Libertà di informazione nell’occidente democratico
Chi la vista?
Per chi non lo sapesse, lunedì notte, verso le ore 03.00, il giornalista indipendente Giorgio Bianchi, è stato svegliato dalla Polizia di Stato, mentre dormiva in un albergo a Gioia Tauro in Calabria dopo una giornata di lavoro…
Chi conosce Giorgio Bianchi sa chi è. Chi non lo conosce può informarsi a parte. Non ha importanza al fine di quanto ho voglia di trasmettere con questo articolo.
Credo che non sia il primo caso e temo che non sarà l’ultimo, sia in Italia che nel resto di questo “giardino fiorito” che è l’Unione Europea, o più genericamente il “mondo occidentale democratico” come amiamo dipingerci!
Ritengo che quanto successo sia molto grave.
Questa “visita” notturna al giornalista Giorgio Bianchi, non si poteva posticipare alla mattina?
Perché questa fretta? Erano a rischio delle vite umane forse? Lo si voleva cogliere in flagranza di che?
Anche perché poi, alla fine della fiera, lo hanno disturbato per chiedergli genericamente delle "informazioni".
Quindi? Non si poteva attendere, la mattina appunto?
Ma pare che, a Gioia Tauro non sia la prima volta questo strano comportamento dei funzionari della Polizia.
Sempre loro infatti, avevano già visitato la sede di Visione TV per rivolgere al Direttore Responsabile Francesco Toscano, domande per le quali bastava consultare i database Cerved, che ricordiamolo, è uno dei servizi informativi più consultati da tutte le banche e le finanziarie che, valutano se concedere o meno un finanziamento a un proprio cliente...
No, la richiesta di “informazioni” in realtà, è una scusa, per legittimare una intimidazione, neppure troppo velata: stai invadendo uno spazio non tuo, …pertanto ti facciamo sentire il fiato sul collo!
Sono i metodi collaudati in questi ultimi anni in Unione Europea…
Voglio ricordare quando Giulietto Chiesa, nel dicembre 2014, venne fermato in Estonia senza un particolare motivo, giusto il tempo di impedirgli, di tenere una conferenza sgradita al governo filo nazista di Tallinn.
Intanto, ricordiamo anche che, si moltiplicano le liste di proscrizione in Polonia e nei paesi baltici. In Ucraina queste liste si sono via via trasformate in vere persecuzioni, con un sito internet pubblico che si aggiorna quando qualcuno viene “cancellato”! Fatto sparire, …ucciso insomma.
A Kiev, diventata da Maidan in avanti, una vera cloaca a cielo aperto al centro dell’Europa, le esecuzioni sommarie di voci non gradite al regime sono cosa normale, nel silenzio dei nostri media, …anzi, sono questi stessi media che provano a scimmiottare anch’essi liste di proscrizione nostrane… ci sono ormai quelle “Non Vax”, quelle dei “Putiniani”, e chissà cos’altro in futuro.
E nessuno che si indigni più di tanto o che prenda un provvedimento.
Neppure la CGIL sempre attenta al ritorno in Italia del fascismo.
Non che l’alleanza atlantica, la NATO, e l’Unione Europea, fossero all’origine nate vergini, ma negli ultimi tempi, queste organizzazioni, stanno mostrando una faccia nuova e preoccupante.
L’una e l’altra, mostrano segni tangibili di violenta intolleranza nei confronti di tutto ciò che non si muove seconde le “regole” dettate dalla loro stessa ideologia.
Pensiamo all’Ucraina oggi, e parallelamente a ciò che erano la NATO e l’Unione Europea vent’anni fa. Non c’è corrispondenza alcuna, tanto da far pensare che, non è stata europeizzata l'Ucraina, ma è stata ucrainizzata l'Europa. Uno spazio comune dove le libertà cedono il passo ad azioni e concetti, quasi impensabili solo pochi anni fa. I media ufficiali, quella dei “professionisti dell’informazione” che esaltano i nazisti dell'Azov, o di altre organizzazioni para naziste ucraine, dominano indisturbati i salotti televisivi, la carta stampata, il web.
Chi dissente da questa “cornice” viene osteggiato, zittito, incriminato.
Pensiamo al giornalista Inglese Graham Phillips. Nel suo Paese, è accusato di crimini di guerra. La sua arma? Una telecamera puntata nella direzione sbagliata! Alina Lipp, giornalista tedesca, ha visto confiscati i suoi averi e conti bancari in Germania. Le autorità hanno addirittura spiccato un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti. Il suo reato? Raccolto testimonianze registrate e filmate in Donbass non in linea con il “racconto” ufficiale!
Vogliamo parlare di Julian Assange, detenuto per aver divulgato verità, tanto provate quanto vergognose sui traffici operati dagli Stati Uniti d’America? Rischia 175 anni di carcere!!!
Se questa è la libertà delle democrazie occidentali, Dio abbia pietà di noi…
Tutto questo è molto grave, anzi inaccettabile!
Alberto Conterio - 20.10.2022
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