La notizia dovuta e pubblicata senza grandi clamori da tutti i media nazionali non è stata certo al centro dell’attenzione.
Internazionalmente parlando, ci si è affidati ad una dichiarazione dell’ex degli ex presidenti americani, …il super trombato Bill Clinton. Questi ha offerto il duplice vantaggio all’amministrazione americana di dissentire comunque attraverso una “personalità”, ma anche di poter smentire la stessa in qualsiasi momento.
L’uovo di Colombo …come si usa dire.
In casa nostra invece, dove la Cina rappresenta un simbolo pseudo religioso, la ricorrenza di qualche centinaio di morti in piazza non deve rischiare d’alterare lo status quo delle relazioni. Questo pegno (i morti), può quindi essere offerto in sacrificio alle due principali linee di pensiero in cui si dividono le nostre istituzioni “democratiche”. La prima riguarda le immense possibilità commerciali del mercato cinese, molto ben puntualizzate alcuni anni fa dal Presidente Ciampi, …la seconda riguarda il tabù del comunismo reale, che ancora ha tanti estimatori e importanti rappresentanti istituzionali nel nostro paese, che dall’invasione dell’Ungheria del 1956, ha costretto loro a far finta di non vedere le brutalità e gli evidenti soprusi perpetrati in ogni angolo del pianeta in nome di una ideologia malata.
Una commemorazione scomoda insomma.
Infatti, tolto l’annuale piagnisteo del povero Pannella, Franceschini si è concentrato sui gossip di Berlusconi, e Berlusconi ha optato in chiusura di campagna elettorale di rubacchiare qualche voto al “fedele” alleato Bossi, parlando a Milano dei troppi africani presenti ! A sera, tolto il dente, tolto il dolore della commemorazione.
La nostra repubblica non è nuova a questi sistemi. La manipolazione della storia e degli avvenimenti, la memoria corta e il silenzio umiliante del “muro di gomma”, sono infatti le colonne su cui si regge dalla nascita.
E’ quindi controcorrente, che noi vogliamo invece ricordare e puntualizzare questa data, che ci ricorda tra l’altro i giorni della repressione avvenuta a Napoli nel giugno del 1946 in Via Medina.
Erano i giorni 9, 10 e 11 giugno di quell’anno. Stessi principi e modalità, …il popolo fedele alla libertà e alla democrazia da poco riconquistata si oppose alla frode dei brogli elettorali di un governo di truffatori, facendo scudo alla corona ed alla Monarchia che questi principi aveva garantito fino ad allora con il proprio corpo.
E furono massacrati.
9 i morti e oltre 150 feriti, tutti di parte Monarchica, caduti tra la folla che invocava all’ingiustizia che si voleva legittimare. Falciati come animali dalle armi degli ausiliari rossi venuti dal nord e schiacciati ferocemente dalle autoblindo della Polizia.
E allora, se tanto mi da tanto, non passerà molto tempo, prima che i fatti di Pechino, vengano completamente “dimenticati” come i fatti di Napoli.
Commemorazioni scomode alla repubblica, pertanto non commemorabili !
05.06.2009 - Alberto Conterio
Pubblicato su Politicamentecorretto.com
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