Elezioni 2013 - legalità e astensionismo
27 febbraio 2013
Sono ormai 48 ore che le edizioni televisive dei giornali e
i quotidiani stampati e ondine dedicano decine di pagine ai risultati delle
consultazioni elettorali, e potremmo dirci soddisfatti, se non dei risultati,
almeno dell’informazione abbondante. Invece non lo sono.
Ho cominciato a farmi un’idea della situazione politica che
avremmo potuto valutare con serenità oggi, mentre le fasi di voto erano ancora
in corso, in quanto, quasi in sordina, la stampa ci informava dell’apertura di
procedimenti giudiziari nei confronti della lista Maroni in Lombardia per
anomalie nella raccolta e autenticazione delle firme necessarie a validare la
lista stessa per la consultazione regionale. Non è una novità in quanto già
alle precedenti Elezioni Regionali lombarde e piemontesi, Formigoni e Cota
erano stati accusati e denunciati (giustamente) da Radicali Italiani sullo
stesso argomento.
Si tratta quindi di normale routine, che evidenzia (ce ne
fosse ancora bisogno) che in questa repubblica la parola legalità non ha alcun
valore? Può essere, e in attesa di conoscerne gli sviluppi, ringraziamo di
cuore il Partito Radicale, unico movimento in corsa a queste elezioni a fare
della legalità un parametro fisso a cui attenersi. Possiamo noi monarchici, non
avere altri punti in comune con questo Partito, ma sull’argomento in questione
dobbiamo sentirci uniti a loro.
Questa anomalia poi, fa il bis con la mancata par condicio
in fase di campagna elettorale, dove si sono registrate differenze sensibili di
utilizzo dei mezzi pubblici di propaganda (radio e televisione) tra grossi
partiti e piccoli movimenti.
Ritengo personalmente che questi fatti siano
sufficientemente gravi da invalidare questa tornata elettorale. Il timore di
poter essere smascherati ufficialmente poi, fa si che la partitocrazia di
questa repubblica, abbia evitato di invitare e ottenere la presenza delle
organizzazioni internazionali predisposte alla vigilanza (sopra alle parti) sul
buon svolgimento delle procedure (prima, durante e dopo le elezioni) a garanzia della democrazia.
La solita brutta figura insomma, con l’ennesima perdita di
credibilità istituzionale. La gente pensante, quella che ormai ha perso la
verginità in proposito, ha reagito di conseguenza evitando l’omologazione; ha
rinunciato a un diritto pur di segnalare che la misura è colma. È una marea che
monta da anni, e l’anteprima l’avevamo avuta in Sicilia alle Elezioni Regionali
di qualche mese fa. Anche in quel caso però, il nocciolo della questione era
stato debitamente occultato dai media e dal lusinghiero risultato di Grillo e
del suo movimento.
Ora, a livello Nazionale, è pur vero che Grillo ha ottenuto
un grosso seguito, che il Cavaliere ha sfiorato il miracolo e che Bersani è
riuscito a perdere quando tutto e tutti lo davano trionfatore, ma ritengo che
queste siano notizie marginali. Ecco perché in questa mia analisi desidero
soffermarmi sui punti che ritengo focali:
1) In
questa repubblica, la legalità, resta un’emergenza, anche quando parliamo di
elezioni
2) La
vera sorpresa di queste elezioni non sono i risultati di Bersani, Berlusconi e
Grillo, ma i risultati assoluti del primo partito: l’astensionismo, che ha
guadagnato altri 5 punti percentuali, arrivando vicino alla soglia del quorum
Queste sono le informazioni che avrei voluto vedere
riportate in prima pagina sui quotidiani nazionali. Il resto è fuffa, è
dissimulazione, è occultamento di prove, è il tentativo di far passare per
novità, una minestra che conosciamo bene, e che siamo stufi di ingerire.
Domani, Bersani e Grillo forse troveranno un accordo che
allontanare i timori dell’Eurozona sul nostro Paese, che ha Berlusconi nel
mirino (evviva la sovranità mutilata), oppure Berlusconi troverà il modo (solo
lui può farlo) per accordarsi con Bersani e azzerare la “novità” Grillo. Se
costoro, non riusciranno a governare in qualche modo però, occorrerà tornare
alle urne prestissimo, e siatene pur certi, l’astensionismo aumenterà ancora,
così come la legalità morente, subirà altri pericolosi assalti.
La politica dei partiti, può superare questo empasse solo
attraverso la serie proposta della stessa politica che tragga forza da un
programma razionale utile all’Italia degli italiani. Nessuno dotato di buon
senso può votare per Grillo, che conduce una battaglia a colpi di antipolitica
e populismo.
Anche se è forte il loro richiamo, costoro quando saranno
investiti della responsabilità di governare, saranno preparati a farlo?
In quest’ottica, si spiega anche il risultato negativo di
Monti e la sua lista, che tra medicine applicate negli ultimi 13 mesi e le
“nuove” proposte elettorali, non ha saputo riaffermare una dignità nazionale
restando ben ancorato alla regia Europea. Certo possiamo nascondere anche il
profondo malessere che la gente prova quando si parla di Unione Europea, ma
questo malessere resterà e continuando a non curarlo, si manifesterà sempre più
forte.
Ritengo che la disaffezione alla politica dimostrata con
l’astensionismo, possa essere curato, innanzitutto garantendo la legalità, e
poi avanzando un programma politico credibile, pragmatico e in sincronia con le
aspettative dei cittadini, che nonostante tutto, in maggioranza, non chiedono
“la rivoluzione”, chiedono semplicemente di poter lavorare e vivere tranquilli.
Sono quindi fiducioso, che il Partito di Italia Reale, avrà
presto l’occasione di poter rappresentare in tal senso la vera novità, che i
cittadini lontani dalla politica attendono per riacquistare la fiducia
necessaria ad attuare davvero il rinnovamento di questo Paese. Italia Reale e i
monarchici italiani, hanno quindi il dovere di guardare avanti senza farsi
confondere dal chiasso di questo momentaneo “mercato” delle antichità e delle
pulci.
Alberto Conterio
Italia Reale - Stella e Corona