Il carrozzone della spesa pubblica
Enti locali Spa, 15 miliardi all'anno
C’era una volta l’IMU, e il governo ha fatto salti mortali
per coprire il costo della sua eliminazione, o meglio, li farà fare a noi
questi salti.
Mai, neppure per un momento s’è pensato a tagliare la spesa
pubblica. Una somma impressionante che costa allo Stato 830 miliardi di euro
l’anno. Solo le partecipate a livello locale, ci costano 15 miliardi di euro
all'anno.
Municipalizzate, consigli di amministrazione, poltrone e
poltroncine gravano da sempre sulle casse dell'erario e sulle tasche degli
italiani. L’ultimo censimento pubblicato in ottobre su “Libero”, registra 7800
società pubbliche: un numero cresciuto dell’8% rispetto dallo scorso anno, destinato
a crescere ancora...
Solo i consiglieri di amministrazione sono 19 mila, gli
addetti in generale 300 mila circa. Un terzo delle società ha un bilancio
passivo. Una legge prevedeva che le società che fatturassero il 90%
direttamente all’ente controllante (come praticamente fan tutte quelle
comunali) fosse eliminata per evitare conflitti d’interesse, ma di proroga in
proroga la legge è non è mai stata applicata. E come poteva esserlo? Le
partecipate sono la valvola di sfogo della partitocrazia, dove tutti i trombati
di qualsiasi livello e competizione elettorale, trovano comunque un poltrona,
uno scranno, uno gabellino anche. Signori miei, tutti teniamo famiglia no? Alle
volte una di queste “cadreghe” come si dice da noi in Piemonte, vale più di un
seggio in Provincia o Regione… controlli? Nessuno!
Nonostante tutti gli indicatori segnalino una situazione a
rischio, la "grande macchina improduttiva", "la multinazionale
della partitocrazia", come l'ha definita il Sole 24 ore continua ad essere
foraggiata dai contribuenti. A pesare soprattutto sono gli stipendi di chi
lavora nella galassia delle aziende comunali, municipalizzate, regionali e
provinciali: 15 miliardi di euro all'anno. Un tesoretto che sciupiamo ogni
anno, pagato di tasca nostra, che equivale al gettito di 4 IMU.
Le privatizzazioni tanto pubblicizzate da ogni governo in
carica, restano sempre a metà, scaricando i costi di galleggiamento di aziende
che hanno spesso i bilanci in rosso sulle spalle dei contribuenti.
Questo insieme di società e imbrogli, pesano come cinque
stabilimenti Fiat messi insieme, ma, oltre a poltrone e raccomandazioni,
fabbricano quasi nulla. I servizi “prodotti” in realtà, stanno in piedi solo
perché i loro prezzi vengono decisi senza avere un confronto e una concorrenza.
Il Sole 24 ore ha fatto i conti in tasca a questo pachiderma pubblico che
paralizza spesso il mercato e fa lievitare la pressione fiscale. Sì scopre così
che il vero male dell'amministrazione italiana non sono le Province, che noi di
Italia Reale - Stella e Corona abbiamo più volte difeso facendone una nostra
bandiera elettorale, ma proprio le aziende che sono legate a tutti gli enti
pubblici. Il governo di questi tempi ha minacciato un aumento delle accise
sulla benzina (ancora) per rispettare il tetto del deficit sotto il 3 per
cento, quando sarebbe sufficiente un piccolo taglio a questo vergognoso spreco
perché quel miliardo e seicento milioni necessari vengano “trovati” senza
maggior aggravio per i cittadini.
Altro che manovrina signor Ministro Saccomanni, serve
coraggio!
Alberto Conterio - 21.10.2013