Interviste ad Alberto Conterio

sabato 29 febbraio 2020

Incidente al Frecciarossa


Incidente al Frecciarossa
Treni che si muovono a 300 km/h soggetti al rischio fattore umano?

L’incidente capitato giovedì 6 febbraio 2020, presso Ospedaletto Lodigiano al Treno Frecciarossa 9595 Milano – Salerno e costato la vita a due macchinisti più 31 persone ferite tra i passeggeri, mi costringe a dover di nuovo affrontare l’argomento sicurezza dei trasporti nazionali: siano esse strade o ferrovie. 
Per ora l’unica certezza sembra l’attribuzione delle responsabilità alla squadra di 5 manutentori che alcune ore prima dell’incidente hanno lavorato sullo scambio incriminato, lasciandolo, pare, in posizione non idonea al transito del convoglio veloce. Naturalmente, i rottami del treno non si erano ancora fermati nella corsa scomposta dopo il deragliamento, che, il ballo formato da Procuratore, Pubblico Ministero, Periti, Contro-periti, e Commissioni d’inchiesta varie avevano già cominciato a roteare sulla pista sulle note del solito caos. Specchio dei tempi che viviamo ogni qual volta si debba fronteggiare una emergenza o una problematica. 
Sarà la Magistratura a verificare le reali responsabilità al termine delle indagini, e non desidero certo sostituirmi a loro, ma un commento in generale su questo fatto, occorre pur farlo… 
Quand’ero bambino, e, abitavo nei pressi di una piccola stazioncina sulla linea secondaria Torino - Lanzo alle porte di Torino, rione Madonna di Campagna, il Capostazione, che lavorava e allo stesso tempo abitava con la sua famiglia in quella stazione, quando era presente una fitta nebbia (al tempo capitava davvero spesso) era costretto ad uscire di notte con un lumino a petrolio, per recarsi a verificare la chiusura delle sbarre dei passaggi a al livello di sua competenza, in quanto on era dotato di altri meccanismi di controllo… passano cinquant’anni e più, per accorgersi che nonostante la pubblicità, gli ingenti investimenti pubblici e i lauti stipendi di Amministratori Delegati e Dirigenti vari, siamo ancora ai controlli a vista, al rischio “errore umano”, alla presenza sui treni dei macchinisti.
Mi chiedo se 50 anni sono passati per nulla… Poi, per carità, diamo pure la colpa agli operai che hanno lavorato sulla linea. Non fosse mai che le responsabilità debbano ricadere su chi guadagna 25.000 o 30.000 euro mensili… e che forse, avrebbero dovuto programmare/prevedere un sistema di controllo a prova di scimmia. Ma sono dei dettagli! Benvenuti nel nuovo mondo del progresso e delle privatizzazioni!

Alberto Conterio - 11.02.2020

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