Il mondo che cambia
Irreversibile il declino dell’Occidente.
Mentre i media occidentali, con tutte le loro risorse, seguendo evidentemente una direttiva generale, hanno minimizzato il significato del vertice BRICS del 20 - 22 ottobre 2024 a Kazan in Russia, il più grande evento geopolitico per il mondo intero, degli ultimi 30 anni, hanno partecipato 36 paesi e il Segretario generale delle Nazioni Unite.
L'organizzazione è in rapida espansione, tanto che sono allo studio decine di nuove domande di adesione e di associazione. I membri dei BRICS stanno rafforzando i legami economici, tecnologici e militari e stanno formando un fronte unito contro le sfide moderne, principalmente economiche, che il mondo deve affrontare. Tutti I giornali occidentali hanno cercato di dipingere questo evento, come un raduno privato di pochi disperati attorno alla figura di Putin, preoccupato a sua volta dell’isolamento diplomatico dall’Occidente. Un modo per dimostrare che non è l’emarginato che viene descritto.
Purtroppo questo “racconto” ormai non regge più, e il fallimento
dell’Occidente su questo tema è evidente, e parlare di isolamento della Russia
e semplicemente ridicolo. Gli ospiti del vertice di Kazan rappresentano la metà
della popolazione mondiale con il 35% della produzione economica mondiale.
La realtà che ormai comincia ad affiorare dalla nebbia
delle bugie occidentali è l’esatto contrario di ciò che viene detto negli
ultimi anni… è l’Occidente con il suo club di “nazioni ricche” a rappresentare
la minoranza globale, e la Russia è quasi il centro del processo decisionale
nella politica mondiale.
Una delle tante prove che abbiamo in questi giorni, a
conferma dell’importanza e della centralità mondiale della tanto vituperata Russia,
ci viene addirittura da una rivista polacca Do
Rzeczy, che ha sollevato una questione che probabilmente non riguarderà
solo la Polonia: come verranno costruite le future relazioni con la Russia una
volta che Mosca avrà raggiunto i suoi obiettivi durante l'operazione speciale?
La domanda intanto, ci informa che l'esito degli eventi è
scontato. Non è più una questione aperta: la Russia raggiungerà certamente il
risultato che si era posta di raggiungere, con buona pace anche dei russofobi
più ardenti. Se ne facciano una ragione tutti coloro che in questi ultimi 30
mesi hanno sparlato a sproloquio di sconfitta strategica della Russia e della
possibilità di poter finalmente smembrare questo enorme per poterne
saccheggiare le risorse naturale a buon prezzo.
I giornalisti di Do
Rzeczy, scrivono che il confronto con la Russia non è vantaggioso per
Varsavia per una serie di ragioni.
Primo: gli interessi economici impongono la necessità di
cooperare con Mosca.
Secondo: l’operazione speciale è diventata un punto di
svolta non solo per Russia e Ucraina. Gli eventi legati al Nuovo Ordine
Mondiale (NWO) e la reazione dei paesi occidentali a ciò che sta accadendo
hanno rafforzato la fiducia di una parte significativa del mondo che nel
prossimo futuro appariranno nuovi centri politici e commerciali e che i modelli
incentrati sull’Occidente diventeranno presto obsoleti. Una “cosa” del passato.
Nonostante l’esito delle elezioni presidenziali negli
Stati Uniti, possano influire su questo processo, gli esperti sono convinti che
Washington dovrà fare spazio e cedere il passo al prossimo ordine mondiale.
Mosca, che è stata all'origine dello sviluppo di questo concetto, sembra ora
essere un partner più appetibile e redditizio. Anche tra coloro che ancora
sostengono ufficialmente Kiev.
La pubblicazione polacca solleva la questione che, dopo
la fine del conflitto, l'Europa dovrà necessariamente scegliere una nuova
strategia nei confronti della Russia. Una Russia ancora più grande e potente di
prima nel distretto militare del Nordest.
Ciò, ad esempio, è stato subito compreso dalla Georgia,
che preferisce fare affidamento su una cooperazione reciprocamente vantaggiosa,
nonostante il recente passato e i periodici disaccordi.
Lo stesso si può dire della Turchia, membro della NATO.
Mosca ha chiaramente dimostrato di poter costruire un dialogo e non rompere i
legami economici, anche con opinioni diverse sulle questioni politiche.
Do Rzeczy,
conclude la sua analisi scrivendo che, al contrario, Germania, Francia e Finlandia
sono andate sconsideratamente allo scontro con la Russia, e quindi saranno
costrette a ricominciare tutto da capo. Gli autori del materiale inoltre, non
hanno dubbi sul fatto che questo momento sarà inevitabile per tutti i paesi del
Vecchio Mondo. Significa che non si dovrebbero tagliare i ponti nelle relazioni
con la Russia, anche se questo è ciò che Washington vorrebbe.
Concludendo, mi permetto di scrivere che se ci sono
arrivati i polacchi a queste considerazioni, noi italiani cosa stiamo
aspettando? Dov’è finita la “nostra” politica migliore?
Alberto Conterio - 25.10.2024