Come ti smonto lo stato sociale…
La precarizzazione dello stato sociale
Questa volta Berlusconi e il centro destra che il
Cavaliere rappresenta non centrano nulla, e tutta farina della sinistra, quella
finta, quella che assomiglia tanto alla destra liberista.
Ci aveva messo lo zampino Prodi, quello delle euroballe,
dell’eurotassa, del cambio lira/euro in favore del marco tedesco. Lo stesso
Prodi che smontò l’IRI per capirci. E la liquidazione, o il Trattamento di Fine
Rapporto (Tfr) non fu più la stesso. Prima, rappresentava la sicurezza del lavoratore,
pagato pronto cassa in una quindicina di giorni, poi rateizzato, suddiviso in
porzioni ecc. ecc.
La nuova "trovata", è del Presidente del
Consiglio Renzi, che al grido di “gli operai sono capaci di gestirsi da se” intende
dare la possibilità di percepire il Tfr in busta paga mese per mese. Lo scopo (utopia
già smentita dagli 80 euro al mese di qualche mese fa) è di favorire i consumi
per far ripartire l’economia, il danno sta nel fatto che validiamo in questo
modo la politica della cicala sulla formica: consumo oggi e poi domani si
vedrà. L’esatto contrario di ciò che Istituzioni serie dovrebbero incentivare
in nome del benessere sociale a medio lungo periodo…
E come se il ministro della sanità, proponesse alla
popolazione di ingozzarsi di cioccolato oggi, senza preoccuparsi se domani il
colesterolo dovesse alzarsi oltremodo. Chissenefrega, ci penseremo poi per Dio,
l’importante e acquistare la cioccolata oggi, per incrementare il Pil!
Tutto il progetto inoltre si basa – piccolo particolare –
su denaro nostro! Il governo non ci mette un Euro.
Sta alla finestra e se la ride.
Verrebbe da ricordare un proverbio popolare (molto
popolare e anche molto volgare) il proposito, ma non vogliamo abbassarci a
tanto. Credo che si ben chiaro a tutti invece: anche questa volta la fregatura
c’è, si vede benissimo e non porterà a nulla, se non all’ulteriore
impoverimento della popolazione, senza peraltro favorire l’economia nazionale.
Neanche quello!
In questa situazione di estremo svantaggio di
competitività dovuto ad una moneta sbagliata, ogni soldo in più nelle mani
degli italiani, non fa altro che favorire l’acquisto di beni prodotti
all’estero, che “grazie all’Euro” abbiamo il “vantaggio” di acquistare a poco
per via del cambio favorevole. Quindi niente lavoro per le fabbriche italiane,
niente Pil, niente occupazione, niente gettito fiscale in più, nulla di nulla.
Solo fumo negli occhi per impedire alla gente di ragionare con calma e porsi
domande sul bisogno o meno di precarizzare ulteriormente il mercato del lavoro
(vedere la riforma del lavoro e quanto riguarda l'ulteriore modifica dello
Statuto dei lavoratori). Solo un’altra trovata pseudo elettoralistica quindi,
con cui confondere le acque, e tacitare la fame, sempre più evidente che prova
il popolo italiano alla quarta settimana del mese.
Intanto dalle segrete stanze di Bruxselles, è giunto a
Palazzo Chigi il “consiglio” di recuperare i miliardi di mancato introito sul
gettito fiscale dovuto alla mancata crescita (circa otto miliardi) aumentando
le accise e le tasse sui prodotto alimentari di prima necessità… Il pane il
latte e poi ancora un ritocchino all’IVA!!!
La Grecia si avvicina insomma!
Alberto Conterio - 07.10.2014
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