiamo sempre creduto e pensato, secondo l’insegnamento di San Francesco, quando per la prima volta nella storia mise in scena il presepio a Greccio. Diede indicazioni precise ai suoi compaesani e fratelli: "Scegliete una grotta dove farete costruire una mangiatoia ed ivi condurrete un bove ed un asinello, cercando di riprodurre, per quanto è possibile la grotta di Betlemme! Questo è il mio desiderio, perché voglio vedere, almeno una volta, con i miei occhi, la nascita del Divino infante”.
Ancora una volta, nessun barcone, nessuna coppia gay, nessun migrante e nessuna forzatura. E così dovrebbe essere. Perché ogni altra rappresentazione rischia di delegittimare il presepio facendogli perdere ogni senso del Sacro, finendo per diventare normale poterlo oltraggiare come hanno fatto alcuni imbecilli a Bolzano con gesti osceni, per poter poi pubblicare baldanzosi una vergognosa immagine in rete!   

Alberto Conterio - 27.12.2017