La politica è una cosa seria
Craxi come Cavour e Vittorio Emanuele II
Il pressapochismo di questi giorni in campo politico,
evidente e non occultabile neppure dai media di regime, deve essere
riconsiderato dall’elettorato, che nelle ultime stagioni, allo slogan di
“rinnoviamo la politica di mestiere”, aveva creduto di poter elevare a senatori
e deputati dei normali cittadini.
Con questa mia riflessione, che sicuramente attirerà le
ire dei soliti puri, quanto ingenui difensori della democrazia, desidero argomentare
la mia opinione sull’operato e l’opportunità d’avere dei dilettanti in
Parlamento e peggio, d’averli pure al governo della Nazione.
Credo che sia evidente a tutti il clamoroso fallimento
politico del Movimento 5 Stelle. Non scrivo questo in funzione degli
innumerevoli voltafaccia che abbracciano ogni sorta di argomento, effettuati da
quando questo “partito” è al governo, ma, in funzione proprio delle personali
capacità dimostrate dai singoli personaggi, che in questi anni, abbiamo avuto
la particolare sfortuna di vedere all’opera. Qualche avvisaglia della
catastrofe imminente l’avevamo avuta in anticipo sull’esperienza di governo
nazionale guardando all’operato dei sindaci Raggia a Roma e Appendino a Torino,
dove mai, sono entrati nel merito dei problemi della città e dove ogni loro
singolo provvedimento è risultato non solo non risolutivo o migliorativo di una
situazione esistente, ma quasi sempre, sono anche risultati lontani dalle
sentite esigenze della popolazione. Ora, soprattutto da quando la Lega ha detto
basta, ritirando la sua partecipazione al governo nazionale, cioè da quando
queste persone si sono ritrovate libere di poter agire secondo capacità proprie
o peggio ancora di sommare le proprie a quelle dei colleghi del Partito
Democratico, ci siamo finalmente resi conto, che la figura del politico, tanto
bistrattato e criticato, è al contrario una figura importantissima. Una figura
che dovrebbe essere ricoperta da persone istruite e soprattutto “addestrate” a
fare i politici, con tanto passato ed esperienza alle spalle.
Insomma di quei politici che le segreterie dei partiti
principali (fino all’avvento di mani pulite) crescevano fin da ragazzi
attraverso le sezioni cittadine, via via ad incarichi sempre maggiori, fino a
far approdare in parlamento, certo anche dei raccomandati, ma comunque delle
persone che avevano almeno un’idea di ciò che li aspettava.
Guardando ad oggi, ti prende invece lo sconforto; Di
Maio, Boccia, Toninelli, Razzi, Zingaretti, per non parlare delle donne,
Boschi, Azzolina, Boldrini, Taverna, solo per citare i primi nomi che mi
vengono in mente. Pensando a Clemente Mastella Ministro della Giustizia, pur
essendo già il prodotto di una “seconda repubblica” fatta di sbruffoni e
approfittatori, pare ancora un gigante se paragonato al presente Alfonso
Bonafede.
Insomma, non ho mai creduto a queste nuove leve, e
abbiamo conferma che non mi sbagliavo. Ho avuto ragione anche quando mi sono
attirato le ire di molti affermando che al governo di una nazione non ci devono
andare persone oneste (o ritenute tali), ma persone capaci anche se possono non
essere onestissime. In questo si vede la totale differenza tra i politici della
prima e della seconda repubblica e tra questi, e l’ultima schiera di politici
cittadini, che, giunti a Montecitorio per moralizzare la politica, sono finiti
per incarnarne in fretta solo il lato peggiore della politica che volevano
abbattere, altro che “onestà… onestà…”
“Grazie” a costoro, molto probabilmente saremo costretti alla
povertà, pur avendo lavorato onestamente una vita intera, come i nostri figli
saranno costretti a mendicare un piatto di minestra al giorno prostrandosi ad
una multinazionale straniera. Se si potesse tornare indietro nella storia,
invece di farlo scappare in Tunisia, in esilio volontario, Craxi meriterebbe un
monumento in ogni città di questo Paese, al pari del Conte di Cavour e al Re
Vittorio Emanuele II !
Alberto Conterio - 27.05.2020