Interviste ad Alberto Conterio

venerdì 23 gennaio 2015

Quasi pronta la nuova legge elettorale.



Quasi pronta la nuova legge elettorale.
Scivolando verso la dittatura…

Conservo ancora il testo di Educazione Civica utilizzato all’ultimo anno delle scuole superiori che ho frequentato nei primi anni ’80 del secolo passato. Gia allora ridevo della «sovranità popolare». Non tanto per essere contrario ad essa , anzi, ma perché nello studiare il funzionamento istituzionale della repubblica italiana erano evidenti fin da subito grossolane lacune e incongruenze. Negli anni poi, non solo io, ma un poco tutti, ci siamo resi conto che la sovranità popolare sancita con l’articolo uno della costituzione non è altro che uno specchietto per allodole. Ai poteri forti, italiani prima e globalizzati poi, non servono persone libere e pensanti, servono vassalli, schiavi da sfruttare.   
In conseguenza di ciò, servono governi fantoccio che sappiano ubbidire e basta. 


Ecco perché negli ultimi vent’anni, la sovranità popolare e sotto continuo attacco. Un processo involutivo di questa importanza però, non può essere imposto, deve essere condiviso anche dal popolo che si vuole defenestrare. Deve - per così dire - essere un processo «sentito» necessario.
È così, che da «mani pulite» in avanti, la parola d'ordine è ridurre i costi e gli sprechi della politica. La politica diventa «costosa» per definizione. Non c’è programma di partito che non preveda – a parole – una riduzione dei suoi costi. Questa la necessità... che, guarda caso, porta in dote anche una soluzione: la riduzione del numero dei parlamentari! Badate bene, non la riduzione degli stipendi, ma la riduzione degli eletti!
Senza proteste, con questo giochetto, gli elettori perdono buona parte della loro rappresentanza parlamentare, ma applaudono contenti!
Andiamo oltre. Si asserisce che la modernità dei tempi che viviamo, che impone rapidi cambiamenti  e decisioni, è in contrasto con la lentezza decisionale del nostro Parlamento. Naturalmente, anche in questo caso, il rimedio è già disponibile: l’eliminazione del bicameralismo. Annulliamo la capacità del reciproco controllo/miglioramento legislativo tra Camera e Senato, riducendo il secondo ad un dopolavoro aziendale, senza incarichi e il gioco e fatto. Risparmiamo tempo no?
Ma non basta ancora...
Pare infatti, che governare sia diventate troppo dificile a causa della litigiosità dei nostri rappresentanti dai molteplici punti di vista. Potremmo eliminarli del tutto questi rappresentanti direte voi? Noo, sarebbe una forzatura troppo evidente. Meglio lavorare ai fianchi il problema: facciamo in modo che la governabilità diventi la necessità più sentita, ed anche in questo caso, la soluzione c’è. Passa attraverso il premio di maggioranza che, abbinato anche ad una soglia di sbarramento, elimina gran parte delle opposizioni! Chissenefrega poi se alle urne votano meno della metà degli aventi diritto al voto, è sufficiente che una gruppo di «pesci» abbocchi all’amo, e il premio di maggioranza che porta alla Camera la sicurezza di governare a piacimento senza la seccatura di una opposizione seria, scatta comunque.
Resta il problema di chi mandare in Parlamento. Un dettaglio… risolto brillantemente con la compilazione di liste elettorali in gran parte «prenotate» dalle segreterie dei partiti!
Bene, ora possiamo fare una piccola somma per avere la situazione complessiva: dunque, riduciamo il numero dei rappresentanti (parlamentari), eliminiamo una delle due camere o la riduciamo ad essere un circolo ricreativo di nominati dai partiti, applichiamo un premio di maggioranza senza avere un limite di partecipazione al voto, introduciamo una soglia di sbarramento per eliminare parte dell’opposizione (piccoli partiti e movimenti), e infine, organizziamo le liste elettorali dai direttivi di partito «assicurando» un certo numero di eletti fedeli. Cosa otteniamo? Otteniamo la dittatura nascosta delle lobby di potere per mandato democratico. Una oligarchia trasversale interna ai partiti. Questo otteniamo!
Avere la decenza di chiamare questo crimine con il suo nome, resta un esercizio difficile per gli ipocriti che scaldano la maggioranze delle poltrone di Montecitorio. Così queste losche manovre che superano di slancio ogni più audace invettiva del mai dimenticato Cardinale Richelieu, vengono pure definite «riforme».
Apriamo gli occhi signori, finché siamo in tempo!

Alberto Conterio - 23.01.2015

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