Interviste ad Alberto Conterio

domenica 28 marzo 2010

Votare l'Oligarchia ? Non grazie !!!

Quando ho letto su “Il Biellese” di martedì 23 marzo 2010 che Alleanza Monarchica di Torino proponeva ai Monarchici di non votare il Deputato Cota alla presidenza del Piemonte, ammettio di aver provato orgoglio. Questo perché ho sempre scritto da queste colonne, che mai e poi mai noi Monarchici dobbiamo farci omologare dalle “necessità” di questa repubblica. In questo caso poi, votare, avrebbe voluto dire esprimere un voto contro l’Italia. E l’Italia si sa, per noi Monarchici in questi anni ha voluto dire molto. Per restare fedeli a questa Italia, siamo stati costretti a tenere fede alle parole di SM il Re Umberto, quando nel 1946, ci esortò a lavorare per essa anche se repubblicana. A ragion veduta possiamo dire che quello, fu sicuramente un errore di Sua Maestà, l’unico, un errore però, dettato da amore !

Nelle recenti elezioni regionali francesi circa il 50% degli elettori non si èrecato alle urne e quindi quasi un francese su due oggi non se la sente di sostenere i partiti al governo o all’opposizione.

Questo significa che l’emorragia è davvero forte, moltissimi elettori hanno preso la fuga dai partiti e questa alta astensione rende più debole anche le istituzioni repubblicane francesi.

In Italia poi ancor più che in Francia, esiste un evidente distacco dei cittadini dai partiti, che spesso si trasforma in disgusto della classe politica e dello stato. I partiti ottengono voti per lo più per la fidelizzazione dell’elettorato militante o per la convenienza oppure per lo spauracchio che possa vincere la fazione politica più lontana dai propri convincimenti politici.

Insomma molti italiani si recano alle urne solo per votare il meno peggio, come disse Monatnelli... turandosi il naso !

Ancora una volta noi Monarchici ci siamo sentiti liberi… votare il meno peggio per noi non ha significato.

infatti dover votare a sinistra per la Bresso, o per Cota della coalizione di finta destra, alias secessionista non cambia affatto.

Ecco perché scrivo questa lettera mentre sono ancora in corso le votazioni, perché dico NO GRAZIE. Nulla mi importa del vincitore o del vinto, perché in ogni caso sarà una sconfitta per l'Italia. Si illudono coloro che credendo di fare dispetto alla sinistra votano un Leghista, nella speranza che costui non sia poi così “estremo” da voler la secessione. Ogni atto della Lega Nord in questi anni ha sempre rappresentato un passo, o un passetto verso la secessione, anche quando hanno dovuto farlo a retroso …in ritirata.

Tornando ad oggi, possiamo vedere come in pochi anni si è passato da un periodo durante il quale si votava i partiti di riferimento delle ideologie – finalmente abbandonate – che hanno fondato la repubblica (contro il volere popolare), ad un altro, quello odierno, dove c’è una assoluta mancanza di adesione ai partiti.

Una situazione politica del genere avviene solo quando uno stato fallimentare, invece di servire il popolo, diventa ostacolo agli interessi dei cittadini ed infatti si usa sempre più il termine Oligarchia.

Dalla prima alla seconda repubblica sono cambiati i partiti ma il ricambio della classe politica non c’è stato, la repubblica continua ad essere una Oligarchia.

Nella cosiddetta prima repubblica l’oligarchia era stabilita dalle ideologie del secolo scorso (l’arco costituzionale) dove chi governava e chi era all’opposizione controllavano il paese.

L’entrata in campo di Berlusconi ha fatto da cosmetico al mondo politico. Oggi ci sono due schieramenti politici che non si rifanno a nulla, ambedue hanno governato il nostro Paese, ma queste - le due forze politiche - sono le due facce della stessa medaglia, cioè di un regime oligarchico che si autoalimenta.

In questo sfacelo, si inserisce la Lega Nord, con opportunismo sulle ali di un populismo che Ella stessa ha creato per interesse. Essa non è antitesi all’usuale classe politica, ma semplicemente il risultato finale, l’ultimo prodotto di questa repubblica di scandali e vergogne.

Di fronte a questa presa di coscienza generale verso la politica e le istituzioni, tra gli italiani sta crescendo il disinteresse (di molti) e la rabbia (dei rimanenti). In questa grave situazione bisogna allora chiederci se questa miscela esplosiva possa produrre una spinta positiva. Noi Monarchici ci poniamo almeno idealmente alla testa di questa corrente.

In questo periodo di attesa e incertezza è davvero difficile prevedere quello che potrà succedere, ci limitiamo ad asserire che un popolo come quello italiano non può accettare supinamente un regime oligarchico. Unica difesa vera ? Il non voto… qualcuno l’ha definito un suicidio, al contrario noi riteniamo questa pratica l’unica arma in grado di cambiare il sistema !

28.03.2010 – Alberto Conterio

mercoledì 10 marzo 2010

Quando il Circo non è uno spettacolo

Stamane mentre viaggiavo in auto alla volta del luogo dove lavoro, ascoltavo al radio. Radio Radicale oggi, rubrica “Stampa e Regime”, il Direttore, Massimo Boldrin legge e commenta le prime pagine dei quotidiani italiani… Tralasciando i commenti che possono essere di parte, essendo Radio Radicale organo di Partito, non ho potuto far altro che prendere atto che tutto il “sistema” giornalistico nazionale, non ha altro argomento che il recente fattaccio delle liste elettorali di Lazio e Lombardia in vista delle elezioni regionali di fine marzo.

L’immagine dell’Italia, o meglio il quadro globale dello stato di salute della democrazia italiana, appare semplicemente non solo disastroso, ma, oserei affermare preoccupante. Il “balletto” dei politici, ormai è inframezzato dai “numeri” dei magistrati, che grazie agli “effetti di luce” della stampa o gli “effetti speciali” della televisione, fanno sembrare questo povero Paese e le sue Istituzioni, un penoso spettacolo circense di bassa, bassissima categoria, dove più che applaudire e ridere per la bravura degli artisti e dei clown, si ride e si impreca volgarmente all’indirizzo degli inservienti che con goffaggine inciampano nel buoi e nel vuoto di valori morali ed etici ormai sconosciuti.

Di fronte ai problemi sociali della nostra Patria, di fronte alla crisi economica che perdura, di fronte alla difficoltà di tanta brava gente onesta e lavoratrice che fatica a tenere il passo, le nostre Istituzioni giocano sul significato di democrazia, eludendo regole e limiti da loro stessi imposti, a suon di leggine, interpretazioni, cavilli e ricorsi, carte bollate, ipocrisie e falsità mediatiche.

Se questo è il grado di “civiltà” espresso dalla democrazia di questa repubblica, nata nel ’46 dalla resistenza (?), allora mi sento onorato di appartenere alla schiera di coloro che della democrazia conoscono le origini ed i principi fondamentali, …mai traditi anche di fronte al sopruso.

La democrazia introdotta in Italia da Casa Savoia nel 1848 infatti, non era forse completa o compiuta, ma era senz’altro seria, ed improntata al rispetto, alla giustizia sociale, ed ai valori etici e morali dei più alti rappresentanti delle Istituzioni.

E’ con l’animo gonfio di dolore che concludo questo sfogo con un grido liberatorio :

“viva l’Italia sempre”.

10.03.2010 - Alberto Conterio

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domenica 7 marzo 2010

Mai così in Basso ?

Le elezioni regionali ci permettono di scrivere due righine sul comportamento della politica espressa da questa repubblica. Un volta tanto non parleremo di corruzione e ladrocini. In questo caso parleremo di incapacità ? Mai così in basso, …in Lazio e Lombardia, il Pdl (Popolo delle Libertà) di Berlusconi, forza politica che - escluse brevi parentesi - governa questa povera Italia nostra da 15 anni circa, non è riuscito a presentare delle liste esenti da critiche, con evidenti criticità, tali da ritenere le stesse non valide in prima battuta dagli organi competenti di controllo. Fin qui si può ridere, del resto queste istituzioni le abbiamo già definite in diverse occasioni , come una repubblica “da avanspettacolo”, una sorta di repubblica delle banane europea.

Ma questa volta siamo andati oltre. Questa volta abbiamo passato il segno. Questa volta insomma, abbiamo voluto emulare il governo Bonomi del 1944, e quello De Gasperi del 1946. Questa volta abbiamo operato un colpo di stato in piena regola.
Perché se è vero che la legge è uguale per tutti, per coloro che dovrebbero dare l’esempio, la legge dovrebbe essere un dogma irrinunciabile. Invece questi signori, dopo aver sbagliato – e usiamo il verbo “sbagliare” per non dire imbrogliare - hanno gridato pure allo scandalo, hanno finto davanti al popolo – sempre più insonnolito e rimbambito - d’essere stati defraudati, …e si sono votati, veloci come il vento, un bel decretino, che definire uno scandalo è nulla !
L’hanno chiamato, “decreto interpretativo”, cioè una vergogna utile a validare uno sbaglio o tentato imbroglio (si vedrà). In pratica la Legge prescrive delle regole per la presentazione delle liste, ed il decreto, è utile ad “interpretare” la Legge stessa in modo da, non ciò che si deve, ma ciò che serve o ciò che conviene maggiormente.
Di fatto questo Decreto, che secondo il mio modesto parere supera in vergogna anche le leggi razziali del 1938 di fascista memoria, serve a “saltare” la Legge, per riammettere in Lombardia ed in Lazio le liste del Pdl. Punto !
Poc’anzi ho riso ? …ora, mi sento schifato. E’ un senso di vomito quello che mi prende allo stomaco, ma non abbiamo ancora finito ! In questo delirio di arroganza infatti, occorre citare anche il Sig. Presidente della repubblica. Giorgio Napolitano infatti, ha prontamente firmato il Decreto, dandogli validità. Nel tentativo di dare dignità a questo scandalo, si è tirata in ballo la Democrazia… poveretta. Secondo costoro, il Decreto, serve per dare al popolo di queste due importanti regioni italiane la possibilità di esprimere la loro preferenza anche per il Pdl.
A questo punto il senso di vomito è mutato in rabbia, in furore. Un furore tanto forte quanto é grande il senso di impotenza che mi accompagna da semplice cittadino di questo Paese.
Vogliamo far finta di credere che se in difficoltà si fosse trovata una listarella neo costituita, il Governo, il Parlamento ed il Presidente della repubblica si sarebbero dati tanta pena ugualmente ? La Democrazia sarebbe stata “usata” con lo stesso “nobile” fine ? Ho il fondato dubbio che la Democrazia sarebbe stata impugnata piuttosto per escludere questi sprovveduti o ingenui. Ed allora in una repubblica, dove si usa il guanto di velluto con i poteri forti, ed il guanto di ferro sui deboli, possiamo ancora parlare di Giustizia, di Democrazia, di Equità ? Infine per concludere, provo vergogna io stesso. Questa volta infatti mi tocca dar ragione a Di Pietro… è tutto detto, mai così in basso !

06.03.2010 – Alberto Conterio

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Il Grande Sordi, "serve" Blob

Ieri 2 marzo 2010 alle ore 20.00 seguivo distrattamente la trasmissione “blob” su Rai 3, quando dopo una serie di spezzoni tutti dedicati a politici e personalità corrotte o ritenute tali, scagionati per decorrenza dei termini, assolti per mancanza di prove, o perché nessuno queste prove le ha potute esibire o dimostrare, viene mandato in onda uno spezzone del Film “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, divertente commedia di Mauro Bolognini sul malcostume italiano del 1956” dove il protagonista, appunto Alberto Sordi, che impersona un integerrimo vigile urbano del primissimo dopoguerra, viene “allontanato” senza riguardi dal servizio a causa dei molti problemi creati proprio dal suo zelo nel rispetto delle regole, delle leggi, dell’etica professionale sopra ad ogni cosa ecc. ecc.

La scena, vede questo “modello professionale” mentre riconsegna la divisa ed il suo equipaggiamento dopo essere stato licenziato con disonore, nell’indifferenza generale dei colleghi, tutti integrati nella nuova realtà sociale di quell’Italia ancora in ricostruzione che ormai si riconosceva nella parola d’ordine “…ma lei non sa chi sono io ?”
Ebbene, il Grande Sordi, una volta riposti questi effetti, chiede a gran voce se può - come libero cittadino e non più agente - dire ciò che vuole, …ciò che pensa. Un altro agente gli risponde che può fare quello che vuole, perché ormai non può più nuocere alle“nuove aspettative” del servizio. Egli allora – l’Albertone nazionale – urla a gran voce “Viva il Re !!!” e poi ancora : “…la sai cantare la Marcia Reale ?” all’agente vicino, …e quello risponde che non sa nulla, e non gli importa nulla e di nessuno, e allora Sordi, intona con orgoglio la Marcia Reale a gran voce “Viva il Re, Viva il Re, Viva il Re ecc. ecc.”. Lo spezzone finisce e l’incantesimo si rompe. Mi scopro in piedi, nello stupore dei miei famigliari, mentre accompagno Alberto nel canto.
Alberto con Alberto, per il Re, per quell’Italia migliore, più povera forse, ma più corretta, più rispettosa, più giusta, più libera e democratica !
“Viva il Re” caro Alberto Sordi, e grazie per averci ricordato con questa scena pseudo comica (ma neanche troppo) che un tempo, neppure molto lontano, …eravamo un Paese serio !

03.03.2010 - Alberto Conterio