Incidente al
Frecciarossa
Treni che si muovono a 300 km/h soggetti al rischio
fattore umano?
L’incidente capitato giovedì 6 febbraio 2020, presso
Ospedaletto Lodigiano al Treno Frecciarossa 9595 Milano – Salerno e costato la
vita a due macchinisti più 31 persone ferite tra i passeggeri, mi costringe a
dover di nuovo affrontare l’argomento sicurezza dei trasporti nazionali: siano
esse strade o ferrovie.
Per ora l’unica certezza sembra l’attribuzione delle
responsabilità alla squadra di 5 manutentori che alcune ore prima
dell’incidente hanno lavorato sullo scambio incriminato, lasciandolo, pare, in
posizione non idonea al transito del convoglio veloce. Naturalmente, i rottami
del treno non si erano ancora fermati nella corsa scomposta dopo il
deragliamento, che, il ballo formato da Procuratore, Pubblico Ministero,
Periti, Contro-periti, e Commissioni d’inchiesta varie avevano già cominciato a
roteare sulla pista sulle note del solito caos. Specchio dei tempi che viviamo
ogni qual volta si debba fronteggiare una emergenza o una problematica.
Sarà la Magistratura a verificare le reali responsabilità
al termine delle indagini, e non desidero certo sostituirmi a loro, ma un
commento in generale su questo fatto, occorre pur farlo…
Quand’ero bambino, e, abitavo nei pressi di una piccola
stazioncina sulla linea secondaria Torino - Lanzo alle porte di Torino, rione
Madonna di Campagna, il Capostazione, che lavorava e allo stesso tempo abitava
con la sua famiglia in quella stazione, quando era presente una fitta nebbia
(al tempo capitava davvero spesso) era costretto ad uscire di notte con un
lumino a petrolio, per recarsi a verificare la chiusura delle sbarre dei
passaggi a al livello di sua competenza, in quanto on era dotato di altri
meccanismi di controllo… passano cinquant’anni e più, per accorgersi che
nonostante la pubblicità, gli ingenti investimenti pubblici e i lauti stipendi
di Amministratori Delegati e Dirigenti vari, siamo ancora ai controlli a vista,
al rischio “errore umano”, alla presenza sui treni dei macchinisti.
Mi chiedo se 50 anni sono passati per nulla… Poi, per
carità, diamo pure la colpa agli operai che hanno lavorato sulla linea. Non
fosse mai che le responsabilità debbano ricadere su chi guadagna 25.000 o
30.000 euro mensili… e che forse, avrebbero dovuto programmare/prevedere un
sistema di controllo a prova di scimmia. Ma sono dei dettagli! Benvenuti nel
nuovo mondo del progresso e delle privatizzazioni!
Alberto Conterio - 11.02.2020
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