Interviste ad Alberto Conterio

martedì 7 ottobre 2014

Significato storico della grande guerra



Significato storico della grande guerra
Evento storico che non può essere scisso dall’operato e dai meriti di Casa Savoia

Ricorre quest’anno il centesimo anniversario dell’inizio della grande guerra.  
Desideriamo scrivere, senza retorica pacifista (che non ci appartiene) che troviamo poco «opportuno» ricordare l’inizio di una guerra. Una guerra mondiale tra l’altro, che ha fatto innumerevoli vittime.
Avremmo voluto al contrario preparare una degna commemorazione del centesimo anniversario della Vittoria nella grande guerra, che avverrà nel 2018, ma questa commemorazione «anticipata» si rende necessaria, per tentare di arginare la disinformazione, l'inganno anche istituzionale dell'odierna repubblica.
Prendiamo spunto dalla Mostra al Complesso del Vittoriano di Roma, tenutasi tra il 31 maggio e il 31 luglio 2014, nella quale un visitatore attento e interessato al fatto storico, non ha potuto che restare deluso dai contenuti e dai significati che si è voluto trasmettere.


Le carenze della mostra, (iniziativa di apertura sulle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale, organizzata dal Governo italiano) sono chiaramente volute ed intenzionali. Non si spiega altrimenti la mancanza concreta di una spiegazione storica sulle diverse motivazioni che portarono alla guerra le diverse nazioni, alla quasi totale mancanza di documentazione sulle terre irredente di Istria e Dalmazia, così come non si spiega l’occultamento di eroi nazionali quali Nazario Sauro. In quest’ottica si comprende bene perché anche la «Vittoria» finale, sia stata trascurata da questa mostra in favore invece di una minuziosa puntualizzazione sul numero dei morti, dei feriti e di quanti, ritenuti colpevoli sono stati fucilati per diserzione o tradimento!
Per queste istituzioni, e per il politicamente corretto, una vittoria della nostra Italia non conta nulla, anzi diventa scomoda, un fatto da nascondere per quanto possibile! Sarà forse perché nonostante una guerra, l'Italia di allora era un'Italia migliore e rappresentava anche all'estero un esempio di cui essere orgogliosi, ...a differenza di oggi.

Definita da tutti come la più grande tragedia del XIX secolo dopo la Seconda Guerra mondiale, la Grande Guerra resta nell’immaginario collettivo come la guerra delle trincee e degli inutili macelli per la conquista di pochi metri di terreno, la guerra della stupidità. 
Una «inutile strage» la definì il Papa Benedetto XV nel 1916.
Sicuramente giusto e coretto, ma a cento anni di distanza, a noi spetta  una riflessione ed una analisi diversa, anche positiva di questo avvenimento storico e della conseguente vittoria, per riscoprire il significato e i valori che la grande guerra hanno trasmesso alla giovane Italia e agli italiani di allora. Valori quanto mai validi e necessari soprattutto oggi.

Per noi monarchici poi, celebrare la Vittoria, senza se e senza ma, dovrebbe essere un impegno preciso, perché significa ricordare il ruolo fondamentale ed insostituibile di Casa Savoia nello sforzo generale di un popolo intero, che nell'occasione e per la prima volta imparava a conoscersi e a essere tale.
  
Di fatto la guerra 1915-18 per l’Italia, rappresenta l’ultima guerra di indipendenza (la quarta, dopo quelle del 1848-49, 1859 e 1866) ed è la consacrazione quale nazione unita, in potenza mondiale.
Il Patriottismo che la ispirò e il Patriottismo che uscì da essa rafforzato nella vittoria riportata, cementarono le fondamenta del nostro Paese e contribuirono al sentimento di unità tra la gente per molti anni ancora dopo la seconda guerra mondiale.

E sarà forse per questo, che il 4 novembre è da tempo nel mirino delle istituzioni repubblicane e della sua politica per essere cancellata assieme ai valori che ha rappresentato e che potrebbe ancora rappresentare. L’occasione del centenario e delle sue celebrazioni, sono quindi una enorme occasione per rimettere al centro dell’attenzione «la storia» e la storia soltanto.
Ma perché si vuole cancellare questa data ?

Perché essa riveste un importante passaggio storico che dimostra con i fatti la falsità ideologica anti italiana e secessionista oggi imperante (non solo in Italia) minando alla radice i piani dei sostenitori della «repubblica globale» e gli interessi sovrannazionali della finanza.
Questo anniversario è stato nel dopoguerra, prima declassato e corroso dalle menzogne, e ora si sta tentando di dimenticare del tutto, o di abbinarlo a valori diversi, riduttivi e particolaristici o addirittura negativi, rispetto a quello originale. Come abbiamo già accennato poi, la grande guerra, come il Risorgimento è un evento storico che non può essere scisso dall’operato e dai meriti di Casa Savoia, e questo nell’odierna Italia repubblicana non è ammissibile.

La commemorazione di questo importante passaggio storico, vedrà quindi nei prossimi mesi sforzi immensi del governo di questa «piccola» repubblica nell'occultare e sminuire i motivi e i significati storici dell'epoca, e quando ciò non potrà essere fatto, verranno utilizzati la disinformazione e l'inganno. Dobbiamo essere consapevoli e preparati. Sta a noi filtrare questa vergognosa opera di falsificazione storica, perché gli eroi di questa epopea non vengano dimenticati o ricordati per quello che non sono stati.
Crediamo infatti che ai giovani italiani, che saranno domani le colonne sulla quale poggerà tutto il peso del nostro passato e del nostro futuro di popolo, sia opportuno ricordare che l’Italia è entrata in guerra nel 1915, oltre che per interessi economici (come tutti gli altri Paesi interessati dell'epoca), anche e soprattutto per il forte e sentito bisogno di completare l’unità nazionale. Un'occasione quindi, per ricordare alle nuove generazioni, che l’Italia è stata un tempo molto più grande e unita di oggi, e che questa guerra, è servita non solo a distruggere come la demagogia dei nostri tempi vuol far credere, ma al contrario, è servita soprattutto a costruire una nazione migliore.
Ecco il significato della grande guerra!   

Alberto Conterio - 01.10.2014

Nessun commento: