Spettacolo della politica o politica dello spettacolo ?
Nelle ultime settimane “grazie” al progresso compiuto dalla Rai, rappresentato dal passaggio alle trasmissioni in digitale terrestre sono rimasto televisivamente e molto poco democraticamente oscurato. Ciò, pur essendo una vera e propria discriminazione, alla quale non ci si può sottrarre se non pagando un ulteriore balzello, è tornato utile per riflettere nuovamente sul concetto di democrazia, giungendo infine a comprendere forse, una delle cause della mediocrità e della volgarità dei politici italiani nel dibattito pubblico.
Senza programmi televisivi di approfondimento e di confronto politico infatti, si riesce a metabolizzare meglio le informazioni tratte dalla carta stampata, giungendo ad una opinione sulla base delle proprie impressioni, tratte asetticamente (per quanto lo consentano le testate giornalistiche italiane) da quanto letto.
Il perché è presto detto, perché in assenza di televisione e quindi di questi programmi specifici, restiamo immuni dall’opinione “corrente” che i canale televisivo, o il conduttore stesso desiderano imporci subdolamente per mezzo del pubblico presente in studio nelle trasmissioni stesse !
Chi ha la pazienza di seguire i vari talk show (restiamo generici…) non può non aver notato che il pubblico presente in studio, applaude solo e soltanto per una parte politica !
Non ricordo quando e in quale trasmissione, ma il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenuto in diretta telefonica non molte settimane fa, per difendere le scelte del suo operato, ha dovuto subire i fischi incontenibili e a senso unico del pubblico interamente schierato a difesa della sua opposizione ! Questo fatto, per nulla isolato …può essere un caso ? Possibile che un Premier che dispone di un folto seguito elettorale e quindi popolare, non avesse in studio tra il pubblico un suo sostenitore ?
Neppure uno ?
Visto che la statistica è una scienza esatta, e che ad ogni sondaggio l’attuale Primo Ministro è ancora oggi supportato da elettorato e simpatizzanti numericamente superiori ai contrari, viene da chiedersi come siano “scelte” le persone che devono riempire le seggiole del pubblico ! E’ il caso di affermare convintamene che non possono essere stati scelti a caso !
E allora, la presenza del pubblico negli studi televisivi, diventa un mezzo sicuro per orientare l’opinione pubblica a casa. Nei programmi lotteria, quiz, nei varietà musicali, il pubblico presente assolve il ruolo di creare il clima dello spettacolo, di indirizzare le emozioni per collegare la trasmissione al pubblico a casa
La presenza del pubblico fornisce a queste trasmissioni un ingrediente necessario al loro successo.
Nel dibattito politico invece, il pubblico ha lo scopo evidente di condizionare i milioni di spettatori a casa, e ciò è contrario alle libertà individuali e in ultima analisi è nocivo alla democrazia. Ritengo infine che questa brutta abitudine sia conseguenza certa del motivo della povertà dei dialoghi tra i politici in studio si fanno al contrario sempre più volgari e arroganti. Sono cioè privi di argomenti, perché questi, non sono più fondamentali allo scopo. Lo scopo è il consenso, e per raggiungere questo in Tv, molto meglio una battuta o una banalità anche arrogante per scatenare a comando la clack predisposta. E allora poveri noi, senza accorgerci, siamo tornati ai discorsi del Duce, che grazie ai fedelissimi schierati in prima fila potevano contare sempre su un fragoroso applauso qualunque fosse la conclusione.
Al contrario, una buona trasmissione politica o di approfondimento politico dovrebbe fondarsi sugli argomenti, le contestazioni, i confronti sulle idee, con dialoghi chiari e pacati, sviluppati di fronte a un pubblico invisibile ed asettico, composto appunto da milioni di persone chiamate a giudicare da casa e individualmente per ciò che hanno compreso !
Benedetta quindi la Rai, che escludendomi dalle “sue” trasmissioni, mi ha permesso di aprire gli occhi una volta più su questa repubblica, che usa lo spettacolo per far politica, ed i politici per far spettacolo !
Alberto Conterio - 01.01.2011
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