Interviste ad Alberto Conterio

domenica 28 ottobre 2012

Non dimentichiamoci del 4 novembre



Non dimentichiamoci del 4 novembre
Festa di popolo e non delle forze armate, il 4 novembre ricorda più che l’unità compiuta dell’Italia, il completamento morale degli italiani

Mentre i sudditi a stelle e strisce d’Italia festeggiano “la zucca” (vuota che hanno), è mio desiderio invece prepararmi moralmente alla festa del 4 novembre.
L’Italia grazie alla guida determinante ed illuminata di Re Vittorio Emanuele III aveva vinto da sola la Grande Guerra e conquistato gli ultimi territori ancora sotto la dominazione straniera.
L’Unità d’Italia, si compiva, realizzata da Casa Savoia dopo secoli di lavoro. Si compiva quel giorno, non solo l’unità territoriale, ma soprattutto l’unità morale degli italiani, poiché le genti italiche, senza distinzione di parte o di origine, si era trovata alla fine concorde nell’affrontare i pericoli ed i disagi di una guerra totale, divenendo una sola entità.

Nell’evidenza che questo passaggio storico importantissimo, sia oggi osteggiato e sminuito tentando di dimenticarlo del tutto, occorre chiedersi : “perché?”


Perché, è un argomento che non può essere scisso dall’operato e dalla gloria di Casa Savoia, e poi perché questo passaggio storico, parla di Unità, e noi viviamo in una repubblica con difetto di origine, governata negli ultimi 15 anni circa da forze politiche di chiara ispirazione secessionista.
Si tratta quindi di un fatto storico in controtendenza rispetto alle aspirazioni politiche della classe dirigente di oggi.
Il “politicamente corretto” istituzionale considera la prima guerra mondiale un massacro, una "vittoria militare" che portò al fascismo, ad altre guerre, ad altri morti ... perché teme da sempre il confronto storico con il periodo monarchico, potendo offrire a confronto, soltanto vergogne, corruzione e polemiche a quintali.
La crisi sociale provocata dalla guerra che portò al fascismo però, resta una menzogna.
La crisi sociale infatti, era già presente prima della guerra, anzi, toccò il suo punto più virulento nel 1914 sfociando nelle proteste socialiste della “settimana rossa”. In questa “famosa” settimana, si arrivò a far saltare ponti, a bruciare municipi e prefetture, ad alzare alberi della libertà, a proclamare repubbliche cittadine (es. quella di Fusignano) e a saccheggiare ed incendiare numerose Chiese. Questo fu il fenomeno Socialista in quel determinato momento storico, e non possiamo far finta che ciò non sia vero attribuendo alla Grande Guerra la crisi del dopoguerra, perché ripetiamo, la crisi era pre-esistente. Questa, rimase congelata durante i 41 mesi di guerra, per poi riprendere più virulenta che mai, quando la guerra finì.
Sempre valida l’affermazione di Gorge Orwel quindi, famoso scrittore e giornalista. Egli scrisse che “chi controlla il passato, controlla il presente”. La cultura insomma diventa leva del potere per moltiplicarne la forza, da sempre, oggi più che mai.
La conoscenza oggi, essendo ormai libera e alla portata di tutti, è divenuta critica. Bombardati da 1000 notizie ed informazioni al giorno, non ci rendiamo più conto di ciò che è vero e di ciò che è falso, o semplicemente mancante o nascosto… I mass media quindi (giornali, televisione, anche internet) assumono un’importanza decisiva nell’orientamento delle masse. Altro che libertà di stampa, di pensiero e Democrazia!

Tornando quindi al 4 novembre, nelle varie trasmissioni televisive che si dichiarano “storiche” ad esempio, abbiamo mai sentito parlare del Convegno di Peschiera trattando della Prima Guerra Mondiale ? Sono certo di no.  Perché? Come mai occorre chiedersi?
Perché il Convegno di Peschiera è una gloria assoluta di Casa Savoia.
Perché il Convegno di Peschiera porta alla leggendaria resistenza sul Piave, ed il Piave porta a Vittorio Veneto, quindi alla vittoria. Insomma senza Casa Savoia l’Italia nel novembre 1917 sarebbe uscita di scena ingloriosamente.
Questo modo vergognoso di comportarsi, indica che ci troviamo di fronte alla Censura!
Nel 2012 quindi dobbiamo registrare in questa repubblica delle libertà, (ma io preferisco dire degli scandali) ancora casi di Censura, ma solo e sempre nei confronti della Storia, di Casa Savoia e della Monarchia in generale.

La paura istituzionale del confronto e tale che sul 4 novembre, nei casi di commemorazione ufficiali, si è giunto alla censura più ridicola. È ormai usanza ad esempio omettere le prime righe del bollettino della vittoria del 4 novembre che parlano di SM il Re “Duce supremo” oppure, riferendosi alle commemorazioni per il 90° Anniversario del 2008, si è arrivati a “ritoccare” nelle vecchie fotografie le bandiere copiose che venivano sventolate a Trento e a Trieste banchettandone gli stemmi sabaudi.

In questa visuale politicamente corretta o corrotta (dipende dai punti di vista) dovrebbe esserci chiara anche la “trovata” di questi ultimi anni. In modo sottile, si cerca infatti di abbinare la festa del 4 novembre alle Forze Armate. Questa mossa segna l’ultimo atto. Atto subdolo, perché fa della vittoria nella Grande Guerra che ci UNI’, un appuntamento per DIVIDERE. Scinde cioè nella ricorrenza il popolo dalle Forze Armate.
Non è un caso. Perché ormai le Forze Armate non sono più l’espressione del popolo dato dal servizio di leva che pescava tra tutte le classi sociali, politiche ed economiche della popolazione. Le Forze Armate infatti, sono ormai formate di volontari professionisti. Ecco perché è pericolosissimo, perché in ultima analisi tende ad abbinare questa “storia” ad un gruppo di persone… minoritario, che non è più omogeneo, ed in ultima analisi ad allontanare dalla stessa “Storia” la parte maggioritaria della popolazione.

Chi vuol cancellare la nostra storia lo fa per assicurarsi il presente, incurante di rovinare il futuro dei nostri figli. Noi monarchici siamo invece i testimoni di questa “data” che appartiene all’interezza del popolo italiano, e fa parte della memoria profonda del Paese e di tutti noi.
Fu il Re il 10 novembre 1917 dopo il convegno di Peschiera a credere in Noi proclamando :

“Italiani, cittadini e soldati !

Siate un Esercito solo. Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni recrimina-zione è tradimento. Questo mio grido di fede incrollabile nei destini d'Italia suoni così nelle trincee come in ogni più remoto lembo della Patria; e sia il grido del popolo che combatte e del popolo che lavora. Al nemico, che ancor più che sulla vittoria militare conta sul dissolvimento dei nostri spiriti e della nostra compagine, si risponda con una sola coscienza, con una voce sola (…)”

Il Re parlò di Popolo per UNIRE, la repubblica oggi, ci parla di Forze Armate con il chiaro intento di DIVIDERE !
Una repubblica insomma, che mina l’unità del Paese contro la storia, anzi nascondendoci o falsificando la storia !!!

Perché dobbiamo continuare a ricordare questi fatti ? perché con la morte di quegli eroi e la scomparsa del loro spirito di sacrificio, l’Italia si sta lentamente sbriciolando sotto il maglio dell’egoismo, della corruzione senza onore e di un mondo politico cieco.

Con questa memoria quindi, non era mia intenzione convertire in ferventi italiani o monarchici tutti i cittadini della repubblica italiana, ma dare ai lettori degli spunti storici “non usuali” per spingerli a fare autonomamente delle riflessioni e dei confronti. La verità va cercata senza prendere per buona quella che ci viene proposta al supermercato, ricordando sempre che l’Italia resta un bene prezioso, tanto prezioso, che SM il Re Umberto II nel 1946 ha preferito rinunciare al suo prestigio, e passare gli ultimi 37 anni della sua vita in esilio per non metterla in pericolo!

Concludo ricordando che i Caduti sui campi di battaglia,  il cui esempio dovrebbe guidarci sempre, saranno davvero morti soltanto quando noi li avremo dimenticati.

Alberto Conterio - 28.10.2012

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